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Study Abroad: una marcia in più

Study abroad, studiare all’estero, è l’evento che l’Informagiovani di Ancona organizza in collaborazione con le agenzie di soggiorni studio, per far conoscere le opportunità di formazione scolastica all’estero ai ragazzi dai 14 ai 18 anni.

Sempre più spesso i genitori di ragazzi studenti delle scuole superiori si sentono chiedere dai propri figli la possibilità di andare a studiare all’estero per un periodo più o meno lungo.

Ovviamente di fronte a una tale richiesta i genitori vengono assaliti da tanti dubbi e preoccupazioni. Lasciare andare un figlio in un altro Paese a una così giovane età non è senz’altro facile perché si teme che non sia in grado di affrontare da solo un cambiamento così importante. E non solo i genitori sono anche preoccupati per quello che aspetta al proprio figlio al rientro, dopo un periodo più o meno lungo di assenza dalla scuola italiana.

Ebbene, il programma di studio all’estero, conosciuto anche come “High school Program” prevede, infatti, la possibilità di frequentare un trimestre, un semestre o un intero anno scolastico all’estero, a seconda del paese scelto.

E cosa importante è riconosciuto dal MIUR. La durata massima della frequenza all’estero, al fine di garantire la riammissione in Italia, è di un anno scolastico purchè esso si concluda prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. Nonostante il periodo di studio all’estero sia riconosciuto in Italia, tuttavia la riammissione e il passaggio al semestre o all’anno scolastico successivo non è automatica. Occorre quindi concordare, prima della partenza, con i professori e con il dirigente scolastico le modalità di riammissione.

Il programma è rivolto ai ragazzi/e di età tra 14 e 18 anni ma è consigliabile affrontare una scelta di questo tipo al terzo o quarto anno della scuola superiore, quando già i ragazzi/e hanno raggiunto un certo livello di autonomia e non sono impegnati con l’esame di maturità.

Ma da dove si inizia?

Innazitutto occorre scegliere una delle tante agenzie/associazioni, riconosciute dal MIUR, che si occupano di selezionare gli aspiranti partecipanti, prepararli alla partenza, scegliere le scuole all’estero e assegnarle a ciascuno e seguire gli studenti durante tutta la durata del programma.

La domanda va presentata diversi mesi prima della partenza; addirittura un anno prima per l’anno scolastico. La partenza in genere avviene nel mese di luglio dato il diverso inizio dell’anno scolastico negli altri paesi e la necessità di arrivare con un certo anticipo in modo da ambientarsi nel nuovo Paese.

I costi, abbastanza sostenuti, in genere variano da Paese a Paese e in base alla durata del soggiorno ma esiste anche la possibilità di ottenere delle borse di studio a copertura almeno parziale.

A fronte di questi aspetti, però, non si può non riconoscere l’importanza di esperienze di questo tipo, esperienze che formano la persona, il carattere e danno una marcia in più per il futuro professionale.

In primis certamente la possibilità di imparare meglio o da nuovo una lingua straniera, requisito ormai fondamentale in un mercato del lavoro ma anche in un mondo sempre più multiculturale.

Diventare cittadini del mondo, costruire un pacchetto di conoscenze e competenze da spendere in un mercato del lavoro sempre più globalizzato, innalzare le proprie soft skill di tipo relazionale, comunicativo e organizzativo: sono le esigenze sempre più pressanti degli studenti di oggi.

Per saperne di più vi invito a partecipare al nostro evento Study Abroad, dove avrete la possibilità di conoscere ben 13 agenzie e le opportunità da loro offerte e ascoltare la testimonianza di un ospite su come le sue esperienze di studio all’estero hanno influìto sul suo futuro professionale e contribuìto alla sua crescita personale.

La partecipazione all’evento è gratuita e aperta a tutti. Basta iscriversi.

Terza prova addio: ecco come cambierà l’Esame di Stato

La tanto temuta terza prova scritta (o quizzone) ha le ore contate. Gli ultimi a sostenerla sono proprio i 500mila studenti maturandi che questa mattina erano sui banchi di scuola.

Viene elaborata specificatamente da ciascuna commissione di ogni scuola (quindi commissari sia interni che esterni) che sceglie la tipologia di prova e gli argomenti in base allo specifico percorso di studi e viene pensata e predisposta a ridosso delle altre prove.

Perché è tanto temuta dagli studenti? Perché ha carattere multidisciplinare; infatti consiste in test a risposta aperta, a risposta multipla o nella forma mista su ben 4 o 5 discipline (ad esclusione di quelle oggetto delle due prime prove scritte). La terza prova è quindi diversa da scuola a scuola.

