Alternanza scuola lavoro all’estero

Quale migliore occasione per trascorrere un periodo all’estero già durante gli studi , facendo una esperienza riconosciuta dalla scuola?

Le numerose ore di alternanza scuola lavoro previste per gli studenti del triennio delle scuole superiori possono essere svolte anche in un altro paese europeo, e possono diventare così doppiamente formative e interessanti, ma soprattutto molto più divertenti!

Le ore da dedicare all’esperienza dell’alternanza scuola lavoro sono infatti 400 in totale per il triennio sia delle scuole a indirizzo tecnico che per i licei. Questo significa avere a disposizione diverse settimane da impiegare in una attività di formazione sul campo, cioè un periodo di affiancamento e tirocinio presso una azienda, un ente o una organizzazione disponibili ad accogliere uno studente e a introdurlo ai segreti, ma anche alla routine, del mestiere.

L’accoglienza degli studenti presso le strutture ospitanti è regolata naturalmente da una convenzione, nella quale si indica chiaramente quali sono gli obiettivi formativi che si vogliono raggiungere e quali saranno le attività che lo studente in alternanza svolgerà, con quali orari e modalità, chi sono i tutor (uno interno alla scuola e uno interno al soggetto ospitante) del ragazzo o della ragazza.
Se ben progettata e programmata, l’alternanza ha un valore di prima esperienza lavorativa (anche da inserire nel curriculum) ma soprattutto di primo confronto con una realtà lavorativa, non tanto per i contenuti tecnici e settoriali che si acquisiscono ma soprattutto per la conoscenza diretta di un ambiente di lavoro, delle regole, le responsabilità, i doveri, la divisione dei compiti o il lavoro in equipe.

Come è possibile riuscire a organizzare tutto questo in un altro paese, considerando le differenze linguistiche organizzative e normative? Proprio per capire come può funzionare l’alternanza scuola lavoro all’estero e quali possono essere le possibilità, organizziamo periodicamente degli incontri sul tema qui all’Informagiovani, rimani aggiornato con la nostra newsletter o via WhatsApp!

Gli incontri sono aperti a studenti, docenti e genitori interessati a saperne di più!

Le professioni nel turismo

Quando si dice turismo, vengono subito in mente gli alberghi o le altre strutture ricettive. Ma il turismo coinvolge molte figure professionali e costituisce una disciplina importante e variegata.

Per quanto riguarda la disciplina del turismo, le leggi per regolamentare le imprese fanno capo allo Stato, mentre per quanto riguarda lo svolgimento di alcune professioni, la normativa è a livello regionale.

La Regione è, infatti, l’organo che rilascia le autorizzazioni necessarie. Per le Marche la legge che definisce e regola le professioni turistiche è L.R. 11 luglio 2006, n. 9 “Testo Unico delle norme regionali in materia di turismo”.

Le professioni turistiche sono quelle che prestano attività incentrate sulla promozione turistica, i servizi di ospitalità, assistenza, accompagnamento e guida, allo scopo di offrire un servizio completo ai turisti e far vivere una gradevole esperienza di viaggio, anche dal punto di vista della conoscenza dei luoghi visitati.

Le professioni turistiche per così dire tradizionali sono quelle di: guida turistica, accompagnatore turistico, guida ambientale escursionistica e direttore tecnico di agenzia di viaggio e turismo.

La guida turistica e l’accompagnatore turistico sono figure autonome, che collaborano con imprese turistiche, alle quali oggi sono richieste competenze come la forte specializzazione in determinate aree territoriali, capacità narrative e di mediazione, l’ottima conoscenza di almeno una lingua straniera.

La guida turistica opera come professionista e accompagna persone o gruppi nelle visite ad opere d’arte, a musei, a gallerie, a scavi archeologici, illustrando le attrattive storiche, artistiche, monumentali, paesaggistiche e naturali. Per diventare guida turistica occorre superare un esame per l’abilitazione alla professione (Legge Regionale n.50/1985). Una volta superato l’esame, la guida potrà operare esclusivamente nella provincia dove ha conseguito l’abilitazione.

L’accompagnatore turistico segue persone singole o gruppi di persone nei viaggi attraverso il territorio nazionale o all’estero, assistendoli in tutte le fasi del percorso, fornisce elementi significativi o notizie di interesse turistico sulle zone di transito. É il referente di fiducia di un’agenzia o tour operator in una determinata località turistica.

La guida naturalistica o ambientale escursionistica accompagna persone singole o gruppi di persone in ambienti naturali o di interesse per l’educazione ambientale, illustrandone le caratteristiche territoriali, gli aspetti ambientali e storico-antropologici.

Il direttore tecnico di agenzia viaggi è il soggetto indicato dalla legislazione nazionale e regionale vigente come responsabile della gestione tecnica dell’agenzia di viaggio; si occupa degli aspetti direttivi, gestionali ed amministrativi dell’azienda, in particolare per quel che riguarda la produzione, l’organizzazione o l’intermediazione di viaggi e di altri prodotti turistici.

L’esercizio delle professioni turistiche è subordinato al possesso della specifica abilitazione. Per le guide turistiche l’abilitazione ha validità nel territorio della Provincia che l’ha rilasciata, per le guide naturalistiche ha validità nell’intero territorio regionale. L’abilitazione all’esercizio delle professioni turistiche si consegue mediante superamento del relativo esame di idoneità scritto e orale.

Al momento in ambito regionale sono attivi dei corsi di formazione per l’ottenimento della qualifica di guida naturalistica o ambientale escursionistica (uno gratuito ed uno a pagamento) e del diploma di specializzazione di direttore tecnico di agenzia viaggi (gratuito).

Come sempre potete prendere visione di questi ed altri corsi negli elenchi consultabili sul nostro sito alla pagina formazione.

Le capacità diverse

C’è una differenza sostanziale tra avere capacità tecniche e avere la capacità di svolgere un’attività lavorativa. C’è una differenza tra conoscere tutti gli aspetti di una professione e riuscire invece a esercitarla con “naturalezza” mi verrebbe da dire. Il motivo è semplice e al tempo stesso poco intuibile solitamente: l’ambiente di lavoro, qualunque esso sia non è fatto solo di competenze tecniche ma anche di altri aspetti fondamentali che sono legati ad altre nostre abilità, modi di fare e interagire di cui abbiamo poca percezione.

Tra le abilità di genere diverso, per così dire, ce ne sono un paio su cui vorrei portare l’attenzione. La prima è legata alla modalità e alla capacità che abbiamo di relazionarci con gli altri. Non significa essere i simpaticoni di turno o quelli che hanno sempre qualcosa da dire. Quella di costruire relazioni è una dote umana innata sulla quale noi possiamo incidere soltanto rispetto allo stile che vogliamo dare alle nostre relazioni (o che diamo senza neppure accorgerci). Il modo con il quale ci relazioniamo con gli altri è importante anche nell’ambiente di lavoro perché spesso condiziona anche la qualità di quello che facciamo: credo che sia abbastanza evidente il fatto che lavorare accanto a qualcuno che non parla quasi mai o, al contrario, a qualcuno che chiacchiera in continuazione, non sia il modo più agevole di farlo. Ma dobbiamo fare attenzione anche alle parole e agli atteggiamenti che abbiamo nelle nostre attività lavorative: dosare la confidenza con cui trattiamo i colleghi, rispondere con il giusto tono ad un responsabile, dimostrare affidabilità nel ricoprire le responsabilità. E anche cose meno evidenti come il modo di salutare, quello di parlare in pubblico e quello di rappresentare il posto in cui si lavora (specialmente se quel posto e lavoro sono facilmente riconoscibili all’esterno). La capacità di comunicare e di relazionarsi non è una capacità chiave per fare un lavoro, ma lo è di sicuro per trovarlo e mantenerlo.

