Articoli

Non finire nel cestino!

Diamo spesso consigli su come redigere il proprio curriculum vitae e qualche volta assistiamo le persone nella sua stesura. Per quante volte lo possiamo aver detto, ci accorgiamo però che c’è sempre qualcuno che ha ancora bisogno di qualche suggerimento. Così come ci sono delle domande sulla sua compilazione che sono intramontabili (degli evergreen): la foto ci va? Metto anche le esperienze di lavoro nero? Devo mettere il voto? Anche se è basso? In altre parole c’è sempre chi è alla prima volta davanti al foglio bianco su cui scrivere le proprie competenze (cercando di scriverle nel modo più attraente possibile).

Le parole d’ordine per quello che riguarda il cv sono due: attenzione ai dettagli e scrivere cose interessanti. L’attenzione ai dettagli è fondamentale perché basta poco per finire nel cestino: chi legge il vostro cv, che voi avete avuto in gestazione per tanto tempo con tanti tormenti, gli dedica al massimo un minuto, 30 secondi in una buona maggioranza dei casi. Significa che anche un piccolo errore di ortografia rischia di essere preponderante su tutto il resto se in quel breve lasso di tempo dedicato alla lettura è la cosa che salta agli occhi. Un apostrofo di troppo, un congiuntivo scambiato per un condizionale e la vostra candidatura fa una brutta fine. Direte voi: ma non sono errori sostanziali (soprattutto se non mi candido come prof di italiano). Beh, però ascoltate bene: non siete voi a decidere e, soprattutto, una valutazione del candidato non è mai fatta solo sulle sue competenze tecniche.

A proposito: i migliori cv sono quelli da cui è possibile avere un’idea della personalità della persona che lo ha scritto. Per questo motivo è necessario raccontare anche le proprie esperienze diverse dalle singole mansioni lavorative; parlare di un hobby o di una passione a cui si dedicano tempo ed energie aiuta a far capire di che pasta siete fatti. Non basta dichiarare di essere “buoni comunicatori” o “affidabili organizzatori” se poi queste affermazioni non sono supportate da contesti e momenti in cui le avete messe alla prova. Documentare un cv significa raccontare ciò che abbiamo fatto e realizzato più che quello che siamo.

Da ultimo in questo post una nota sul modello di CV da utilizzare. Scordatevi, per favore, il curriculum vitae europeo: lo possiamo vedere come un indice delle cose da inserire in un cv, ma non di più. Il cv europeo è più che altro il parto di un apparato burocratico e amministrativo fatto nel tentativo di unificare e uniformare i lavoratori di tutta Europa. Peccato che nel mercato del lavoro il principio sarebbe quello di differenziarsi per farsi riconoscere. E se non credete a noi sentite qua: “ho sempre ritenuto che il CV europeo sia l’antitesi di quello efficace perché non è chiaro, è troppo lungo e ripetitivo. È una gabbia poco flessibile che costringe tutti i candidati a parlare di sé allo stesso modo. E tutti alla fine sembrano usciti dallo stesso stampo. Il curriculum europeo ha il ruolo opposto a quello che dovrebbe svolgere un CV, cioè facilitare la comprensione a prima vista delle competenze di un candidato da parte di una persona che va di fretta e che ha altri centinaia di curricula da leggere.” Parola di Michèle Favorite, esperta alla John Cabot University.

A proposito: la John Cabot University sarà nostra ospite il prossimo 4 dicembre, prendete nota (e prossimamente nella nostra pagina eventi tutti i dettagli)

Qualche consiglio non fa mai male

arbre/mainsQuanti di voi dopo l’invio di un curriculum aspettano una risposta che non arriva mai? Nemmeno a dirlo questa è un’esperienza che è toccata a tutti e che, regolarmente, continua a capitare a molti. Per questa cosa essenzialmente ci sono due ordini di spiegazioni: potrebbe essere che la maggior parte delle aziende e dei loro responsabili siano maleducati ed in generale non rispondo a nessuno; oppure potrebbe essere che alcuni nostri curriculum non siano esattamente adeguati o forse non sono nemmeno troppo efficaci. Entrambe le spiegazioni hanno un riscontro nella realtà: in effetti ci sono aziende che ritengono una buona reputazione nei confronti di potenziali candidati un surplus di cui poter fare tranquillamente a meno. Ma ci sono anche casi in cui abbiamo spedito un curriculum senza rileggerlo, con errori grammaticali, importanti omissioni e quant’altro. Con l’aiuto di un simpatico post di scritto da Osvaldo Danzi su Wired proviamo a vedere insieme quali sono gli errori più comuni da evitare.

Innanzitutto i dati anagrafici: controlliamo sempre che siano completi (sì, anche l’età perché nasconderla è un trucco che usano quelli più “grandi” ed ormai tutti lo sanno)) ed evidenziamo quelli essenziali per farci trovare (avete messo i recapiti bene in vista o bisogna cercarli con la lente?). Poi: che lavoro vogliamo fare? Senza tanti giri di parole scriviamo esattamente e per parole chiave limitate e stringenti quello che vogliamo fare, la nostra mansione e il tipo di attività e compiti che siamo in grado di svolgere. In questo vale sempre e su tutto il principio della chiarezza. Con tutta l’esperienza che avete… rischiate di non trovare lavoro! Soprattutto se decidete di raccontarla tutta nel cv. Il curriculum deve essere un documento tendenzialmente breve (due pagine sono un limite insuperabile) anche se esaustivo: per questo è opportuno scegliere che cosa mettere e come metterlo. Scrivere che 15 anni fa avete fatto i gelatai per pagarvi l’università non è forse necessario se nel frattempo avete fatto ben altro. Il criterio che noi suggeriamo in questi casi è quello della scelta coerente: Scrivete e tenete per voi un curriculum “master” con tutte le esperienze fatte nella vostra vita lavorativa: quando si tratterà di fare un invio andate a togliere, soprattutto tra le esperienze più vecchie, quelle che non sono coerenti con il profilo per il quale vi state candidando. Attenzione che per coerenza intendiamo il fatto che l’esperienza svolta vi ha fatto sviluppare competenze utili per quella desiderata (ad esempio aver fatto il cameriere potrebbe essere coerente con un ruolo commerciale).

Infine inviate il curriculum e tracciate le vostre spedizioni (come se foste Amazon): calibratelo di volta in volta rispetto al destinatario, tenete traccia in un appunto o agenda di quando e a chi lo avete mandato. E non fatevi cogliere impreparati: se ricevete una telefonata da qualcuno che ha ricevuto il vostro curriculum evitate nella maniera più assoluta di mostrare che non vi ricordate a chi lo avete inviato. Quel contatto che stabilite è molto importante ed è necessario non fare una brutta impressione già dal primo contatto telefonico. Vi sembra un lavoro faticoso e per il quale serve un minimo di organizzazione? Esatto, è proprio così. E per evitarlo oggi non avete neppure più la scusa del tempo o delle risorse perchè gli strumenti tecnologici a disposizione sono tanti e spesso gratuiti: utilizzateli!