Ha lo scopo di verificare il grado di conoscenze acquisite dagli studenti nelle varie materie svolte durante l’ultimo anno di superiori.

Gli studenti devono, quindi, ripassare tutti i programmi di tutte le materie poiché, fino al giorno dello scritto non conosceranno le tracce.

Dal 2019, in base alle novità introdotte dalla Buona scuola bis nel 2017 dal governo Renzi, la terza prova scritta sarà abolita – con grande gioia degli studenti – e lascerà il posto ad un test Invalsi per saggiare le competenze dei maturandi in Italiano, Matematica e Inglese che si svolgerà (al computer) un paio di mesi prima degli esami.

Il test INVALSI costituirà requisito necessario per accedere agli esami, assieme alla sufficienza in tutte le discipline – condotta compresa – e all’avere svolto le 200/400 ore di Alternanza scuola – lavoro previste dalla legge 107. Il voto della prova INVALSI non peserà comunque sul voto finale d’esame.

Rimarranno in gioco la prima prova di italiano e la seconda prova su una della materie caratterizzanti per ogni scuola.

Quindi l’Esame di Stato 2019 sarà composto in tutto di tre prove: due scritti più l’orale.

L’orale, cioè la fase finale dell’esame, cambierà un po’: accerterà il conseguimento delle competenze raggiunte, la capacità argomentativa e critica del candidato, l’esposizione delle attività svolte in alternanza. Il colloquio darà quindi rilevanza all’esperienza di alternanza Scuola-Lavoro che diventerà un requisito necessario per accedere all’esame.

Per essere ammessi all’esame occorrerà infine avere il 6 in tutte le materie anche se al riguardo è prevista l’eccezione di una materia ma in questo caso il maturando verrà ammesso all’esame con un numero di crediti inferiore.

Nessuna eccezione, ai fini dell’ammissione, invece per il voto di condotta che deve raggiungere almeno la sufficienza; aspetto questo importante e deciso per contrastare i fenomeni di bullismo a scuola. Una battaglia di civiltà che vuole trasmettere un messaggio importante e insegnare ai ragazzi regole di civiltà e convivenza.

Cambiano anche i punti per le prove scritte e per quella orale.

Continueremo a tenervi aggiornati sull’argomento.

Studiare all’estero: un investimento per il futuro

Studiare all’estero durante le scuole superiori può sembrare una scelta azzardata e ardua.

Comporta, infatti, di dover lasciare il proprio Paese e le proprie abitudini per trasferirsi in un Paese straniero dove le certezze vengono sostituite dall’urgenza di mettersi in discussione tutti i giorni a migliaia di chilometri da casa.

I ragazzi che scelgono di provare l’esperienza di exchange student si trovano completamente fuori dalla famiglia, dove sono troppo protetti e assistiti, imparano una lingua straniera nella vita quotidiana più che sui libri e infine si confrontano con metodi di studio molto diversi da quelli cui erano abituati.

Allo stesso tempo, però, decidere di trascorrere un anno scolastico o anche un periodo più breve all’estero è sicuramente una delle esperienze più belle che un giovane possa fare: apre la mente, insegna a guardare il mondo da prospettive diverse, fa crescere e maturare, con enormi vantaggi per il proprio futuro, sia a livello umano che professionale.

L’anno scolastico all’estero, oppure il semestre o trimestre, è un’opportunità rivolta ai ragazzi dai 14 ai 17 anni. I limiti delle età ammesse a partecipare variano a seconda del Paese richiesto.

Tuttavia è più consigliato durante il terzo o quarto anno delle superiori quando i ragazzi hanno già acquisito una certa autonomia e non sono ancora impegnati con l’esame di maturità.

Il primo passo da compiere è quello di scegliere una delle numerose associazioni/agenzie che si occupano di seguire tutte le varie fasi del programma: dalle selezioni degli aspiranti partecipanti, al percorso di formazione, al soggiorno all’estero, fino al rientro in Italia.

La domanda va presentata diversi mesi prima della partenza (addirittura un anno prima per l’anno scolastico); la partenza avviene in genere a luglio dato il diverso inizio dell’anno scolastico negli altri Paesi e la necessità di arrivare nel Paese di destinazione con un certo anticipo in modo da iniziare ad ambientarsi.

I costi sono abbastanza elevati e variano a seconda del tipo di programma e di destinazione scelti.