La seconda capacità su cui voglio soffermarmi è la capacità creativa. È vero che spesso si è portati a credere che si tratta di un’attitudine che ha a che fare con l’essere artistici, istrionici o semplicemente originali, ma personalmente sono convinto che la creatività sia anche una capacità che tutti possiamo esercitare per migliorare. Di che cosa è fatta la creatività? In questo articolo di nuoeutile.it vengono descritte quali sono le quattro capacità creative fondamentali (fluidità, flessibilità, originalità ed elaborazione). Come sottolinea anche l’autrice Annamaria Testa, la creatività non è “spensieratezza” incosciente, ma “vuol dire, invece, avventurarsi in spazi creativi non ancora percorsi da nessuno, cercando soluzioni nuove ed efficaci. E sapendo che efficacia, semplicità e bellezza (o, in senso matematico, eleganza) spesso coincidono“. Perché la creatività può essere utile in (quasi) tutti i lavori? Secondo me perché il tempo che stiamo vivendo è mutevole, caratterizzato da forti e veloci cambiamenti ai quali possiamo reagire adattandoci velocemente o irrigidendoci sulle nostre posizioni. Il primo atteggiamento è quello che ci permetterà di sopravvivere, almeno professionalmente parlando e la creatività è un modo per mantenere sempre vivo un nostro atteggiamento positivo verso il cambiamento.

Come si diventa scrutatore di seggio elettorale

Fare lo scrutatore di seggio durante le elezioni può rivelarsi un’opportunità di lavoro temporaneo, con un guadagno adeguato al lavoro svolto.

Lo scrutatore di seggio elettorale è uno dei componenti dell’ufficio che si insedia presso ogni sezione elettorale in occasione delle consultazioni elettorali o referendarie previste dall’ordinamento italiano.

Gli altri componenti del seggio elettorale sono: il presidente e il segretario.

A ogni seggio elettorale è assegnato un numero di scrutatori compreso fra due e quattro; uno degli scrutatori svolge le funzioni di vicepresidente dell’ufficio.

Gli scrutatori sono scelti fra gli elettori compresi nell’albo unico delle persone idonee a ricoprire l’incarico.

L’iscrizione a questo albo è completamente gratuita e non richiede nessun tipo di costo.

La richiesta d’iscrizione all’albo deve essere presentata una sola volta e resta valida fino a che l’elettore non perde i requisiti o chiede di essere cancellato. Quindi coloro che sono già iscritti all’Albo non devono ripresentare la domanda.

L’iscrizione va effettuata entro il 30 novembre di ogni anno, presso l’ufficio dell’anagrafe del comune dove si è registrati per il seggio elettorale.

Per potersi iscrivere occorre solo essere elettori di quel Comune ed aver assolto gli obblighi scolastici.

Entro il 15º giorno precedente la votazione, i cittadini incaricati delle funzioni di scrutatore ricevono copia della nomina attraverso un messo notificatore. L’incarico di scrutatore è obbligatorio per le persone designate; sono, infatti, previste delle sanzioni amministrative e penali per coloro che, senza un impedimento grave e comprovato, si rifiutino di assolvere il compito.

I lavoratori dipendenti godono di un permesso retribuito per tutti i giorni in cui si svolgono le operazioni elettorali, a prescindere dall’effettivo orario di queste ultime, e inoltre di un riposo compensativo di uno o due giorni (a seconda che la settimana lavorativa sia di 6 o 5 giorni), a carico del datore di lavoro. Se i riposi non vengono fruiti, vengono retribuiti.

Per il Comune di Ancona, l’avviso e la modulistica sono reperibili sul sito.

Somministrazione di lavoro: tre soggetti

Quando siamo alla ricerca di lavoro sia per inserimento che reinserimento lavorativo è consigliato attivarsi su più canali, uno tra questi è rivolgersi anche alle agenzie per la ricerca e selezione del personale che possono proporre un contratto di somministrazione di lavoro.

Vediamo nel dettaglio di che cosa si tratta e quali le principali caratteristiche.

La somministrazione di lavoro è un tipologia di relazione lavorativa introdotta dalla Legge Biagi ed ha sostituito il lavoro interinale. Si tratta di un rapporto di lavoro che coinvolge tre soggetti: il lavoratore, la società che ne utilizza il lavoro: l’utilizzatore (es. azienda) e un soggetto autorizzato come le agenzie di somministrazione detta somministratrice.

Il lavoratore conclude il proprio contratto di lavoro con la società somministratrice che è responsabile di tutti gli aspetti legati ad assunzione, retribuzione e fine del rapporto.

Poi il lavoratore viene inviato a svolgere la propria attività presso l’utilizzatore.

Quindi il lavoratore svolgerà la propria attività in favore e sotto la direzione e controllo della società utilizzatrice ma non firma alcun contratto con l’utilizzatore dove viene mandato a lavorare.

A sua volta la società somministratrice stipula un contratto separato con la società utilizzatrice. In questo contratto si stabilisce quale attività il lavoratore svolgerà presso l’utilizzatrice e per quale periodo.

Il contratto di somministrazione deve essere stipulato in forma scritta, altrimenti è considerato nullo ed i lavoratori sono considerati a tutti gli effetti alle dipendenze dell’utilizzatore.

Il contratto può essere a tempo determinato oppure indeterminato, ma è comunque un contratto di lavoro subordinato. Il contratto di somministrazione a tempo indeterminato è soggetto alla disciplina generale di tali rapporti di lavoro; durante i periodi di non utilizzazione, il lavoratore rimane a disposizione del somministratore. Durante i periodi di inattività, al lavoratore spetta un’indennità di disponibilità.

Nella somministrazione a tempo determinato si deve fare riferimento ai limiti contenuti nel contratto collettivo applicato dall’impresa utilizzatrice.

Comunque il lavoratore ha diritto a percepire la stessa retribuzione che spetta ad un lavoratore dell’impresa utilizzatrice che svolge la stessa attività, uguale stipendio, Tfr, ferie, contributi previdenziali ed eventuali premi di produzione.

L’utilizzatrice deve informare i lavoratori sui rischi per la sicurezza e la salute connessi allo svolgimento del lavoro, deve formarli all’uso delle attrezzature di lavoro necessarie per lo svolgimento dell’attività prevista oppure quest’ultimo obbligo può essere adempiuto anche dall’impresa utilizzatrice.

