Formazione e lavoro: binomio indissolubile

Come ogni anno, settembre è il mese della ripresa di molte attività, dopo la pausa estiva. Si riprende a cercare lavoro, si riprende a cercare i corsi di formazione.

Ogni giorno all’Informagiovani, infatti, in questo periodo arrivano tante persone che vogliono essere indirizzate verso la strada migliore per il loro futuro professionale.

Arrivano allo sportello sia giovani alla ricerca della loro prima occupazione sia meno giovani che un lavoro lo avevano ma ora non più.

Nella prima categoria, come è facile immaginare, rientrano i neodiplomati o i neo laureati che, avendo terminato il loro percorso di studi, vorrebbero entrare subito nel mondo del lavoro. Spesso, però, non è così semplice e non solo perché il mercato del lavoro sta attraversando ormai da diverso tempo un periodo di crisi ma spesso anche perché il proprio profilo non risponde alle richieste delle aziende.

Molto spesso, infatti, il possesso di un titolo di studio non garantisce l’immediatezza nel trovare lavoro, perché, come potete vedere anche dalle offerte pubblicate sul nostro sito, le aziende ricercano personale sempre più specializzato e/o con esperienza.

E questi sono requisiti che un giovane, appena uscito da un percorso di studi, difficilmente possiederà.

E allora cosa si può consigliare ad un ragazzo? – ma lo stesso discorso vale anche per i meno giovani. Cercare di arricchire il proprio profilo professionale non solo con esperienze lavorative ma magari con percorsi formativi.

L’Informagiovani di Ancona stila un elenco di corsi, gratuiti e a pagamento, in partenza in ambito regionale al quale potete fare riferimento per la scelta del corso più adatto a voi.

Questi elenchi sono consultabili sia in forma cartacea allo sportello sia on line sul nostro sito alla pagina formazione.

Come potete vedere, in questo periodo ci sono numerosi (ben 4 pagine) corsi gratuiti, molti dei quali rivolti ai disoccupati/inoccupati. All’interno di questo elenco sono presenti molti corsi ITS, già trattati in un precedente articolo.

Mi soffermo ancora una volta su questi corsi perché oltre ad essere una valida alternativa all’università – infatti sono rivolti a diplomati – danno anche garanzia di occupazione.

Infatti in Italia c’é sempre più consapevolezza nel ritenere che la strada da seguire per combattere disoccupazione e abbandoni scolastici sia il rafforzamento della formazione, in particolare quella on the job, e di come i percorsi ITS siano a tal proposito una valida risposta, in quanto mirano a far acquisire elevate competenze tecniche ed esperienze che faciliteranno l’inserimento nel mondo del lavoro.

Le Fondazioni gestori degli ITS nelle Marche le potete trovare sul sito regionale dedicato.

Gli elenchi dei corsi in partenza in ambito regionale, ITS e non solo, che l’Informagiovani stila sono in continuo aggiornamento e quindi vi consiglio di consultarli di frequente.

Per qualsiasi chiarimento in merito alla scelta di un corso potete scrivermi a: formazione@informagiovaniancona.com.

Cosa fa la differenza

In questo periodo stiamo proponendo con una certa frequenza temi e attività che riguardano le competenze trasversali (chi ci segue sa che anche gli ultimi eventi che hanno avuto come tema questo): con un termine abusato si chiamano soft skill e sono quelle cose che ognuno di noi sa fare anche se non ha frequentato un corso o una scuola per impararle.

Le competenze trasversali, nella considerazione comune, vivono di una doppia fama. Da una parte c’è chi le considera soltanto un orpello utile a chi deve chiacchierare di competenze e mercato del lavoro, perché nel mondo del lavoro quello “vero” è importante imparare un mestiere, saper fare una cosa (meglio se pratica) in maniera corretta senza badare a tante altre cose. Questa teoria, a mio modo di vedere, ha un fondo di verità (è vero, quando ti pagano per un lavoro la prima cosa è saperlo fare in maniera corretta) ma anche un certo livello di approssimazione (per esempio: tutti sappiamo portare un piatto al tavolo, ma non tutti siamo bravi camerieri). Più in generale mi pare che il problema più serio di questa teoria sia un certo anacronismo: questo approccio, secondo me, andava bene 20 o 30 anni fa quando il mercato del lavoro era più semplice per certi versi.

Poi c’è invece chi, senza esagerare, considera le soft skill un elemento abbastanza importante per definire la propria professionalità. Quando mi capita di parlare in qualche scuola faccio sempre questo esempio. Nell’anno in cui vi diplomerete, insieme a voi lo faranno qualche altra decina di persone. E stiamo parlando dello stesso istituto, perché se allarghiamo l’orizzonte a un territorio più ampio o all’intera nazione i numeri si moltiplicano notevolmente. ora la domanda è: è ragionevole pensare che tutti i diplomati di una stessa scuola siano uguali in senso professionale? Detto in altro modo: se ciascuno di quei diplomati (ma vale anche per la laurea) compila un curriculum e lo porta ad un dato datore di lavoro, per questo non fa nessuna differenza il candidato che si presenta? Chiaramente la risposta è no. Per il datore di lavoro (ma per chiunque debba avere a che fare con noi, in senso professionale e non solo) non è indifferente la persona che ha davanti, anche se ha la stessa formazione, sa fare le stesse cose, ha acquisito le stesse conoscenze. Alla domanda “che cosa fa la differenza?” la mia risposta è che è il bagaglio delle competenze trasversali. Non intendo, se per caso fosse passato questo messaggio, la personalità di ciascuno.

Le competenze trasversali (saper comunicare, sapersi organizzare, saper costruire e mantenere relazioni, saper lavorare in gruppo e via discorrendo) sono abilità che arricchiscono le nostre competenze più tecniche. Per certi versi io credo che ci facciano, per esempio, essere migliori ingegneri, commercialisti, idraulici, professori, impiegati eccetera. Le competenze trasversali ci aiutano a marcare una differenza con gli altri. Si tratta di una differenza, sulla quale, se siamo bravi, possiamo costruire la nostra carriera. Mi piace poter dire una cosa: il nostro obiettivo, nel mondo del lavoro, dovrebbe essere sempre quello di scegliere di essere diversi.

ATTENZIONE, forse cerchiamo anche te! 😉

Se pensi di avere una competenza che fa la differenza partecipa al prossimo appuntamento di BeSmart e vieni a raccontarcela! Clicca qui e scopri come!

Servizio Civile Universale 2018

Finalmente, dopo una lunga attesa estiva, lo scorso 20 agosto è uscito il bando del Servizio Civile Universale 2018, aperto a tutti i ragazzi e le ragazze tra i 18 e i 28 anni, italiani, europei o extraeuropei ma residenti in Italia.

Come si partecipa? e soprattutto, qual’è lo scopo?

Innanzitutto bisogna ricordare che il servizio civile non è un lavoro , ma un volontariato. E’ un impegno a sostenere e promuovere con azioni concrete i valori fondativi della Repubblica italiana. In altre parole si dedica un anno del proprio tempo e delle proprie energie ad attività di educazione, inclusione, partecipazione e confronto a contatto con la comunità in cui si vive, quindi nella propria città, o in altre parti di Italia, se c’è l’interesse a spostarsi, o addirittura all’estero.

