Mamma, voglio diventare Youtuber!

Secondo la rivista americana “Variety”, gli Youtuber sono amati dagli adolescenti più delle star di Hollywood. I teen-ager e in generale i nativi digitali costituiscono la fetta maggiore di frequentatori del web. Quindi non è difficile intuire che con Youtube (e altri social) è possibile diventare ricchi e perseguire, spesso in maniera del tutto illusoria per alcuni ingenui, l’obiettivo di “ fare soldi senza fatica ”.
Se si considera che nel 2015 si sono superate le 300 ore di video caricate ogni minuto, perdersi nella massa è quasi la regola, quindi pensare che si possa sfruttare in modo non strategico e ragionato questo mezzo, lasciando che la “barca vada”, è appunto il modo migliore per affondare.

Sara Mormino, l’italiana responsabile mondiale delle partnership di YouTube, durante un’intervista a “La Stampa”, regala dei consigli e rivela che l’unico modo di avere qualche chance nella realtà paritaria (ma forse non meritocratica) del web, è partire sempre da una passione autentica, un qualcosa di assolutamente personale, pur tenendo in considerazione che ci sono temi che funzionano più di altri. I videogiochi su tutti. Infatti, nella classifica fornita da Wikipedia, aggiornata al 7 Febbraio 2016 (dominata quasi completamente da Youtuber americani), ancorato al primo posto c’è PewDiePie, username di un ragazzo svedese il cui canale di recensioni di videogiochi conta 42 milioni di iscritti. Ma come si traduce questo in termini lavorativi e monetari?

Per avere un’idea di quanto sia proficuo “ l’affare video”, vi facciamo presente che YouTube ha fondato una Creator Academy dedicata ai suoi autori, gratuita e aperta a chiunque voglia approfondire i temi legati alla gestione e alla produzione strategica dei propri contenuti su YouTube, con lezioni via Internet, incontri dal vivo, presentazione di casi di successo e lezioni di introduzione sulla monetizzazione con Youtube (ad esempio attraverso il programma “Partner di Youtube”).

Contenuti che interessino, titoli giusti e tag ottimizzati per le keyword cercate maggiormente su Internet, sono alcune delle “regole d’oro” da seguire per fare un buon lavoro. Perché essere uno Youtuber può diventare un lavoro e rappresenta un’occasione soprattutto per i giovani che, oltre ad essere i maggiori utilizzatori di Youtube, sono stati anche tra i primi a “sperimentare con i video”, sempre secondo la testimonianza della Mormino al sito web della Stampa.

In un periodo storico come il nostro, in cui i mantra sembrano essere quello della “flessibilità”, del “crearsi il lavoro” e del “diventare imprenditori di se stessi”, Youtube, che presenta dei costi vivi e dei costi fissi piuttosto contenuti, se usato intelligentemente può diventare la piattaforma ideale per far emergere il proprio talento, guadagnare e, perché no, nutrire il piccolo (o grande) mostro dell’egocentrismo che alberga in tutti noi.

(questo articolo è stato scritto da Viola Ferri)

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