Ricordiamo per i meno esperti che l’inserimento del lavoratore nelle banche dati dei soggetti autorizzati, le agenzie di somministrazione, è gratuito.

Invece l’utilizzatore nel contratto di somministrazione con l’agenzia deve dichiarare che si impegna a: rimborsarle gli stipendi e i contributi pagati al lavoratore; comunicare alla società di somministrazione la retribuzione che versa ai propri dipendenti che svolgono mansioni paragonabili a quelle dei lavoratori in regime di somministrazione;pagare direttamente al lavoratore lo stipendio e versare i contributi nel caso in cui la società somministratrice non provveda (ovviamente con il diritto di richiedere il rimborso a quest’ultima).

Se ci chiediamo perché le aziende utilizzatrici applicano questa tipologia di contratti la risposta non è nell’aspetto economico perché il lavoratore costa di più, ma l’impresa guadagna in flessibilità, infatti può impiegare il personale già selezionato solo finché ne ha bisogno.

Come sempre restiamo a disposizione per eventuali approfondimenti rispondendo alle richieste che potete inviare alla nostra mail: lavoro@informagiovaniancona.com

Carrellisti o mulettisti: l’iter formativo

Carrellisti o mulettisti sono quei lavoratori addetti all’utilizzo del carrello elevatore chiamato anche muletto.

Il carrello elevatore è un mezzo operativo dotato di ruote e azionato da motori elettrici, diesel e a gas, che viene usato per il sollevamento e la movimentazione di merci all’interno dei depositi di logistica o per il carico e scarico di merci dai mezzi di trasporto.

La normativa di sicurezza per carrellisti e mulettisti (D.LGS 81/08) stabilisce che “Nel caso l’utilizzo di attrezzature richieda conoscenze o responsabilità particolari in relazione ai loro rischi specifici, il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché l’uso dell’attrezzatura di lavoro sia riservato ai lavoratori allo scopo incaricati che abbiano ricevuto una informazione, formazione e addestramento adeguati….”.

L’uso dei carrelli elevatori rientra tra queste attività e quindi il datore di lavoro deve garantire ai propri lavoratori addetti all’uso del muletto la possibilità di partecipare a corsi di formazione tarati sull’esperienza e competenza reale degli stessi.

Gli accordi tra Stato e Regioni del febbraio 2012 hanno stabilito che per poter guidare mezzi agricoli e industriali non è più sufficiente la patente di tipo B, ma è necessaria un’abilitazione specifica alla guida.

Non esiste una vera e propria ” Patente ” per guidare il muletto o un carrello elevatore. La legge però impone che il Datore di Lavoro utilizzi solo “carrellisti o mulettisti” addestrati all’uso in sicurezza di questi mezzi tramite specifici corsi. E’ quindi diventata consuetudine chiamare l’attestato di verifica dell’apprendimento e di frequenza a questi corsi ” Patentino per il Muletto “.

Dal 12 marzo 2013 la relativa normativa è cambiata. I corsi, secondo le nuove direttive, debbono avere una durata minima di 12 ore delle quali 8 di teoria e 4 di esercitazioni pratiche sul “muletto”.

La parte teorica illustra le pratiche basilari per guidare in sicurezza il muletto; la parte pratica serve a mettere in atto la teoria e a prendere confidenza con il mezzo.

La formazione della figura professionale di carrellista è ora demandata ad enti formativi accreditati dalla regione, mentre prima del 2013 bastava un corso presso l’azienda in cui si prestava servizio.

Per ottenere l’abilitazione alla guida dei carrelli elevatori bisogna avere 18 anni, essere in possesso della patente di guida cat. B ed essere fisicamente abili a svolgere le operazioni richieste.

Non basta ottenere la prima volta l’abilitazione ma la stessa deve essere rinnovata ogni cinque anni tramite un corso di aggiornamento di almeno quattro ore (di cui almeno tre con moduli pratici).

Tutte le informazioni su questi ed altri corsi le trovate negli elenchi dei corsi, gratuiti e a pagamento, consultabili sul nostro sito alla pagina formazione. Per qualsiasi chiarimento potete contattarmi alla mail: formazione@informagiovaniancona.com

I tirocini all’estero del mese

Tirocini per studenti o internship per neolaureati, di tre o di sei mesi: ecco qualche buona occasione da cogliere questo mese per programmare una esperienza internazionale che migliorerà la vostra carriera professionale e la vostra vita personale!

 

Per neolaureati o studenti – Tirocini presso la Corte dei conti europea – Lussemburgo
Durata: 3, 4 o 5 mesi a partire da febbraio 2018
Requisiti: laureati o studenti che abbiano completato almeno 4 semestri di studio; interessati a una formazione pratica attinente ad uno dei settori d’attività della Corte dei Conti; conoscenza approfondita di una lingua ufficiale dell’Unione Europea e una conoscenza soddisfacente di almeno un’altra lingua ufficiale
Prevista una retribuzione (1120 euro mensili) o meno, a seconda della disponibilità di bilancio.
Scadenza: 31 ottobre

Per neolaureati o studenti – Tirocini nel settore delle risorse umane presso IDEA- International Institute for Democracy and Electorate Assistence – Stoccolma (Svezia)
Durata: dai 3 ai 6 mesi con inizio a novembre 2017
Requisiti: laurea o studi attinenti, interesse nelle attività dell’istituto, capacità di problem solving, capacità di lavorare in ambiente multiculturale e in team, capacità di gestione delle informazioni, conoscenza del Pacchetto Office e dell’inglese. Non è prevista retribuzione
Scadenza: 24 ottobre

Per neolaureati o studenti – Tirocini presso Eurocontrol – sedi varie in Europa
Durata: da 3 a 12 mesi
Requisiti: ottima conoscenza dell’inglese o del francese
Retribuzione: 900 euro mensili più il rimborso delle spese di viaggio
Scadenza: non specificata

Per studenti o laureati – tirocinio settore comunicazione ed eventi presso Bruegel – Bruxelles (Belgio)
Durata: 6 mesi
Requisiti: preparazione accademica in scienze politiche, scienze sociali, giornalismo, comunicazione, legge o simili; interesse nel campo della politica economica e conoscenza delle politiche europee. E’ prevista una retribuzione.
Scadenza: 24 ottobre

In bocca al lupo e al prossimo mese con nuovi tirocini e internship!

La formazione per i giovani

In questo periodo sono aperti dei bandi rivolti ai giovani i quali mirano alla loro formazione imprenditoriale e a facilitare l’incontro con il sistema delle imprese.

Un bando è quello intitolato “Crescere Imprenditori”: si tratta di un percorso formativo gratuito promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e attuato dal sistema delle Camere di Commercio, volto ad accompagnare i giovani alla creazione d’impresa.

Il corso è rivolto ai giovani NEET tra i 18 e 29 anni iscritti al Programma Garanzia Giovani, che vogliono aprire una propria attività, uscendo in questo modo dal mondo dei NEET.

Per partecipare al corso, occorre compilare un test online per capire se la persona è più o meno adatta a diventare imprenditore.

Al termine del corso i partecipanti avranno acquisito le conoscenze base per realizzare un business plan e ottenere punti utilizzabili per presentare domanda di finanziamento al fondo SELFIEmployment gestito da Invitalia.