Una volta scelto il progetto, presentata la candidatura e superata la selezione, si comincia con un periodo di formazione, utile per approfondire il valore e il significato del servizio civile, e per allargare le conoscenze necessarie a svolgere al meglio il proprio ruolo presso l’associazione o l’ente che ci accoglie.

Il servizio civile, se il progetto viene scelto bene, in base ai propri interessi e progetti, può essere anche un’ottima esperienza professionale. La durata delle attività è abbastanza lunga e consistente (l’impegno richiesto è di circa 30 ore settimanali) da permetterci di imparare molto sull’ambiente, le competenze necessarie, i soggetti coinvolti e il settore in generale.

Per molti progetti vengono anche riconosciuti dei crediti formativi, validi poi per una eventuale iscrizione all’università o nella formazione professionale.

Andando a cercare sul sito ufficiale un progetto nella vostra zona o nel settore che vi interessa vedrete che si possono scegliere tra due tipi di progetti, chiamati ordinari o sperimentali. I primi sono i progetti ideati secondo le regole che sono state valide negli anni scorsi, e quindi saranno progetti della durata di 12 mesi, nei settori tradizionali di attività del servizio civile. I progetti sperimentali sono invece quelli che in qualche aspetto hanno introdotto le novità previste dal Servizio Civile Universale (nuovi settori per svolgere il servizio civile, maggiore possibilità di partecipare per chi ha difficoltà di vario genere, durata modulata in modo diverso).

Le cose fondamentali da ricordare sono la scadenza per presentare la domanda, che è fissata alle ore 18 del 28 settembre, e la possibilità di presentare una sola domanda, quindi è importante scegliere bene!

Per chiederci tutto quello di cui non abbiamo parlato, vedere quali sono i progetti tra cui scegliere, e soprattutto incontrare i referenti dei progetti che cercano volontari per Ancona, ci vediamo lunedì 17 settembre qui all’Informagiovani, ti aspettiamo!

La scuola ai nastri di partenza

Ebbene sì: la scuola è ai nastri di partenza; infatti a parte gli studenti della provincia di Bolzano che, ahimé, hanno già iniziato il nuovo anno scolastico il 5 settembre, in tutte le altre regioni la prima campanella suonerà tra questa e la prossima settimana.

Gli studenti marchigiani torneranno a scuola lunedì 17 settembre, come da calendario scolastico regionale.

Il calendario scolastico infatti viene deciso dalle singole regioni che dal 2000 hanno una propria autonomia amministrativa, didattica e organizzativa.

Come sempre le giornate che precedono l’inizio della scuola sono dense di emozioni contrastanti sia nei più piccoli che per la prima volta varcheranno la soglia di una scuola sia per i più grandi.

Si passa dall’entusiasmo di conoscere i nuovi compagni di scuola o ritrovare quelli “vecchi, conoscere i nuovi insegnanti o rivedere quelli dello scorso anno, all’ansia di doversi rimettere in gioco per affrontare al meglio il nuovo anno scolastico.

Tornare sui banchi di scuola o affacciarvisi per la prima volta vuol dire dover cercare di riorganizzare le proprie giornate secondo ritmi più intensi dimenticati durante la pausa estiva.

Infatti, in genere, in concomitanza con la ripresa della scuola riprendono anche le attività extrascolastiche che impegnano i pomeriggi della stragrande maggioranza di bambini e ragazzi.

Anche questo aspetto è motivo di ansia perché si dovrà imparare a gestire al meglio il proprio tempo a disposizione dividendosi tra attività scolastiche ed extra.

Pensate, però, ragazzi che anche i vostri insegnanti provano le stesse emozioni, per alcuni perché si tratta magari della prima esperienza, per gli altri perché comunque con i vecchi alunni sarà la ripresa di un dialogo interrotto a giugno, con i nuovi alunni sarà l’inizio di un cammino.

Generalmente, comunque, l’inizio è piuttosto soft: si fa conoscenza con i nuovi compagni o si riabbracciano gli amici che non si sono frequentati durante l’estate, i professori spiegano i programmi e gli obiettivi da raggiungere.

I primi giorni serviranno per imparare a conoscervi reciprocamente ma niente paura avrete un intero anno scolastico per farvi apprezzare come studenti e come persone.

Pronti per la partenza? Vi auguriamo di affrontare con la giusta serenità il nuovo anno scolastico.

Nuove professioni: scegli il tuo futuro per pianificare domani

Giovedì 13 Settembre alle ore 18,00 presso l’Informagiovani di Ancona abbiamo organizzato l’evento “Nuove professioni: scegli il tuo futuro per pianificare il domani! in collaborazione con Masterandskills, la Business School del dipartimento di Metodi e Modelli per il territorio, l’economia e la Finanza della Sapienza Università di Roma.

L’evento è rivolto a ragazzi laureati del territorio marchigiano ed ha come obiettivo il dialogo tra esperti dell’attuale mercato del lavoro ed i giovani per valutare come rendere spendibile il proprio titolo di studio sul territorio.

Manager, Imprenditori, psicologi del lavoro, la Business School Masterandskills  interverranno per presentare una fotografia dinamica dei bisogni del mercato e delle figure professionali nuove o tradizionali ma ripensate in funzione di nuovi bisogni del mercato dei giovani e del loro futuro professionale.

L’evento prevede una tavola rotonda con domande aperte da parte dei partecipanti  alle quali gli esperti offriranno risposte e soluzioni realistiche per avere un orientamento concreto al proprio futuro. Inoltre per la MasterandSkills sarà l’occasione per presentare un Master Executive: “Management per nuove strategie di crescita delle PMI”.

La MasteranSkills è una Business School nata con l’obiettivo di offrire una forte specializzazione a laureati, laureandi e professionisti provenienti dal settore economico-giuridico. Ha come mission l’erogazione di servizi formativi di alto profilo specialistico professionale ma progettati con un taglio decisamente pragmatico.

La dott.ssa Cristina Menichelli, co-fondatrice e direttrice di Masterandskills chiarisce la mission con questo intervento: “Le nostre iniziative, spesso innovative, sono concepite come una sorta di palestra formativa che si pone l’obiettivo di potenziare e massimizzare Ie performance dei singoli: i rilevanti risultati di placement dei giovani sono il frutto di un articolato lavoro complessivo, tailored (costruito su misura) sui ragazzi. La MasteranSkills non è un’agenzia per il lavoro, non offre solo la possibilità di incontro di domanda ed offerta ma è soprattutto una struttura formativa all’interno della quale i ragazzi che utilizzano al meglio l’allenamento della palestra ottengono un placement, un esito occupazionale di alto profilo. Questa è la caratteristica che ci contraddistingue”.

Se diamo uno sguardo ai numeri vediamo che MasterandSkills ogni anno forma 500 giovani, di cui l’80% trova collocamento nelle aziende nazionali, il restante ottiene una posizione lavorativa all’estero o dà vita ad un proprio progetto di imprenditoriale.