Sebbene la normativa scolastica italiana sostenga le esperienze di studio all’estero e regolamenti il riconoscimento degli studi effettuati all’estero ai fini della riammissione nella scuola italiana (NOTA MIUR 843/10 APRILE 2013), tuttavia il riconoscimento e il passaggio all’anno scolastico o semestre successivo non è automatico. Occorre quindi concordare, prima della partenza, con i professori e con il dirigente scolastico le modalità di rientro.

Se volete saperne di più e conoscere alcune delle agenzie che si occupano di studio all’estero, l’Informagiovani vi invita a partecipare agli incontri informativi, dal titolo “Study Abroad” organizzati in collaborazione con le agenzie stesse.

Gli incontri sono gratuiti e aperti a tutti, è sufficiente iscriversi!

In Germania, non solo per lavoro

Si parla molto di Germania destinazione per chi si sposta per motivi di lavoro, ma è una meta da considerare anche per chi volesse proseguire gli studi all’estero, per esempio in una delle numerose università tedesche.

Anche la Germania partecipa al cosiddetto Processo di Bologna, teso a riformare i differenti sistemi universitari europei, di modo che risultino il più possibile armonizzati e omogenei tra di loro.

Questo progetto prevede la suddivisione degli studi superiori in tre cicli:
Laurea triennale, in Germania chiamata Bachelor
Laurea magistrale o specialistica, in Germania chiamata Master
Dottorato di ricerca, in Germania chiamato Promotion

L’offerta universitaria è in Germania molto ampia e articolata, grazie ad un numero elevato di atenei e altri tipi di istituti universitari, in maniera abbastanza diversa da come accade in Italia. Il portale dedicato alla formazione superiore fornisce anche le informazioni relative a visti, requisiti, e documenti da presentare.

In particolare, in Germania si possono trovare:

· Universität (Università)
· Fachhochschule (Istituto superiore ad indirizzo scientifico)
· Technische Universität / Technische Hochschule (Politecnico)
· Kunsthochschule (Accademia di Belle Arti)
· Musikhochschule (Conservatorio di musica)
· Gesamthochschule (Università unificata)
· Verwaltungsfachhochschule (Istituto superiore per la pubblica amministrazione)
– Pädagogische Hochschule (Istituto universitario per la formazione degli insegnanti)
· Berufsakademien (Accademie professionali)

I corsi universitari si concludono con un esame di diploma (Diplomabschluß), di magistero (Magisterabschluß, specie nelle facoltà umanistiche) o di Stato (Staatsexam, per chi studia giurisprudenza o medicina e per chi vuole insegnare).

Per queste scuole non è previsto il pagamento delle tasse universitarie, ma viene richiesto solo un contributo annuo per il tesserino universitario, il libretto e certificati vari. I corsi universitari durano minimo 8 semestri, e sono divisi in 2 cicli. Gli studenti che terminano il primo ciclo ottengono il diploma di Zwischenprüfung o Vordiplom.

Nei casi in cui l’accesso ai corsi è a numero chiuso, l’ammissione non è regolata dall’università stessa ma da un’autorità centrale (Zentralstelle für die Vergabe von Studienplätzen – ZVS) e viene data in base al voto dell’esame di maturità ed al periodo di tempo trascorso in lista d’attesa. In alcune facoltà sono previsti anche dei test attitudinali ed un colloquio selettivo.

L’Italia e la Germania hanno siglato un accordo per il riconoscimento automatico dei titoli di studio: per poter studiare in un’università tedesca è necessario possedere il diploma di maturità ottenuta dopo 5 anni di scuola superiore. Gli studenti stranieri devono anche dimostrare una buona conoscenza del tedesco e sostenere un test d’ammissione scritto per valutarne il livello. Chi non supera il livello minimo individuato per l’accesso, deve fare un corso alla Volkshochschule della durata di un semestre, e riprovare l’ammissione all’università il semestre successivo; chi invece supera il test a pieni voti si può dedicare ai corsi della materia prescelta offerti dall’università.

Parallelamente a questi corsi di lingua, intensivi e obbligatori, si possono frequentare anche i corsi normali. Per chi intende rimanere più di due semestri oppure completare il corso di studi in una università tedesca, è obbligatorio sostenere il DSH, Deutsche Sprachprüfung für den Hochschulzugang ausländischer Studienbewerber, esame scritto e orale, che presuppone un livello avanzato della lingua. Le università offrono corsi di preparazione per coloro che non riescono a superare l’esame.