Il prossimo corso organizzato dalla Camera di Commercio di Ancona (si tratta infatti della seconda edizione) si svolgerà nel periodo 13 novembre – 11 dicembre 2017.

Un altro bando che merita di essere messo in evidenza è quello intitolato “Confindustria per i giovani”.

Si tratta di un progetto promosso da Confindustria con l’obiettivo di facilitare l’incontro di 25 neolaureati di talento con il sistema delle imprese.

Prevede l’attivazione di tirocini presso varie sedi del Sistema di Rappresentanza, sia in Italia che in Europa, articolati in attività d’aula e training on the job.

Gli stage avranno una durata di 6 mesi e prevedono un rimborso spese mensile pari a 1.000 Euro lordi.

Possono partecipare giovani neolaureati, preferibilmente in materie tecnico scientifiche ed economico giuridiche.

Dato che il programma di stage avrà inizio a febbraio, la laurea dovrà essere conseguita non prima del 12 febbraio 2017 ed entro il 1° dicembre 2017. Sono ammesse sia le lauree triennali che quelle magistrali.

La selezione prevede 3 fasi: screening dei CV, prova scritta e colloquio motivazionale.

Le domande devono essere presentate entro il 23 ottobre 2017.

Continuate a seguirci per saperne di più sulle opportunità formative rivolte ai giovani e non solo.

chiamata

Contratto a chiamata, intermittenza, job on call

Il contratto a chiamata è una tipologia di contratto alternativo per inquadrare le prestazioni di lavoro occasionale. Quando il datore di lavoro ha necessità di servirsi di alcune mansioni svolte da un soggetto, senza tuttavia la necessità di instaurare con lo stesso un rapporto di lavoro continuativo, è possibile attivare il contratto a intermittenza, a chiamata o lavoro intermittente In inglese job on call, introdotto dalla famosa Legge Biagi, poi modificati a seguito della riforma del lavoro Jobs Act di Renzi.

Questo contratto non prevede un impegno continuo e costante del lavoratore, ma l’azienda o il datore di lavoro lo possano chiamare quando ne hanno effettivamente bisogno; è un tipo di contratto di lavoro subordinato, in quanto i tempi e il modo in cui deve essere svolta la prestazione, sono decisi dal datore di lavoro.

Quindi il presupposto fondamentale, su cui si fonda questo contratto è l’intermittenza. Quando è stato introdotto aveva l’obiettivo soprattutto di regolarizzare le “giornate” tipiche di chi lavora nei ristoranti, nei bar, magari anche durante i congressi. In tutti quei settori, come il turismo, la ristorazione, lo spettacolo dove il lavoro non è sempre così stabile e continuo, anche in contesti diversi che riguardano gli addetti al centralino, alla reception.

l contratto a chiamata può essere a tempo determinato: quando il contratto ha una precisa scadenza; a tempo indeterminato: quando il contratto non ha scadenza.

l contratto a chiamata può essere stipulato in due casi: per esigenze di prestazione di carattere discontinuo o intermittente secondo quanto specificato all’interno contratti collettivi nazionali anche con riferimento allo svolgimento di prestazioni in periodi determinati nell’arco della settimana, del mese o dell’anno. In questo caso la causale è oggettiva ed è possibile individuare determinati periodi in cui si svolgerà il lavoro.

Oppure per lavoratori di età inferiore ai 24 anni o superiori a 55. Le prestazioni a chiamata si devono comunque concludere entro il compimento del 25 esimo anno. In questi casi, la causa è soggettiva.

l contratto a chiamata può essere di due specie:

  • con garanzia di disponibilità che ti obbliga contrattualmente a rispondere alle chiamate una volta che arrivano, percepisci una sorta di compenso durante il periodo di inattività – ossia quando non ti chiamano e non lavori. Tale indennità è stabilita dai contratti collettivi di lavoro e non può essere inferiore al 20% del minimo tabellare, indennità di contingenza, ratei di mensilità aggiunti e previsto per quel tipo di mansione.
  • Senza garanzia di disponibilità: il lavoratore è libero di accettare o meno di fare quel lavoro e non è obbligato a rispondere positivamente alla chiamata. Viene pagato per le chiamate accettate.

Ogni volta che chiama, il datore di lavoro ha l’obbligo, di dare una comunicazione amministrativa preventiva via SMS se la prestazione deve essere espletata entro le successive 12 ore alla chiamata,o e-mail. Per i datori di lavoro che non rispettano le regole della comunicazione preventiva, sono previste delle sanzioni

La durata massima del contratto a intermittenza non può superare i 400 giorni in 3 anni, fatta eccezione di alcuni settori, quali:Il settore del turismo;dei pubblici esercizi; dello spettacolo. Nel caso in cui, il lavoratore a chiamata, dovesse superare il suddetto limite di durata, il contratto si trasforma in automatico in un contratto a tempo indeterminato full time, ad esclusione dei settori sopra elencati.

Il lavoratore, può avere più contratti a chiamata contemporaneamente purché:non vi sia concorrenza tra le due imprese e sia possibile lo svolgimento dei due lavori.

Il contratto a chiamata, per essere valido deve essere scritto, deve indicare la durata del contratto (det.o indet.) la causale (oggettiva o soggettiva), luogo e modalità di svolgimento, il preavviso di chiamata ed il trattamento economico con o senza eventuale indennità di chiamata, le modalità di chiamata del lavoratore ed eventuali norme sulla sicurezza del lavoro.

Infine un accenno alla retribuzione del contratto a chiamata, questa è regolata dal principio di proporzionalità, nel senso che al lavoratore a chiamata deve essere riconosciuto uno stipendio analogo ad un altro lavoratore di pari livello con le stesse mansioni, anche se assunto con altro tipo contratto.

Essendo un contratto subordinato, si maturano ferie e permessi in proporzione alle giornate lavorate,il datore di lavoro deve versare i contributi a fini pensionistici in maniera proporzionale alle ore effettive di lavoro effettuare dal lavoratore, così come per il TFR il trattamento di fine rapporto.

Vista l’esistenza di questo tipo di contratto e soprattutto il target  ed i settori a cui è rivolto riteniamo sia utile presentarlo tra le tipologie contrattuali durante i laboratori sui contratti di proposti agli insegnanti di orientamento delle scuole superiori. I servizi dell’Informagiovani in forma di workshop o individuali sono gratuiti quindi per saperne di più potete contattarci come gruppo classe o individualmente.

Erasmus per giovani imprenditori

Erasmus per giovani imprenditori

Le possibilità di mobilità e sviluppo personale offerte dall’UE sono veramente tante, e oggi parliamo dell’Erasmus per giovani imprenditori!

Per Erasmus si intende uno scambio, una mobilità per lo sviluppo delle proprie capacità personali e possibilità occupazionali. Il programma è aperto a nuovi o aspiranti imprenditori, e si può svolgere presso una PMI (piccola media impresa) all’estero (da questo programma sono escluse le multinazionali e gli enti pubblici).

Ma come funziona Erasmus per giovani imprenditori?
Chi può partecipare? E quali sono i vantaggi?