Per restare aggiornati e partecipare all’evento è necessario prenotare il proprio posto gratuito cliccando qui.

Conquistare i clienti

Venditore, consulente commerciale, rappresentante, sales manager, account, key account: lo potete chiamare come volete ma questo lavoro è uno di quelli che non vuole fare quasi nessuno. Perché? Da questa domanda siamo partiti quando abbiamo immaginato un percorso dedicato alle figure commerciali in azienda con Filotea.

La risposta che ci siamo dati riguarda soprattutto l’idea generale, l’opinione comune del venditore (utilizziamo questo termine per adesso, poi ci torneremo) che si è maturata nel tempo di questa professione: un lavoro senza uno stipendio certo e fisso, con un sacco di grane, in condizioni di precarietà e improvvisazione molto lontane dalla professionalità. Questa è una rappresentazione parziale della realtà: anche se è vero che ci sono offerte di lavoro come venditore “drammatiche” nella loro proposta, ne esistono anche molte altre che possono davvero essere delle ottime occasioni di lavoro e carriera. In buona sostanza esiste un problema di brand del venditore ed è anche per questo che nell’immaginare un titolo per un evento dedicato a questa professione abbiamo scelto “Diventare bravi a conquistare clienti“.

Diventare bravi a conquistare clienti” è un format di tre appuntamenti per la formazione di figure professionali nel settore commerciale, della comunicazione, del marketing che abbiamo immaginato, progettato e realizzato con Filotea, un’azienda artigiana del nostro territorio. Saranno tre giornate formative che gestiremo con Filotea e con il contributo di Synergie, agenzia di lavoro che opera da anni nel territorio. Avranno come obiettivo quello di formare persone che vogliono avventurarsi nel mondo del lavoro mettendosi in prima linea nella conquista e nella gestione dei clienti. L’intento è quello di sviluppare professionalità che siano in grado di acquisire, gestire e trattare i clienti in modi diversi: attraverso il web, la gestione delle relazioni, l’incontro commerciale, la costruzione di un network. Il percorso verrà presentato il prossimo 11 settembre alle ore 17 nello store di Filotea, in via 1° maggio ad Ancona

Il percorso non è fine a se stesso: al termine, Filotea sceglierà una persona da inserire all’interno del proprio organico, inizialmente con un tirocinio di tre mesi al quale potrà seguire un’assunzione nell’area commerciale che comprende non solo la vendita pura e semplice ma più in generale l’acquisizione e la gestione dei clienti anche attraverso tecniche e strategie digitali. A questo evento abbiamo invitato anche altre aziende che potranno, se lo vogliono, conoscere il profilo dei partecipanti al percorso e contattarli per le proprie esigenze. In sintesi si tratta di un’occasione vera per mettere in contatto chi cera e chi offre lavoro in una dinamica che non è solo quella del mercato (“cosa mi offri?” contro “cosa sai fare?”), ma di maggiore conoscenza reciproca e di incontro fondato sulla condivisione di competenze, visioni e aspettative.

Tutte le informazioni per partecipare al percorso (l’evento dell’11 settembre è libero, gratuito e senza prenotazione) le trovate in questa nostra pagina dedicata, ma il consiglio è quello di venire martedì 11 settembre da Filotea (scopri dov’èper avere la possibilità di chiarire tutti gli aspetti del percorso, le modalità di partecipazione, i temi della formazione e fare tutte le domande che volete per chiarire ogni dubbio. 

 

I nostri laboratori per gli stranieri

Prende il via domani la serie di laboratori che l’Informagiovani di Ancona organizza in collaborazione con il Progetto SPRAR “Ancona Città d’Asilo”, rivolti agli stranieri.

Lo SPRAR è il Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rigugiati istituito dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale ed è affidato all’Anci (l’associazione dei comuni italiani).

ll Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. A livello territoriale gli enti locali, con il supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di “accoglienza integrata” che vanno oltre la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico.

Quando lo SPRAR di Ancona ci ha chiesto una collaborazione in questo senso, noi abbiamo accettato senza esitazioni, perché siamo fermamente convinti che il modo migliore per “aiutare” queste persone sia quello di renderli consapevoli nella scelta e autonomi nella vita di tutti i giorni e nella ricerca del lavoro.

Per questo abbiamo ideato una serie di incontri a cadenza mensile rivolti alle persone rifugiate seguite dal servizio SPRAR che mirano a fornire loro orientamento ai servizi e al lavoro.

Partendo da una breve presentazione del servizio Informagiovani, illustreremo ai partecipanti come muoversi sul mercato del lavoro, spiegando quali sono i servizi a cui rivolgersi nella fase di ricerca e come procedere nella fase successiva. Tutto questo aiutadoci con una semplice simulazione che li aiuti a capire come rivolgersi ad un ufficio, come chiedere informazioni. Con domande relative a info molto semplici cercheremo insieme la risposta scoprendo i servizi dell’Informagiovani e come funzionano.

Certamente questa è solo una parte del grande lavoro di integrazione di cui le persone rifugiate necessitano ma è fondamentale per dare loro gli strumenti per iniziare a muoversi in autonomia e con cognizione di causa.

Che lingua stiamo parlando?

Il nostro rapporto con la lingua è quantomai controverso, soprattutto da qualche tempo a questa parte. Riduciamo da qualche anno la numerosità di vocaboli, sbagliamo sempre più spesso l’utilizzo di alcune proposizioni (accidenti al “piuttosto che” utilizzato come disgiuntivo), incespichiamo sempre più spesso nella scelta dei tempi verbali (congiuntivo o condizionale?).

Insomma, come direbbe Paolo Villaggio interpretando il personaggio di Fantozzi (che peraltro con l’uso distorto dell’italiano ha giocato parecchio), pare siamo immersi in dubbi atroci ogni volta che parliamo, scriviamo o comunque ci esprimiamo in italiano. A questo bisogna aggiungere che ci facciamo troppo spesso condizionare (non so se sia il termine giusto) dall’inglese o, meglio, dal suo utilizzo mescolato ed errato con l’italiano come spiega Annamaria Testa nello speech (ops, ci sono cascato anche io!) che potete vedere anche in fondo a questo articolo.

Qual è il problema di noi italiani con la lingua? Che lingua stiamo parlando? e come, per quello che ci interessa, questa cosa influenza e determina anche le nostre scelte professionali? La risposta a queste domande non è facile. Anche perché, la faccenda si potrebbe affrontare anche da un altro lato come fa Anna Momigliano in questo articolo comparso su Rivista Studio ad aprile scorso: noi italiani, in genere e nella media, conosciamo poco la lingua inglese che preferiamo imparare e praticare con pressapochismo, poca scioltezza e molta improvvisazione (che, a volte, è davvero l’arma vincente). Però capita che molti bandi di lavoro, anche pubblici, richiedano la conoscenza di questa lingua ma capita anche che la scuola dell’obbligo non lo insegni quanto serve. Il fatto che in alcune conferenze, relatori con titoli altisonanti non facciano altro che innondare i propri discorsi con parole come trust, score, shift, book, reputation, dis-trust (solo per citare alcuni termini che ho sentito con le mie orecchie) è dovuto proprio alla mancata conoscenza della lingua. e direi pure della lingua italiana prima ancora di quella inglese.