Insomma, bisogna impegnarsi parecchio ed essere determinati, ma le università offrono agli studenti stranieri supporto e corsi per l’apprendimento del tedesco, per una migliore e più rapida integrazione.

scuola estero Europa studiare

Un anno di scuola, ma all’estero

A volte la scuola ti va stretta, perché non offre abbastanza stimoli, o perché ti sembra non sia abbastanza aperta a orizzonti che tu invece intravedi e insegui.

Se quello di cui hai bisogno sono nuove sfide, nuovi amici e un contesto internazionale, frequentare un periodo di scuola in un altro paese (europeo e non) può essere la risposta per chi è maturo e preparato ad affrontare un viaggio oltre i confini delle solite abitudini.

L’anno, o semestre, all’estero è consigliato durante il quarto anno delle scuole superiori (ma si può partire anche per il terzo anno), quando si è abbastanza grandi e autonomi, ma non ancora arrivati ad affrontare il quinto ed ultimo anno e il conseguente esame di maturità.

Ma come funziona, da dove si comincia? Tutta l’organizzazione della mobilità all’estero dello studente viene gestita da società riconosciute dal Ministero dell’Istruzione: queste si preoccuperanno di selezionare gli aspiranti partecipanti, prepararli alla partenza, scegliere le scuole all’estero e assegnarle a ciascuno, oltre a seguire gli studenti per tutta la durata del programma.

E’ indispensabile cominciare a informarsi e prepararsi con ampio anticipo (tra i 15 e i 18 mesi prima) dato che la domanda va presentata già dall’anno precedente nel caso dell’anno intero, e comunque diversi mesi prima della partenza.

Si parte in genere nel mese di luglio, tenendo conto del diverso inizio dell’anno scolastico nel paese di destinazione, e in ogni caso in modo da arrivare sul posto qualche giorno prima, per cominciare ad ambientarsi.

I costi da sostenere per questa esperienza variano a seconda della destinazione e della durata: non sono stratosferici ma nemmeno troppo contenuti. Ad esempio un anno scolastico all’estero in un paese anglosassone può costare tra 8 e 10 mila euro, quota che include la preparazione, il viaggio, l’iscrizione alla scuola, il tutoraggio, il vitto e l’alloggio presso una famiglia locale.

E quando si torna? Cosa succede? Nonostante l’anno o il periodo trascorso all’estero sia riconosciuto, il riconoscimento e il passaggio all’anno o al semestre successivo non è automatico, e bisogna presentare alla scuola in cui si rientra i documenti relativi alla frequenza all’estero e seguire le indicazioni dell’istituto. La cosa migliore da fare è programmare con anticipo per avere il tempo di concordare con gli insegnanti e il dirigente scolastico quali saranno le modalità di rientro già prima di partire.

Quali sono i vantaggi? Inutile dire che la permanenza all’estero permette di fare un balzo in avanti nella conoscenza e nell’uso di una lingua straniera, se non di apprenderne una nuova. Inoltre si impara a conoscere meglio se stessi, i propri limiti, le proprie potenzialità, stando a contatto con una realtà diversa da quella in cui si è cresciuti. Si guadagna in autonomia, in capacità di individuare problemi che ci riguardano e relative soluzioni.

Se pensi che potrebbe essere una esperienza che fa per te, o semplicemente vuoi saperne di più, segui la nostra pagina eventi e partecipa ai prossimi incontri informativi sull’argomento! Le candidature per il prossimo anno sono già aperte.

 

studiare in Australia corso di formazione

Studiare in Australia!

Molti di voi avranno pensato almeno una volta nella vita che sarebbe bello poter fare un corso, magari di lingua, in Australia, e unire la necessità di migliorare l’inglese con il piacere di visitare un paese così diverso dal nostro e sul quale si sentono racconti leggendari.

Ma come fare? La distanza sia geografica che culturale, la difficoltà di trovare fonti affidabili di informazioni dedicate proprio a chi non vive già nel paese sono tutti fattori che ci possono scoraggiare nella costruzione del nostro bel progetto.

Per questo il governo australiano ha creato un portale dedicato espressamente a chi ha intenzione di andare a frequentare un corso, a livello scolastico o professionale, nel paese dei canguri, dei serpenti e delle spiagge infinite.
Per farvi sentire più vicini, il 25 novembre un rappresentante del Consolato Australiano terrà un webinar gratuito sui vari tipi di corsi che si possono frequentare in Australia e su come organizzare il proprio soggiorno down under!

L’appuntamento è per mercoledì 25 novembre alle 16.30, online da casa tua!
La partecipazione è gratuita, con iscrizione via email all’indirizzo Italy@studyinaustralia.gov.au