Per giovane imprenditore si intende una persona, residente in uno dei paesi UE o in uno di quelli partecipanti al programma, che ha avviato una sua impresa da non più di tre anni o che ha un’idea imprenditoriale da sviluppare. Non ci sono quindi reali limiti di età e di nazionalità, ma è necessaria una buona conoscenza dell’inglese, per presentare i documenti per partecipare e perché è la lingua veicolare per tutti i paesi delle imprese ospitanti.

Sono invece fondamentali forte motivazione, un’idea piuttosto chiara del tipo di servizio o prodotto che si vorrebbe creare e delle competenze che si vogliono acquisire durante lo scambio.

Per partecipare a Erasmus per giovani imprenditori  si può presentare una candidatura online attraverso il portale del programma, completa del cv (in inglese) e un business plan (in italiano). Il consiglio è quello di rivolgersi prima ad uno dei punti di contatto sparsi sul territorio italiano, per un incontro informativo e di primo orientamento, ma anche per ricevere assistenza nella stesura del business plan.

I punti di contatto sono servizi riconosciuti che svolgono un ruolo fondamentale nel processo di avviamento allo scambio. Possono essere camere di commercio, incubatori di impresa o altri soggetti simili. Hanno il compito di valutare le candidature, favorire il matching tra imprenditore e azienda ospitante, e seguire tutte le formalità legate alla partecipazione al programma, al suo corretto svolgimento e alla assegnazione del finanziamento per la mobilità.

Una volta valutata l’idoneità alla partecipazione,il punto di contatto supporta il candidato per trovare l’azienda partner che risponda alle sue  esigenze, presso cui chiedere di svolgere la mobilità. Le aziende degli imprenditori ospitanti possono avere sede nei ventotto paesi UE o in uno dei paesi partecipanti al programma.

L’Erasmus per giovani imprenditori può avere una durata che va da uno a sei mesi, anche frazionabili, e garantisce al partecipante, oltre al servizio di assistenza da parte dell’organizzazione intermediaria, un finanziamento mensile a copertura delle spese sostenute per la mobilità. Il contributo mensile varia da 530 a 1100 euro, a seconda del costo della vita del paese di destinazione, e può essere utilizzato direttamente dal partecipante.

Erasmus per giovani imprenditori è un programma particolarmente efficace per neolaureati con idee innovative da sviluppare e approfondire, motivati a sperimentare e scoprire nuovi ambienti di lavoro, altri paesi e mercati.

Possono partecipare anche liberi professionisti, come architetti, artigiani e avvocati, purché abbiano un piano chiaro e coerente di sviluppo di nuovi servizi e prodotti, e un corrispondente bisogno di ampliare le proprie conoscenze e abilità imprenditoriali.

Se Erasmus per giovani imprenditori sembra proprio il programma che cercavi e vuoi saperne di più, sul sito ufficiale trovi tutti i dettagli, i contatti e le ultime news!

 

Ritornare in campagna: il nuovo sbocco lavorativo

In un mondo dominato dalla tecnologia, dove tutto avanza più rapidamente e dove lo stress dovuto al nostro lavoro ci invade giorno dopo giorno, ogni volta sono sempre di più le persone che decidono di stravolgere la propria vita e trasferirsi in campagna dalla città.

Contrariamente a quello che potremmo pensare, come si è potuto constatare negli ultimi anni, molte di queste persone che decidono di compiere questo grande passo sono persone che godono di un buon salario e di un lavoro stabile. D’altra parte, è presente anche una gran numero di giovani molto preparati a livello professionale che, disillusi dalla crisi economica e i conseguenti lavori precari, si cimentano in questa vita alternativa.

Le ragioni che li portano a cambiare la loro routine sono sempre più o meno le stesse: un’infelicità cronica causata dalla mancanza di tempo con la propria famiglia, il proprio compagno, gli amici e anche con se stessi. Queste persone, stanche di lavorare per gli altri e di sentirsi frustrate professionalmente, decidono di prendere le redini della propria vita e rischiare per intraprendere nuovi progetti propri molto più soddisfacenti. Alcuni di loro semplicemente propongono facili idee di auto sostentamento per la propria famiglia come un orto e degli animali. Altri, chiamati imprenditori agricoli, pensano in grande e decidono di creare un proprio commercio di prodotti naturali.

Senza dubbio, l’agricoltura ecologica è una delle più grandi tendenze attuali della nostra società perché recentemente sta aumentando sempre di più l’interesse per la nutrizione, una vita salutare e il consumo di prodotti di qualità. Anche se la vita in campagna non è così bucolica come sembra, perché per avere successo come imprenditore agricolo non basta la buona volontà, è vero che oggi è una professione fruttuosa. C’è sempre più supporto a questi giovani imprenditori che vogliono investire il proprio futuro nell’agricoltura e ci sono piattaforme come ColDiretti Giovani Impresa che aiutano a trovare modi di finanziamento. Inoltre, ci sono anche tante iniziative, fiere e festival, sia a livello locale che internazionale, che contribuiscono a promuovere questi prodotti di qualità e farli conoscere al grande pubblico.

Certamente, viviamo in un mondo tecnologico e per avere successo è necessario combinare le attività agricole con l’informatica. Internet svolge un ruolo importante perché con l’e-commerce la vetrina è mondiale. Sono sempre più piattaforme online che combinano queste due aree, come ad esempio Artimondo: secondo loro questo mix rappresenta un nuovo modo di lavorare e di creare ricchezza; in altre parole, il futuro. Che ne pensate?

Fundraiser

Fundraiser: alla scoperta di questa “nuova” professione

Quante volte abbiamo letto o sentito parlare di fundraiser o più in generale di fundraising (attività di raccolta fondi)? Cerchiamo di fare chiarezza e comprendere di cosa si occupano i professionisti di questo settore. Con la definizione di fundraiser indichiamo la figura esperta nella raccolta di fondi e finanziamenti per una determinata finalità, solitamente per lo sviluppo di progetti, iniziative legate alle Organizzazioni Profit e Non Profit.
Il settore del fundraising negli ultimi anni ha conosciuto un notevole sviluppo, presumibilmente dovuto alla difficoltà generale che numerose aziende e organizzazioni hanno riscontrato nel reperire delle risorse per nascere e svilupparsi. Fatta questa piccola premessa, iniziamo ad osservare più da vicino l’origine del crescente interesse per la figura del fundraiser.