Come dovremmo comportarci? Scrivo la mia, con la forte convinzione che è solo un’opinione e non una regola o un insegnamento. Non utilizzare le giuste congiunzioni o sbagliare i congiuntivi (oppure sostituirli con tempi verbali più semplici) non ci fa fare una bella figura anche se non ce ne accorgiamo e, ahimè, anche se non sempre se ne accorge chi ci ascolta. Usare l’inglese per sembrare belli e importanti non fa “figo” (chissà, è un neologismo o una bruttura questo termine?) ma solo sciatti, impreparati e, se mi passate il termine, un po’ coatti. Quando ci proponiamo nel mondo del lavoro e dobbiamo o vogliamo raccontare le nostre competenze sarebbe bene che lo facessimo nella lingua più consona a chi ci ascolta o a chi indirizziamo i nostri scritti (che siano mail, lettere motivazionali, relazioni, ecc.): l’italiano con gli italiani, l’inglese con i gli anglosassoni e via discorrendo. Se non siamo sicuri di quel che scriviamo (e, lasciatemelo dire, fatevi venire più dubbi del normale, è conveniente!) possiamo sempre farci aiutare (per esempio, all’Informagiovani, una mano ve la possiamo dare in un paio di lingue almeno).

Il tema poi è ampio e diversificato tanto che ci torneremo anche con la nostra iniziativa BeSmart, nel suo secondo appuntamento del prossimo 26 ottobre (e questa notizia è un’anteprima assoluta!): uno dei temi che affronteremo sarà proprio quello della lingua, perché ci sembra che questa rappresenti una di quelle competenze da curare e valorizzare. La lingua che parliamo (nel senso più ampio di questo termine) non racconta soltanto quello che vogliamo dire quando la utilizziamo, ma parla anche di noi, della nostra storia, della nostra cultura: abbiamone cura!

PS: l’immagine di questo post non ha nulla a che fare (credo) con la lingua, ma ci serve per segnalarvi che questo blog va in vacanza fino alla fine di agosto, buona estate!

Image credits kaizennguyen

Tirocini all’estero di agosto

Con questo caldo?? Eh, sì, anche con questo caldo stiamo qua a proporvi di prendere in considerazione un tirocinio all’estero, anche e soprattutto perché questo è il momento di fare progetti per l’autunno!

Ecco qualche buona opportunità di stage all’estero per studenti e laureati. Buona ricerca e buona estate!

Per studenti o laureati – tirocinio all’ OSCE, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa – Foca (Bosnia Herzegovina)
Durata: fino a 6 mesi
Requisiti: due anni di studi universitari o laurea in una delle aree di interesse dell’OSCE, ottima conoscenza dell’inglese, di Microsoft Office e piattaforme di videoconferenza. Preferibile esperienza in raccolta fondi e
Retribuzione: previsto un rimborso spese
Scadenza: 5 agosto

Per laureati – tirocini in settori vari presso Commissione Europea – Bruxelles (Belgio), Grange (Irlanda), Lussemburgo (Lussemburgo)
Durata: 5 mesi, con inizio a marzo 2019
Requisiti: laurea e conoscenza di due lingue ufficiali dell’UE
Retribuzione: 1176 euro mensili e rimborso delle spese di viaggio.
Scadenza: 31 agosto

Per laureandi e laureati presso il JRC – Joint Research Centre – sedi varie
Durata: da 3 a 5 mesi
Requisiti: studi relativi al tirocinio richiesto, conoscenza di due lingue ufficiali dell’UE di cui una deve essere inglese, francese o tedesco (livello B2)
Retribuzione: prevista una retribuzione mensile pari al 25% di quella di un dipendente di grado AD5/1 e un rimborso viaggio
Scadenza: scadenze varie tra fine agosto e primi settembre

Per laureati – tirocini presso il Centro Europeo di Lingue Moderne – Graz (Austria)
Durata: 6 mesi
Requisiti: studi e preparazione adeguata ai vari tirocini (settori amministrativo e finanziario, comunicazione web, gestione eventi, ricerca e documentazione), conoscenza di inglese o francese.
Retribuzione: 720 euro mensili
Scadenza: 31 agosto

Per studenti – Graphic Designer Intenship con ESPA presso azienda di Bath (UK)
Durata: 6 mesi
Requisiti: conoscenza dell’inglese a livello B2, essere studenti di una facoltà attinente, conoscenza di Illustrator, Photoshop e InDesign
Retribuzione: previsto alloggio con utenze pagate e trasporto locale
Scadenza: non indicata

Per studenti – Machine Learning & 3D Image Processing Internship con ESPA presso azienda di Belfast (IE)
Durata: 6 mesi
Requisiti: conoscenza dell’inglese a livello B2, essere studenti di una facoltà attinente
Retribuzione: previsto alloggio con utenze pagate e trasporto locale
Scadenza: non indicata

Offerta di lavoro congrua

L’offerta di lavoro congrua è quella che viene fatta ai percettori dell’Assegno di Ricollocazione all’interno del progetto personalizzato per il reinserimento nel mondo del lavoro e che non può essere rifiutata dal lavoratore, pena la perdita dello stato di disoccupazione e dell’eventuale indennità che percepisce (come la NASPI).

Quando un’offerta di lavoro si può considerare congrua?

A questa domanda ha risposto il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, attraverso il Decreto 10 aprile 2018 che stabilisce i parametri di congruità, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie generale n. 162 del 14 luglio 2018, in ottemperanza a quanto previsto dagli articoli 3 e 25 del Decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, che contiene le “Disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive’.

Il punto di partenza della normativa è lo stato di disoccupazione: “sono considerati disoccupati i soggetti privi di impiego che dichiarano, in forma telematica, al sistema informativo unitario delle politiche del lavoro di cui all’articolo 13, la propria immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il centro per l’impiego”.

Lo stato di disoccupazione, e la contestuale iscrizione al Centro per l’impiego (CIOF), del lavoratore licenziato, dimesso o inoccupato, serve ai fini del riconoscimento dello stato di disoccupazione NASPI, DIS coll, ASDI o per l’assegno di ricollocazione.

L’iscrizione al Centro per l’impiego è quindi determinante per ottenere i trattamenti economici di disoccupazione. Al Centro per l’Impiego si può iscrivere chiunque abbia compiuto 16 anni (o 15 se ha terminato le scuole dell’obbligo) e se è in stato di disoccupazione o inoccupazione purché si sia residenti o domiciliati in una provincia italiana.

Per accedere alle prestazioni a sostegno della disoccupazione, finalizzate principalmente a favorire il reinserimento lavorativo dei soggetti interessati, i disoccupati devono sottoscrivere un patto di servizio personalizzato presso il Centro per l’Impiego di riferimento. Questo contratto contiene una serie di condizioni che il disoccupato deve rispettare per mantenere lo stato di disoccupazione e le prestazioni a suo favore, che comprendono la responsabilità di accettare congrue offerte di lavoro che dovessero presentarsi durante il periodo di disoccupazione.