L’Associazione Italiana Fundraiser ASSIF definisce, nell’articolo 1 del proprio Regolamento, la figura del fundraiser come colui che opera in modo professionale ed etico, remunerato o a titolo gratuito, nella definizione e realizzazione delle strategie di comunicazione sociale, marketing sociale e raccolta fondi per organizzazioni del non profit. Il ruolo di fundraiser è un ruolo cruciale: grazie al suo operato garantisce la sostenibilità finanziaria ed economica dei progetti stessi, rendendoli in definitiva realizzabili. Esistono 4 tipologie di fundraiser descritte all’interno del sito dell’Associazione:

  • Fundraiser professionista: è il manager della raccolta fondi; si occupa della pianificazione strategica e coordina l’intera attività di raccolta fondi;
  • Professionista del fundraising: si occupa della pianificazione (talvolta anche della realizzazione concreta) di aspetti tecnici del fundraising, come il direct marketing, il database dei donatori, ecc.;
  • Operatore del fundraising: si occupa solo della realizzazione concreta della raccolta fondi, all’interno di uno o più settori specifici del fundraising;
  • Consulente di fundraising: come il fundraiser professionista accompagna, anche se dall’esterno, l’organizzazione nella pianificazione strategica dell’attività di fundraising, di alcuni particolari ambiti (corporate, lasciti testamentari ecc.) o di specifici progetti; solitamente non si occupa di operatività.

ASSIF ha redatto un proprio codice etico di riferimento, in cui sono esplicitati chiaramente i rapporti fra i soci ASSIF, i rapporti con le organizzazioni non profit e gli atri beneficiari, le modalità di utilizzo delle risorse remunerazioni, i rapporti con i donatori ecc.

Il fundraiser si occupa di analizzare la “mission” dell’organizzazione per cui lavora, cioè l’obiettivo/progetto di tale ente, è in grado di analizzare e classificare i donatori e le modalità di raccolta fondi e naturalmente è impegnato in un monitoraggio costantemente per verificare il raggiungimento degli obiettivi ed eventualmente l’individuazione delle azioni correttive.

Per chi avesse intenzione di intraprendere questa carriera, quale formazione è suggerita? In generale possiamo affermare che il percorso formativo del fundraiser si colloca tra la sfera economica, giuridica e della comunicazione, nello specifico corsi di laurea in campo delle pubbliche relazioni e scienze della comunicazione, economia aziendale e il marketing. Negli ultimi anni con lo sviluppo di un mercato sempre più competitivo, si consiglia di intraprendere anche un percorso post laurea in fundraising, soprattutto in digital fundraising (ricordate che il web per quest’attività è fondamentale!). L’elenco dei percorsi universitari e master sono in continua crescita non resta che iniziare la ricerca. Per chi invece avesse il semplice interesse nell’approfondire la tematica, esiste una vasta scelta di libri che la trattano come ad esempio “Professione Fundraiser” di Elena Zanella tanto per citarne uno. Oltre ciò esistono dei veri e propri “Festival del Fundraising” nazionali ed internazionali ai quali partecipare.

Un buon fundraiser è in possesso di una personale attitudine estroversa,  è costantemente proiettato verso tipologie di attività che prevedono uno stretto contatto con il pubblico e sicuramente è particolarmente sensibile e interessato al mondo delle organizzazioni non profit a creare investimento sociale partenariati su buone cause e progetti di alto impatto sociale.

alternanza scuola lavoro estero

Alternanza scuola lavoro all’estero

Da qualche anno l’esperienza di alternanza di scuola lavoro è diventata parte integrante del percorso scolastico, e interessa tutti gli studenti degli ultimi tre anni delle secondarie superiori.
L’alternanza scuola lavoro ha l’obiettivo di formare gli studenti non solo dal punto di vista tecnico, dei contenuti relativi alle materie e al settore studiati, ma anche dal punto di vista delle capacità personali e relazionali, sempre più importanti sia per il lavoro che per la cittadinanza attiva.

Il monte ore da svolgere in alternanza scuola lavoro va dalle 200 alle 400 ore, distribuite sugli ultimi tre anni di scuola, a seconda del tipo di istituto e di percorso di studi, e va programmato in base alle esigenze formative dello studente.

La bella novità è che si potranno utilizzare per l’alternanza scuola lavoro anche le esperienze all’estero, svolte durante l’anno scolastico ma anche durante le vacanze. In questo modo si mira a potenziare tutte quelle competenze di autonomia e capacità di relazionarsi in ambiti interculturali, che emergono come indispensabili per poter vivere nell’attuale contesto di un mondo allargato e poter beneficiare di tutti i vantaggi che offre.

Le scuole potranno prevedere e organizzare dei percorsi di alternanza scuola lavoro all’estero, collegati e coerenti al percorso formativo degli studenti , e metterli a sistema, amplificandone il valore attraverso attività di condivisione con il resto dell’istituto.

Per capire meglio come potrà funzionare l’alternanza scuola lavoro all’estero, capire come organizzarla e osservare delle esperienze già realizzate, stiamo organizzando un evento dedicato, in collaborazione con International House – The Victoria Company di Ancona, per il prossimo 15 novembre, qui all’Informagiovani!

Vi aspettiamo per scoprire le nuove possibilità offerte dall’alternanza lavoro all’estero!

sharper 2017

Sharper 2017 La notte dei ricercatori è in arrivo in Ancona

È in arrivo ad Ancona il prossimo venerdì 29 settembre Sharper (SHaring Researchers’ Passions for Engagement and Responsibility) anche conosciuta come la Notte Europea dei Ricercatori.

Di cosa si tratta? Sharper è un progetto europeo cofinanziato dalla Commissione Europea, in Italia saranno coinvolte simultaneamente 5 città: Ancona, Perugia, Cascina, L’Aquila e Palermo con l’obiettivo comune di avvicinare il grande pubblico e il mondo della ricerca. Rappresenta un appuntamento che racchiude in sè un insieme di spettacoli, mostre, rassegne stampa e numerose attività dedicate a scienza, innovazione e tecnologia. L’evento si rivolge a tutti i cittadini che, grazie a Sharper, avranno l’occasione di confrontarsi con le sfide dell’innovazione e l’impatto della ricerca sulla società e, naturalmente, a tutti gli studenti appassionati di scienza e tecnologia che desiderano conoscere il mondo della ricerca come possibile percorso professionale.

I luoghi d’Ancona coinvolti fin dal primo pomeriggio dall’iniziativa saranno: Corso Garibaldi, Piazza Roma e per la sera Piazza del Papa. La giornata prevede un ampissimo programma, si avrà la possibilità di partecipare a numerose attività/eventi a ingresso libero come: il “Medical check-up” che vi permetterà di controllare la tua età biologica ed eseguire una serie di test medici proposti dai ricercatori della Facoltà di Medicina e dell’INRCA; “Mondi Sommersi” un’esposizione di microrganismi acquatici e visione al microscopio ma anche la “Video Mapping Challenge” che proporrà la visione dei migliori Video Mapping del concorso indetto dall’Università Politecnica delle Marche-UNIVPM ecc.

Sharper prevede inoltre una serie di attività alle quali partecipare previa prenotazione on line come: “Microgenius” un’area interamente dedicata ai più piccoli dove i ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche hanno preparato diversi laboratori a misura di bambino; la visita guidata alla mostra “La Siria perduta” a cura di Gabriele Fangi; “Viaggi straordinari” con Fiorenzo Conti una conferenza alla scoperta dello scrittore visionario Jules Verne; “10×100 Date a researcher” una cena/incontro al Ristorante Zenzero nel centro di Ancona, durante la quale avrete modo di scoprire l’entusiasmo della ricerca cenando direttamente con i ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche.

Sharper rappresenta un’ottima opportunità per avvicinarci al mondo della ricerca e della scienza in generale (le quali solitamente ci appaiono come “lontane” e “inaccessibili”), in un contesto dinamico, coinvolgente interamente da esplorare. Grandi e piccoli avranno la possibilità di confrontarsi con le sfide che gli scienziati affrontano ogni giorno.

Non dimenticate di prenotare online i biglietti alle attività preferite per non rischiare di rimanere esclusi. Per eventuali informazioni o chiarimenti potete contattare l’Informagiovani ai numeri 346.0042917 (anche WhatsApp/Telegram) o anche 07154954 oppure scrivere una mail a info@informagiovaniancona.com

 

Info Day regionale sul volontariato

Il valore del volontariato è doppio, perché ha un impatto positivo sia sul volontario che sulla comunità che lo circonda e sulla società, intesa in senso più ampio (anche a seconda del tipo di volontariato che scegliamo di fare: locale, nazionale, internazionale).

Ognuno può facilmente rilevare in quanti ambiti diversi del nostro vivere civile c’è la possibilità di fare del volontariato, possibilmente organizzato, per incidere in maniera positiva sul luogo nel quale viviamo e sulla comunità di cui facciamo parte. Ci si può impegnare per la pulizia e salvaguardia delle spiagge o di animali selvatici, o per aiutare con un po’ del proprio tempo persone che sono in difficoltà per motivi diversi (malattia,disabilità, emarginazione). Ma si può anche fare volontariato in campo artistico, proponendosi per animare un pomeriggio in strutture sanitarie o elaborando un progetto artistico per la riqualificazione di un angolo urbano.

Per non parlare poi di quello che si può fare andando più lontano, a prestare la propria opera, a seconda delle proprie possibilità, e un po’ di tempo in comunità di diverse parti del mondo, aiutandole a costruire una scuola, un pozzo o a piantare un orto, o insegnando inglese, organizzando giochi o altre attività.

Per il volontario i vantaggi sono diversi, personali (conoscenza, autostima, nuovi contatti, empowerment, partecipazione attiva), e spesso anche pratici, come abbiamo già accennato in occasione delle opportunità per il periodo estivo.

L’Info day sul volontariato di venerdì alla Casa delle Culture è organizzato da Marche Solidali (il Coordinamento delle Organizzazioni di Cooperazione e Solidarietà Internazionale delle Marche), promosso dalla Regione Marche e cofinanziato nell’ambito del progetto LADDER “Local Authorities as Drivers for Development Education and Raising Awareness”.

Verranno presentate le possibilità di fare volontariato offerte dalle organizzazioni di volontariato di Marche Solidali e dal Centro Servizi per il Volontariato delle Marche, attraverso le varie forme e programmi: Servizio civile nazionale in Italia e all’estero, Servizio Volontario Europeo, Servizio Civile Universale, Scambi Giovanili, Esperienze di Volontariato in Africa, Asia o America Latina.

Dalle 16,30 ci saranno brevi racconti di esperienze di volontariato, e le organizzazioni presenti si presenteranno, per poi permettere agli interessati di parlarci direttamente. Dalle 17,45 infatti tutti i soggetti presenti avranno una loro postazione informativa, dove potranno incontrare chiunque abbia domande o curiosità.

Ci saremo anche noi come Informagiovani Ancona – Eurodesk, per informazioni su volontariato in Italia, Servizio civile nazionale in Italia e all’estero (ora Servizio civile universale), servizio volontario europeo SVE, scambi giovanili Erasmus+.

La partecipazione è gratuita! Vi aspettiamo!

Studiare all’estero: un investimento per il futuro

Studiare all’estero durante le scuole superiori può sembrare una scelta azzardata e ardua.

Comporta, infatti, di dover lasciare il proprio Paese e le proprie abitudini per trasferirsi in un Paese straniero dove le certezze vengono sostituite dall’urgenza di mettersi in discussione tutti i giorni a migliaia di chilometri da casa.

I ragazzi che scelgono di provare l’esperienza di exchange student si trovano completamente fuori dalla famiglia, dove sono troppo protetti e assistiti, imparano una lingua straniera nella vita quotidiana più che sui libri e infine si confrontano con metodi di studio molto diversi da quelli cui erano abituati.

Allo stesso tempo, però, decidere di trascorrere un anno scolastico o anche un periodo più breve all’estero è sicuramente una delle esperienze più belle che un giovane possa fare: apre la mente, insegna a guardare il mondo da prospettive diverse, fa crescere e maturare, con enormi vantaggi per il proprio futuro, sia a livello umano che professionale.

L’anno scolastico all’estero, oppure il semestre o trimestre, è un’opportunità rivolta ai ragazzi dai 14 ai 17 anni. I limiti delle età ammesse a partecipare variano a seconda del Paese richiesto.

Tuttavia è più consigliato durante il terzo o quarto anno delle superiori quando i ragazzi hanno già acquisito una certa autonomia e non sono ancora impegnati con l’esame di maturità.

Il primo passo da compiere è quello di scegliere una delle numerose associazioni/agenzie che si occupano di seguire tutte le varie fasi del programma: dalle selezioni degli aspiranti partecipanti, al percorso di formazione, al soggiorno all’estero, fino al rientro in Italia.

La domanda va presentata diversi mesi prima della partenza (addirittura un anno prima per l’anno scolastico); la partenza avviene in genere a luglio dato il diverso inizio dell’anno scolastico negli altri Paesi e la necessità di arrivare nel Paese di destinazione con un certo anticipo in modo da iniziare ad ambientarsi.

I costi sono abbastanza elevati e variano a seconda del tipo di programma e di destinazione scelti.

Sebbene la normativa scolastica italiana sostenga le esperienze di studio all’estero e regolamenti il riconoscimento degli studi effettuati all’estero ai fini della riammissione nella scuola italiana (NOTA MIUR 843/10 APRILE 2013), tuttavia il riconoscimento e il passaggio all’anno scolastico o semestre successivo non è automatico. Occorre quindi concordare, prima della partenza, con i professori e con il dirigente scolastico le modalità di rientro.

Se volete saperne di più e conoscere alcune delle agenzie che si occupano di studio all’estero, l’Informagiovani vi invita a partecipare agli incontri informativi, dal titolo “Study Abroad” organizzati in collaborazione con le agenzie stesse.

Gli incontri sono gratuiti e aperti a tutti, è sufficiente iscriversi!

Un mercato del lavoro competitivo

Il mondo del lavoro è molto competitivo. Talmente tanto che la definizione di mercato di lavoro è diventata, col tempo, sempre più azzeccata. Perché, nel tempo, anche l’idea di mercato è cambiata. Mi ricordo che fino a qualche tempo fa facevo questo esempio nelle scuole quando dovevo spiegare la dinamica di domanda e offerta nel mondo del lavoro. Dicevo agli studenti di immaginare il mercato del lavoro come un mercato reale, quello con le bancarelle, in cui il loro obiettivo era quello di presentare a tutti al meglio la propria “merce” (competenze) perché non avrebbero saputo in anticipo quale tra i passanti sarebbe stato il loro cliente.