I principi utilizzati per definire un’offerta di lavoro congrua sono:

  • la coerenza tra l’offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate;
  • la distanza del luogo di lavoro dal domicilio e tempi di trasferimento mediante mezzi di trasporto pubblico;
  • la durata dello stato di disoccupazione.

Tenete quindi presenti questi parametri quando vi propongono un’offerta di lavoro.

Sostegno finanziario per formazione post laurea all’estero

La formazione è, e dovrebbe essere, continua, lo diciamo sempre, e specializzarsi è una buona mossa per migliorare la possibilità di ottenere un buon lavoro. Ma non sempre è facile seguire questo percorso di miglioramento personale e professionale, spesso a causa dei costi da sostenere.

Per favorire la formazione post laurea dei giovani marchigiani e potenziare le loro competenze, la Regione Marche ha deciso di destinare dei fondi, di cui il 50% viene da fondi europei, al sostegno finanziario di quelli che vogliono frequentare un master o un corso di perfezionamento post laurea (inclusi i percorsi AFAM – Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica), anche presso università all’estero.
E’ infatti attivo un bando per l’assegnazione di questi fondi a giovani laureati under 36, residenti nelle Marche da almeno sei mesi, e che sono al momento disoccupati o inoccupati.

Vediamo come funziona il bando nel dettaglio.
La Regione indica dei settori prioritari di interesse (ma si può fare domanda anche per altri) che sono: moda, legno, agroalimentare, turismo e beni culturali, green economy, distretto del mare, meccanica,
domotica e assisted living, biotecnologie, internazionalizzazione, salvaguardia e valorizzazione del
paesaggio e del territorio.
Il contributo, o voucher, che si può richiedere è pari all’80% del costo di iscrizione del master o del corso che volete frequentare: questo significa che se per iscrivervi al master ci vogliono 5000 euro, il massimo che vi potrà essere finanziato è 4000 euro, e non sono previsti vitto, alloggio e altri costi relativi.
E’ possibile la copertura del 100% del costo di iscrizione se il vostro ISEE è inferiore a 21.000 euro.
Fin qui, tutto molto bene, direi.

Attenzione però, che il finanziamento vi verrà riconosciuto, con un versamento unico, solo dopo la conclusione del master o del corso e il conseguimento del titolo previsto, per cui dovrete prima sostenere tutte le spese autonomamente. Finito il corso e sostenuto l’esame finale, avete 15 giorni di tempo per presentare alla Regione i documenti che lo certificano, per poter poi ottenere il contributo.

Vediamo come si fa domanda, perché qui cominciano le difficoltà.
Intanto la domanda va presentata a iscrizione già effettuata, e, nel caso di iscrizione a master all’estero, dovrete presentare un documento che dimostra che avete già pagato l’iscrizione.
L’inizio del master o del corso deve essere entro 90 giorni dalla vostra richiesta di voucher (attenzione quindi nel caso di corsi, soprattutto all’estero, che aprono le iscrizioni con buon anticipo), e la durata prevista è di un anno.
L’assegnazione del contributo non è automatica, ma viene fatta una valutazione della vostra domanda, che dovrà raggiungere un punteggio di almeno 60 su 100: ottengono più punti le domande che dimostrano la coerenza del percorso di studi scelto con la formazione già fatta e gli obiettivi professionali che si vogliono raggiungere. A parità di punteggio vengono favorite le donne e gli over 30.
Se volete fare domanda per un corso o un master all’estero, tenete presente che dovrete presentare una traduzione asseverata o giurata del percorso di studi scelto, a meno che la lingua usata nei documenti non sia l’inglese o il francese.
Avrete la risposta della valutazione della vostra domanda entro 30 giorni dall’invio, che deve essere fatto online attraverso la piattaforma SIFORM (se non l’avete mai usata, avrete bisogno di un po’ di pazienza per ottenere l’accesso: dovrete andare di persona in uno degli uffici indicati con un documento di identità, per farvi “riconoscere” e ottenere un codice personale).

Questo è naturalmente un riassunto delle istruzioni per poter fare domanda, ricordatevi di leggere attentamente il bando e, per eventuali domande e dubbi, potete rivolgervi a noi (possiamo aiutarvi a capire cosa c’è scritto) o alle referenti regionali del bando (per tutto quello che non c’è scritto o non è chiaramente specificato) di cui trovate i nomi e i contatti nel bando stesso.

I fondi disponibili per i master all’estero (contributo massimo di 8000 euro) copriranno circa 20 richieste, e quelli destinati ai corsi di perfezionamento all’estero (contributo massimo 3000 euro) qualcuna in più.

Il bando scade alla fine del 2019 e, nonostante sia aperto dal 2017, al momento ci hanno detto che non sono state assegnate molte borse, quindi avete ancora buone possibilità di ottenere un finanziamento.

E’ evidente che l’intento, pure molto valido, alla base della decisione di aprire questo bando, si scontra con difficoltà pratiche non solo legate alla presentazione della documentazione ma anche con la necessità, di fatto, di avere già disponibili i fondi per cui si fa domanda.
A maggio la possibilità di richiedere questi voucher è stata aperta anche per la partecipazione a summer school e corsi post laurea che durassero meno di 120 ore, ma non abbiamo maggiori dettagli oltre al comunicato.

Se volete iscrivervi ad un master o un corso di perfezionamento per cui non avete tutti i soldi che vi servono, un consiglio che possiamo darvi per cominciare è quello di fare crowdfunding tra parenti e amici: dovrete essere motivati e convincenti per raccogliere quello che vi serve, ma sempre meglio tentare!

Vacanze bagnate vacanze rovinate?

Siete venuti in vacanza sulla riviera del Conero per godervi un po’ di mare ma il tempo non vi permette di farlo? Certo sarete dispiaciuti di non poter praticare i vostri sport d’acqua preferiti o stare sdraiati al sole ma avrete la possibilità di trascorrere una vacanza ugualmente interessante.

Un’idea potrebbe essere fare un tour delle attrazioni delle città, visitare musei, mostre ed immergervi nelle tradizioni del luogo in cui soggiornate.

La città di Ancona, ad esempio, offre un’ampia scelta di attrazioni culturali: musei, Chiese, pinacoteche, monumenti, ecc., che potete trovare elencati a questo link.

In base al tempo che avrete a disposizione per visitare la città, potrete scegliere quali di queste attrazioni visitare.

Di sicuro non rinuncerei a visitare la Cattedrale di San Ciriaco, il Duomo di Ancona: è una chiesa medievale in stile romanico con influssi bizantini e gotici, che sorge sulla sommità del colle Guasco; è il simbolo anconetano situato su un’altura sovrastante il porto raggiungibile a piedi partendo dal centro storico con passeggiata in lieve salita ma facile e panoramica.

Poco distante dalla cattedrale avrete la possibilità di visitare il Palazzo del Senato, che si affaccia sull’omonima piazza, a due passi dall’anfiteatro romano, è un palazzo in stile romanico. ll palazzo è oggi sede della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio delle Marche.

Scendendo ancora un po’ e avvicinandosi al centro storico della città, raggiungerete la splendida Piazza del Plebiscito, nota anche come Piazza del Papa per la presenza della statua Clemente XII. È una piazza dalla singolare forma rettangolare e molto allungata nella quale l’elemento caratteristico è la scalinata, sormontata dalla Chiesa San Domenico, che avvolge la statua Clemente XII, benefattore della città per la concessione del porto franco.

A pochi passi da questa piazza avrete modo di vedere il Teatro delle Muse, il più grande teatro delle Marche. Si trova nel centro della città, nei pressi di uno degli ingressi principali del porto. Vi si svolge una stagione operistica e di balletto, una di musica sinfonica, una concertistica, una di prosa, oltre ad una rassegna jazz.

Scendendo verso il porto avrete poi modo di ammirare altre bellezze storiche di Ancona, come l’Arco di Traiano, l’Arco Clementino, la Mole Vanvitelliana.

Da non perdere assolutamente la spettacolare veduta panoramica sul mare e sulle rupi che si può ammirare dal Passetto, la più nota spiaggia rocciosa di Ancona. Con questo nome si indica anche il rione della città che ha al centro il Monumento ai Caduti.

Ci sono ancora tanti altri posti da visitare nella città di Ancona, li potete trovare qui.

Se poi volete spingervi oltre Ancona, a pochi minuti di macchina, potrete raggiungere le Grotte di Camerano: sorprendenti grotte sotterranee, tutte comunicanti tra loro, corrono lungo il sottosuolo del paese creando una vera e propria città sotterranea.

Se poi volete andare un po’ più lontano vi consiglio di raggiungere Genga, dove si trovano le incredibili Grotte di Frasassi, considerate uno degli spettacoli più affascinanti di tutto il nostro Paese, al loro interno scoprirete sculture naturali di rara bellezza.

Sono grotte carsiche sotterranee che ricadono all’interno del Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi.

Questi ovviamente sono solo alcuni degli itinerari turistico culturali che vi offre la nostra splendida provincia; ce ne sono molti altri. Se volete saperne di più o volete semplicemente qualche mappa o consiglio potete chiedere all’Informagiovani anche inviandoci un a mail a info@informagiovaniancona.com.

Studio estivo per test universitari

Concluso l’esame di maturità molti studenti non hanno finito di studiare, dopo un breve riposo o una meritata vacanza, pensano al futuro e all’iscrizione ad un corso di laurea universitario.

Chi sceglie un corso di laurea ad accesso programmato nazionale deve studiare per affrontare il test d’ingresso, una vera e propria prova di ammissione organizzata dal MIur per accedere a Medicina e Odontoiatria, Medicina in inglese (IMAT), Veterinaria, Architettura, Professioni Sanitarie e Scienze della Formazione primaria.

Le prove si svolgono in contemporanea in tutte le università statati italiane, nel giorno stabilito dal Ministero dell’Istruzione  e reso pubblico  con un decreto ministeriale  già dal 1 marzo, consultabile alla seguente pagina.

Sono disponibili i bandi con gli argomenti dei test, le domande per iscriversi al concorso per l’iscrizione, i posti disponibili nelle facoltà.

Per superare questi test è necessaria una preparazione ad hoc che richiede tempo e dedizione anche durante le vacanze estive. Ad esempio qui all’Informagiovani di Ancona abbiamo ospitato gruppi di studio gestiti dalle associazioni di studenti per le future matricole che si preparano simulando il test d’ingresso.

Per l‘accesso ai corsi di laurea dell’Università Politecnica delle Marche, a parte quelli che hanno l’accesso programmato a livello nazionale, non ci sono prove di selezione, ma è previsto un test di verifica delle conoscenze. Questo è uno strumento di auto-valutazione per gli studenti non vincolante per la futura immatricolazione. La frequenza dei corsi di laurea richiede il possesso di un’adeguata preparazione iniziale costituita dalle competenze linguistiche e dalle conoscenze culturali comuni alle scuole secondarie superiori, nonché dalle conoscenze matematiche di base relative ad argomenti precisi.

La legge prevede una verifica delle conoscenze in ingresso effettuata tramite test la cui partecipazione è obbligatoria e l’eventuale esito negativo non preclude la possibilità di immatricolazione. I test possono essere sostenuti anche in un momento successivo all’immatricolazione, ma il superamento è requisito indispensabile per l’iscrizione agli appelli d’esame del secondo anno di corso. I test possono essere ripetuti. Si consiglia di sostenere i test iscrivendosi con l’apposito modulo. Qualora non venisse superato il test con esito positivo l’università prevede delle attività per colmare il debito formativo e poter accedere agli esami del secondo anno.

Infine completamente diversi sono i corsi di laurea a numero chiuso in cui è la singola università che stabilisce di inserire una prova di ammissione per valutare la preparazione dello studente ed il superamento è vincolante all’immatricolazione.

In questo caso per sapere quando si svolge il test di ingresso, cosa studiare e per trovare le informazioni utili si deve far riferimento alle decisioni prese dall’università di interesse, queste informazioni sono disponibili sulla pagina web del corso di laurea a cui si vuole accedere.

 Non ci resta che augurare un in bocca al lupo a tutti gli studenti che studieranno anche durante le vacanze estive per accedere al proprio futuro!

 

Al cinema d’estate

L’estate è ricca di cose da fare soprattutto all’aperto, per godersi l’aria, il sole, ma anche il fresco la sera. Tra queste una delle più piacevoli a mio avviso è la possibilità di vedere, o rivedere, alcuni tra i migliori film usciti durante l’anno. Tante città offrono rassegne estive di cinema all’aperto e Ancona ne ha due, ormai ben consolidate e che danno non una ma più occasioni di vedere quel bel film che ci eravamo persi durante l’inverno.
Si può scegliere se godersi la visione del film dentro la Mole Vanvitelliana, con la rassegna Lazzabaretto cinema, e così rivedere anche qualche vecchio cult, o allontanarsi un po’ dal centro e andare all’Arena Italia per Tropicittà, in corso Carlo Alberto, e magari concedersi un gelato subito dopo il film.

I film che vorrei consigliare sono molti, ognuno per motivi un po’ diversi.
Tra tanti, sicuramente da vedere è Lady Bird, film d’esordio di una regista dell’83: un racconto sul passaggio dal liceo all’università di una ragazza americana, e fin qui niente di nuovo. Ma Lady Bird è più di un film sul tema della crescita e delle scelte, è un film sull’ascolto e l’attenzione, sul percorso che facciamo nella definizione e la ricerca di noi stessi e di quello che vorremo essere. E’ anche un racconto sulla realtà della difficile scelta dell’università in un paese in cui la mobilità sociale, in maniera tristemente simile all’Italia, è scarsa e difficile, e il valore delle persone viene spesso identificato col valore monetario della scuola che ci si può permettere di frequentare.
Un altro film da non perdere è La forma dell’acqua. C’è tutto quello che potremmo chiedere a un buon film: una storia d’amore, un mostro, un cattivo, un’atmosfera un po’ thriller e un po’ romantica, ma combinate in un mix che rende il film un unico e speciale.