Era un modo come un altro per raccontare con una metafora come fossero importanti non solo gli invii dei curriculum, ma anche tutto il lavoro di relazione, comunicazione e, in sintesi, di costruzione della reputazione di se stessi. Oggi quel mercato si è un po’ affollato, popolato della gente più diversa: tra le “bancarelle” c’è più concorrenza, competizione, nascono nuove proposte. Ma anche tra chi va al mercato per acquistare (assumere) ci sono delle differenze rispetto al passato. La ricerca del personale si è fatta più elaborata grazie, per esempio, a internet e i social media. Questo rende il tutto molto più veloce e anche più ricco di informazioni.

Se state cercando lavoro questa cosa rappresenta una grande opportunità, perché siete nella condizione di conoscere molti aspetti del mercato del lavoro prima di metterci i piedi. I siti aziendali vi informano sulle attività e sulle esigenze delle imprese, i forum vi possono dare consigli e suggerimenti di chi ha partecipato a percorsi di selezione già conclusi, i social media vi possono far conoscere chi già lavora in un determinato contesto. Oggi voi potete così personalizzare e arricchire la vostra offerta di competenze (la bancarella) con molte cose e sfruttare molti consigli.

Sui consigli però bisogna fare attenzione e scegliere chi ascoltare. Rammentate l’adagio “non accettare caramelle dagli sconociuti”? Più o meno siamo nella stessa situazione. Per esempio circola la notizia che ci sono imprenditori che non trovano lavoratori perché si presentano candidati poco adeguati (come si legge in questo articolo de IlSole24Ore) o altri perchè i ragazzi interpellati preferiscono fare tardi la sera piuttosto che andare a lavorare la mattina (l’articolo in questo caso è di Leggo). Se frequentate poi una piattaforma come Linkedin, il social network professionale, trovate una serie storie sparse che un po’ di ansia la mettono: persone rimpiazzate in 10 minuti, candidati trattati come dei Rambo che devono essere pronti a tutto, giovani che dovrebbero avere una disponibilità 24/7 anche per un lavoro di ufficio. Dunque è vero che il mercato del lavoro è diventato così competitivo che dobbiamo rispondere a qualsiasi esigenza? No. La selezione è sicuramente più dura che qualche tempo fa, ma la soluzione non è quella di mostrarsi disponibili alla qualunque. E i giovani, magari voi che state leggendo, avete la stessa dignità e lo stesso valore (perlomeno umano) di chi vi sceglie. Dovete proporvi in maniera avvincente, non svendervi in maniera indecente. E questo sarà un valore anche per chi vi sceglierà per costruire insieme a voi una professione e un’azienda. Lo spiega meglio in questo articolo anche Osvaldo Danzi, recruiter professionista; ci ricorda anche che “La selezione del personale è un investimento alla pari in cui entrambe le parti devono dare e ricevere con equilibrio

servizio civile universale

Il Servizio Civile Universale

Il Servizio Civile Universale è l’evoluzione del Servizio Civile Nazionale, di cui mantiene le caratteristiche fondamentali, ma con alcune variazioni e aggiunte.

Si tratta infatti di un anno che i giovani possono dedicare al servizio degli altri, del proprio paese e della comunità umana in generale, secondo il principio di solidarietà sociale contenuto nella nostra costituzione. Nasce come evoluzione dell’obiezione di coscienza, l’unica alternativa che avevano i ragazzi che non credevano nell’utilità di prestarsi al servizio militare armato. Dal 2000 il Servizio Civile diventa Servizio Civile Nazionale, aperto anche alle ragazze, e diventa volontario. Nel 2018 facciamo ancora un passo avanti e il Servizio Civile Nazionale diventa Servizio Civile Universale.

Ogni anno esce un bando nazionale (e ogni tanto anche bandi regionali) per poter scegliere un progetto e partecipare: il Servizio Civile è una esperienza formative e professionale, e può essere anche un anno di crescita personale.

Sono ammessi a partecipare al servizio civile universale, senza distinzioni di sesso, i cittadini italiani, i cittadini di Paesi dell’UE e gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, tra i 18 e 28 anni.
Per i cittadini stranieri è stato precisato che l’ammissione al servizio civile universale non costituisce presupposto per il prolungamento della durata del permesso di soggiorno.

Alcune novità del Srrvizio Civile Universale riguardano i settori nei quali sarà possibile realizzare il servizio civile universale. Oltre ad assistenza, protezione civile e patrimonio storico, artistico e culturale, promozione della pace tra i popoli, della non violenza e dei diritti umani (già presenti nel vecchio Servizio Civile Nazionale) troviamo:
patrimonio ambientale e riqualificazione urbana;
– educazione e promozione culturale e dello sport;
– agricoltura in zona di montagna, agricoltura sociale e biodiversità;
– promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani all’estero.

Altre importanti novità sono la possibilità di partecipare ad un servizio civile che ha una durata tra gli 8 e i 12 mesi (rispetto a prima, quando tutti i progetti duravano 12 mesi) e di poter svolgere un periodo di 3 mesi del servizio civile in un altro paese dell’UE. Tutto questo sempre che gli enti che progettano adottino queste novità nei loro progetti.

Nel caso di questi progetti (che prevedono tre mesi all’estero) c’è da fare una distinzione tra il Servizio Civile Universale svolto in Italia, che può comprendere questa possibilità, e il Servizio Civile Universale svolto all’estero, che può realizzarsi in un paese UE o extra UE.

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**AGGIORNAMENTO: ecco dove vedere quali sono i progetti in Italia e all’estero previsti dal bando Servizio Civile Universale 2020

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In alternativa ai 3 mesi di servizio all’estero, i giovani volontari potranno usufruire di un servizio di tutoraggio per l’inserimento lavorativo della stessa durata, anche attraverso convenzioni stipulate da Stato, Regioni e provincie con associazioni di imprese private, di cooperative e con altri enti senza finalità di lucro.

Ma fare il volontario significa lavorare gratis? Certo che no!
Ai volontari viene riconosciuto un assegno mensile di 439,50 euro (l’aggiornamento in base ai dati Istat dovrebbe essere biennale) esenti da imposizioni tributarie e non imponibili ai fini previdenziali.

In aggiunta, agli operatori in servizio all’estero viene fornito vitto, alloggio e assicurazione sanitaria, oltre al viaggio di andata e ritorno (due viaggi nel caso il servizio civile duri 12 mesi).

A tutti i volontari viene inoltre fornita una formazione di almeno 80 ore durante il periodo di volontariato, sia sul servizio civile in generale che sul settore specifico di svolgimento del servizio.

Infine, le università possono riconoscere crediti formativi a favore degli operatori volontari che hanno svolto attività di servizio civile universale rilevanti per la crescita professionale e per il proprio curriculum di studi.

E quindi, scegliendo bene il progetto e l’organizzazione presso cui svolgere il servizio civile, c’è solo da guadagnarci!

Di sicuro hai domande sul Servizio Civile Universale e sul bando aperto, contattaci per supporto e segui l’evento che organizziamo ogni anno per farti incontrare i referenti dei progetti di Ancona e per i nostri consigli per la scelta del tuo progetto!

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