Sempre in tema romantico, e tanto per ricordarci che l’amore tra le persone non solo ha tante forme e tanti colori, ma soprattutto ha la stessa forza e sempre scatena la stessa meraviglia, vi raccomando Chiamami col tuo nome. L’ambientazione principale in un casolare di campagna, con i suoi silenzi e le stanze fresche, il tavolo da colazione all’aperto, le piscine naturali da scoprire e in cui nuotare, ci fa amare l’Italia come se fossimo turisti mai stati qui, e il film è in se’ anche una vacanza estiva di quelle sognate e forse, in passato, vissute. A me è piaciuta molto anche la colonna sonora.
Poi non mancate di vedere Tre manifesti a Ebbing, Missouri per la strepitosa protagonista che, sì, a volte è un po’ sboccata, ma è un personaggio che mostra tutta la fatica, il dolore e le tensioni che si porta addosso, nella ricerca, almeno, di un po’ di giustizia.

Ella & John è un simpatico road movie con protagonisti anziani, in una proiezione ironica ma molto realista di quella che potrà essere la degenerazione della nostra memoria, e non solo, quando gli anni avanzano: è un ottimo esercizio di pazienza da fare con la protagonista.

Al cinema d’estate ce n’è per tutti i gusti, potete decidere di dedicare una serata alle migliori animazioni, che sempre più spesso sono pensate anche per gli adulti e no solo per bambini, o esplorare un po’ di storia, scoprendo episodi e personaggi di cui vagamente avete sentito parlare quando si studiava a scuola, ma anche storie sconosciute ma interessanti (L’ora più buia, Il Post).

Qualunque sia il vostro genere preferito, e anche di più se non ne avete perché di solito non frequentate le sale cinematografiche, il consiglio è di andare e lasciarsi sorprendere dalla magia sempre nuova del cinema!

Assistente di studio odontoiatrico: una nuova figura professionale

L’A.S.O., acronimo di Assistente allo studio odontoiatrico, è la nuova figura professionale che va a sostituire quella di assistente alla poltrona in base alla Conferenza 209/2017.

Dal 6 febbraio 2018 questo profilo professionale è riconosciuto dalla legge con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del D.P.R. che istituisce questa nuova figura come operatore di interesse sanitario in possesso dell’Attestato conseguito a seguito della frequenza di specifico corso di formazione.

L’A.S.O. è una figura professionale che ricopre un ruolo fondamentale all’interno di uno studio dentistico svolgendo attività finalizzate all’assistenza dell’odontoiatra e dei professionisti sanitari del settore durante la prestazione clinica, alla predisposizione dell’ambiente e dello strumentario, all’accoglimento dei pazienti e alla gestione della segreteria e dei rapporti con i fornitori. Non può né deve, invece, intervenire direttamente sul paziente anche in presenza dell’odontoiatra e dei professionisti sanitari del settore. La sua attività prevede quindi una collaborazione fattiva con tutta l’equipe.

L’assistente di studio odontoiatrico può svolgere la propria attività negli studi odontoiatrici e nelle strutture sanitarie che erogano prestazioni odontostomatologiche.

A fronte di tutte queste mansioni che si trova a ricoprire, è chiaro che chi aspira a diventare assistente allo studio odontoiatrico dovrà possedere alcune caratteristiche personali, come capacità di relazionarsi con il pubblico, empatia, precisione, capacità organizzative e di gestione logistica dello studio, capacità di lavorare in autonomia ma allo stesso tempo di lavorare in team e scarsa impressionabilità.

Oltre a queste doti personali dovrà ovviamente possedere anche caratteristiche professionali acquisibili attraverso la frequentazione di un apposito percorso formativo.

Per diventare assistente allo studio odontoiatrico è, infatti, necessario seguire corsi di formazione, autorizzati o finanziati dalle Regioni o dalle Province Autonome di Trento e Bolzano, della durata complessiva non inferiore a 700 ore suddivise in 300 di teoria ed esercitazioni e 400 di tirocinio. La durata del corso non può comunque superare i 12 mesi.

Per accedere a questi corsi sono sufficienti l’assolvimento dell’obbligo scolastico e la conoscenza della lingua italiana (parlata e scritta).

Al termine del corso e previo superamento dell’esame finale si ottiene la qualifica di Assistente di studio odontoiatrico, valida su tutto il territorio nazionale.

Sono esonerati dall’obbligo di frequenza del corso di 700 ore e di superamento dell’esame finale e quindi dal conseguimento della qualifica coloro che hanno avuto un inquadramento contrattuale di assistente alla poltrona e abbiano lavorato, anche come apprendistato, per un periodo di minimo 36 mesi, anche non consecutivi, negli ultimi 5 anni antecedenti all’entrata in vigore della conferenza 209/2017.

I lavoratori già in possesso di titoli o crediti formativi inerenti alla professione di ASO, potranno pertanto ottenere una riduzione parziale o totale della durata del corso di formazione.

Per avere informazioni su questi ed altri corsi in ambito regionale, potete consultare gli elenchi sul nostro sito alla pagina formazione oppure scrivere a formazione@informagiovaniancona.com.

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Tirocini all’estero di luglio

Ecco la nostra rassegna mensile di tirocini all’estero per studenti e laureati!

Per laureati – Internship settore cultura presso Eurocities – Brussels (BE)
Durata: 6 mesi a partire da settembre
Requisiti: conoscenze di base delle politiche culturali europee e locali, flessibilità, buone capacità organizzative, ottima conoscenza dell’inglese
Retribuzione: 300 euro di retribuzione, rimborso dei costi di trasporto locale, scheda telefonica per chiamate e internet, pasti a prezzi agevolati, rimborso di un viaggio durante il periodo di stage
Scadenza: 17 luglio

Per studenti – Mechanical Engineering Internship_CNC Programmer con ESPA – Newry, Northern Ireland (UK)
Durata: 6 mesi
Requisiti: conoscenza dell’inglese livello B2, essere studenti di ingegneria
Retribuzione: previsto alloggio con utenze pagate e trasporto locale
Scadenza: non indicata

Per laureati – tirocini presso l’ERA – Agenzia Ferroviaria Europea – Valenciennes (FR)
Durata: dai 3 ai 5 mesi, con inizio a ottobre
Requisiti: buona conoscenza dell’inglese e di un’altra lingua europea
Retribuzione: 1.200 euro mensili
Scadenza: 31 luglio

Per studenti – Techincal Student programme presso il CERN – European Organization for Nuclear Research– Ginevra (CH)
Durata: tra i 4 e i 12 mesi
Requisiti: studenti di ingegneria, matematica, fisica applicata, robotica; conoscenza dell’inglese o del francese
Retribuzione: prevista retribuzione mensile, rimborso spese di viaggio e assicurazione
Scadenza: 22 ottobre

Per studenti o neolaureati presso ECML – European Centre for Modern Languages of the Council of Europe –  Graz (AU)
Durata: 6 mesi, con partenza a gennaio
Requisiti: studi attinenti all’area scelta per il tirocinio (amministrazione, logistica, documentazione o comunicazione), ottima conoscenza dell’inglese o del francese, attenzione ai dettagli, flessibilità, motivazione ed efficienza.
Retribuzione: previsto un rimborso spese di 700 euro
Scadenza: 31 agosto

Altri tirocini e opportunità in Europa seguendo il nostro broadcast Eurodesk su Whatsapp e Telegram!

I mestieri dello spettacolo dal vivo

Lavorare nel mondo dello spettacolo dal vivo è per molti un sogno molto lontano, irrealizzabile per i più.

Quando si parla di spettacolo dal vivo si intendono teatro di prosa, lirico, balletto, concerto, musical, cabaret, o qualsiasi intrattenimento che preveda la presenza di uno o più artisti che si esibiscano davanti a un pubblico.

Ogni spettacolo presuppone lo sforzo realizzativo e il concorso di molte e differenti professionalità, ognuna delle quali è indispensabile al conseguimento dell’obiettivo finale che è sempre la creazione di un prodotto artistico di livello, capace di riscuotere il consenso del pubblico.

La realizzazione di uno spettacolo dal vivo è, dunque, un lavoro di gruppo, nel quale le competenze di coloro che non appaiono al pubblico sono importanti tanto quanto il talento di coloro che si esibiscono davanti allo spettatore.

Tante sono quindi le professioni che riguardano il mondo dello spettacolo dal vivo: dalle quelle prettamente artistiche a quelle organizzative per arrivare infine a quelle tecniche.

Quelle artistiche sono svolte da professionisti che partecipano all’ideazione e alla realizzazione dello spettacolo fornendo il loro contributo artistico: regista, costumista, direttore d’orchestra, coreografo, attore, ballerino, cantante, ecc.

Il personale organizzativo è quello che si occupa dell’organizzazione generale dello spettacolo dal punto di vista economico, del casting e della comunicazione.

Infine i mestieri tecnici il cui apporto è fondamentale anche in fase progettuale. Si pensi ad esempio al light designer o all’ingegnere del suono, il direttore di scena, il direttore dell’allestimento, gli elettricisti, i fonici, le sarte, i suggeritori, ecc.

I ruoli per poter lavorare in teatro sono quindi diversi ma la domanda è: come si impara?

Ogni ruolo richiede una formazione ad hoc. A questo scopo rispondono i corsi di formazione finanziati dalla Regione Marche nell’ambito del Progetto SIPARIO BIS BIS (di cui abbiamo parlato in un precedente articolo).

Oltre a quelli menzionati nell’articolo di cui sopra, sono stati finanziati anche altri corsi volti a formare professionalità artistiche, tecniche e organizzative. Si tratta dei corsi per:

Tutti questi corsi sono ad occupazione garantita per almeno il 40% degli allievi disoccupati.

Come sempre le informazioni sui corsi le trovate nell’elenco corsi consultabile sul nostro sito.

Tutta questione di pubbliche relazioni

Come si trova lavoro? Risposta facile: grazie alle conoscenze. E poi, come ripetiamo senza mai stancarci, rircordiamo sempre che questo non vuol dire farsi raccomandare, bensì avere una rete di contatti attraverso i quali possiamo scoprire opportunità e occasioni che vanno oltre gli annunci di lavoro. Eh sì, ci sono anche le raccomandazioni, ma su quelle non possiamo fare niente se non dire che il più delle volte danno vita a posti di lavoro discutibili e sperare che con il tempo scompaiano del tutto.

A questo punto la domanda diventa: come si costruisce una rete? Ci sono due strade da percorrere (con molte cose in comune). La prima e forse oggi più facile riguarda i social network. Le piattaforme che ci permettono di metterci in contatto con altre persone, anche lontane hanno un duplice vantaggio: il primo, appunto, è quello di tenere rapporti con persone che altrimenti sarebbero pressoché irraggiungibili (magari anche solo perché non avremmo tempo di affrontare la distanza che ci separa da loro). Il secondo riguarda la costanza o il mantenimento della relazione (anche se spesso è un legame debole): l’abitudine di scrollare con il dito la timeline di un social network con una certa frequenza (ossessiva a volte) ci garantisce un costante aggiornamento su quello che fanno gli altri, le loro attività, i loro pensieri, le eventuali discussioni in comune. Utilizzare i social network (meglio se quelli dedicati alla vita professionale, come Linkedin) ci permette di mantenere attiva una rete di contatti che potrebbero esserci utili nello sviluppo della nostra vita professionale.

C’è anche una seconda strada da percorrere dicevo poco sopra. Quella dei contatti personali e diretti, fisici che possiamo (e dovremmo) mantenere vivi partecipando a eventi, mostre, fiere, congressi e qualsivoglia altra forma di aggregazione di persone per motivi professionali. A volte, a dir la verità, vale anche l’aperitivo; che peraltro è il modo con cui diverse organizzazioni che si occupano di networking utilizzano per far incontrare persone che poi discutono di affari (nel senso più lato del termine). Questi appuntamenti spesso sono importanti perché, anche nell’era dei social media e della relazione digitale, una stretta di mano unita ad un sorriso marcano in maniera molto più evidente una conoscenza, un rapporto, una relazione a cui potremmo dare l’etichetta di “business”.

Le due strade che ho indicato per la costruzione di un network (quella digitale e quella fisica) hanno entrambe un comune denominatore: hanno bisogno di una buona attività di pubbliche relazioni. Un’attività che è sempre stata decisiva ma che lo è ancora di più quando i mercati e i contesti sono più competitivi (leggi: quando, per esempio, i soggetti che cercano un lavoro sono in aumento). Fare le PR (pi-àr, come pronunciano quelli che, stoltamente, scadono in un appariscente quanto inutile inglesismo), significa avere la capacità di intrattenere buoni rapporti con gli altri; riuscire a portare avanti (qualche volta ad iniziare) una buona conversazione su un tema comune ai partecipanti; saper parlare in pubblico in maniera decorosa se non elegante; conoscere modi e maniere per chiedere un numero di telefono, fissare un appuntamento, distribuire biglietti da visita, contattare senza disturbare, farsi conoscere senza essere invadenti, farsi ricordare ma nel modo giusto. Sembra quasi un manuale di bon ton (buono tono) e di fatto lo è. Prendo a prestito una definizione che trovato in questo post per spiegare un ultimo punto: “Le pubbliche relazioni consistono nell’attività comunicativa non commerciale dell’azienda verso il pubblico e verso soggetti influenti con finalità di miglioramento della reputazione aziendale”. Qui si parla di aziende (le PR le fanno anche loro!) ma credo che, mutatis mutandis (anche se c’è davvero poco da cambiare), sia una definizione che contiene un giusto suggerimento anche per chi si sta muovendo nel mercato del lavoro. Quando fate pubbliche relazioni, sui social o fisicamente, non vi state vendendo. Ma costruite, un poco alla volta, la vostra reputazione. E quella sì, che vi servirà per venedervi.