Corpo europeo di solidarietà, si parte!

Sono già all’opera i primissimi partecipanti al Corpo europeo di solidarietà, creato per coinvolgere i giovani europei in azioni di sostegno, aiuto e collaborazione in situazioni di necessità, e allo stesso tempo con lo scopo di costruire una società più inclusiva, prestare aiuto a persone vulnerabili e rispondere ai problemi sociali attualmente più pressanti.

Ai giovani partecipanti il Corpo europeo di solidarietà offre anche la possibilità di vivere un’esperienza formativa, ispiratrice e arricchente, a contatto con operatori professionisti del settore sociale e in contesti in cui sperimenteranno la possibilità di portare aiuto e fare la differenza.

Abbiamo già parlato di come funziona il Corpo di solidarietà, istituito dalla Commissione Europea a dicembre 2016, ma nel corso degli ultimi mesi sono state definite meglio le modalità di partecipazione delle organizzazioni che possono aderire e contattare gli iscritti e sono state messe a punto le modalità operative dell’iniziativa, per la vera e propria attivazione delle esperienze.

Partendo dalla banca dati del Corpo infatti le organizzazioni accreditate, cioè che hanno aderito alla missione e ai principi del Corpo e che garantiscono attività di qualità, possono contattare i giovani iscritti e proporre loro di partecipare ad un progetto in qualità di volontari, tirocinanti o lavoratori. A marzo sono stati contattati i primi iscritti che stanno già prestando la loro opera dove c’è bisogno.

Ricordo qui che in ogni caso i partecipanti vengono sostenuti economicamente, offrendo loro uno stipendio, un rimborso, vitto e alloggio o altri tipi di agevolazione, in base al tipo di inquadramento all’interno dell’organizzazione promotrice e alle leggi del paese in cui vanno a prestare servizio. Sul sito ufficiale del Corpo di solidarietà ci sono risposte a molte domande, sia per i partecipanti che per le organizzazioni.
Se vuoi partecipare e condividi anche tu i principi e la missione del Corpo… non ti resta che iscriverti!
Potrai definire i periodi in cui saresti disponibile, elencare le tue conoscenze ed esperienze se ne hai, e avere la possibilità di ricevere una proposta di partecipazione a un progetto.

Per rendere tutto più facile e per festeggiare insieme la Settimana Europea della Gioventù 2017, che si festeggia ogni anno dal 1 al 7 maggio, qui all’Informagiovani dedicheremo la mattinata di martedì 2 maggio alle iscrizioni al Corpo di solidarietà: chi volesse aiuto, assistenza, o anche solo informazioni, potrà venire ed utilizzare i pc disponibili al pubblico o la nostra wifi per registrarsi!

Portate entusiasmo e voglia di fare, vi aspetto!

Un’estate al servizio del volontariato

L’estate si sta avvicinando e iniziate a pensare a come trascorrerla? Avete mai pensato di trasformare la “solita” vacanza in un’esperienza umana e sociale irripetibile, un’esperienza di volontariato?

Le vacanze estive, infatti, possono essere un’occasione per viaggiare, conoscere un paese e la sua gente e contribuire alla realizzazione di progetti di utilità sociale, ambientale e di solidarietà internazionale.

Fare volontariato è anche un ottimo modo per uscire dalla routine ed impiegare il tempo in modo utile e produttivo. Senza dimenticare, poi, che ogni piccolo gesto può essere un importante contributo per il mondo intero: oltre a fare del bene a sé stessi e alla persona che lo riceve, si diventa anche esempi per gli altri e questo può rappresentare un passo verso un futuro migliore.

Esistono diverse possibilità di fare volontariato a seconda dei propri interessi e del tempo a disposizione: si può scegliere tra un campo di lavoro umanitario, un campo di volontariato ecologico o di volontariato per i beni culturali.

Partecipare ad un campo lavoro o di volontariato richiede buona volontà e spirito di sacrificio, anche se l’impegno varia in funzione del programma che si sceglie.

A seguire vi segnaliamo alcune opportunità di volontariato in Italia e all’estero; ma ovviamente si tratta di un elenco solo parziale e non esaustivo.

Legambiente organizza campi internazionali in Italia e all’estero che si rivolgono a persone di tutte le età: ce ne sono per under 18, campi per adulti e per “over 50”. Possono avere una durata tra i 10 e i 30 giorni, ma la maggior parte è di 2 settimane. La tematica di base è la tutela dell’ambiente.

WWF organizza campi di volontariato in Italia e all’estero sul tema della difesa della natura.

Lunaria offre la possibilità di scoprire cosa sia realmente il volontariato all’estero con progetti aperti a tutti: giovani e meno giovani. Promuove la pace, la giustizia sociale ed economica, l’uguaglianza e la garanzia dei diritti di cittadinanza, la democrazia e la partecipazione dal basso, l’inclusione sociale e il dialogo interculturale.

Libera propone campi estivi sui beni confiscati alla mafia per singoli, per gruppi, per minorenni con l’obiettivo di diffondere una cultura fondata sulla legalità democratica e sulla giustizia sociale, che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto.

Se siete interessati a questi temi, all’Informagiovani potete trovare elenchi di associazioni e organizzazioni locali e internazionali, attività e servizi da svolgere, iniziative pensate per chi vuole dedicare tempo ed energie per aiutare gli altri.

La sorpresa non è diventare ricchi

Diventare ricchi può essere un buon obiettivo? L’obiettivo del lavoro è arricchirsi? I titoli dei giornali di questi giorni che esaltano (oltre misura direi) le vincite realizzate con gratta e vinci, lotterie e simili farebbero credere il contrario. Diventare improvvisamente e inaspettatamente ricchi è il sogno (o la chimera) di molti: tanto più se chi vince parte da una condizione di svantaggio (reddito modesto, disoccupazione, marginalità varie).

Non nego che quando affronto seminari con le scuole alla domanda fatta agli studenti “ditemi le 5 cose più importanti per voi del lavoro”, il denaro è sempre al primo posto. E non mi stanco nemmeno di dire che possiamo chiamare lavoro una cosa solo se in cambio riceviamo dei soldi perché ritengo che altri tipo di scambio (lavoro/visibilità, lavoro/esperienza, lavoro/formazione) siano dei surrogati. Ma questo non significa che il denaro sia la questione determinante del nostro lavoro e meno che mai della nostra vita.

Una cosa importante quando ci poniamo un obiettivo, tanto più se questo obiettivo è migliorare la nostra condizione, è costruire in maniera adeguata le nostre aspettative. Se comincio ad allenarmi oggi è impensabile che tra un mese possa diventare un campione olimpico di corsa, nuoto, scherma o qualsiasi altra specialità. E in alcuni casi devo rassegnarmi all’idea che potrò avere grandi soddisfazioni da quello sport ma non ne sarò mai un campione olimpico. Questo penso possa essere comprensibile e accettabile; quelli più bravi ne traggono comunque soddisfazione e felicità. Il motivo è che il sistema fatto di obiettivi-aspettative-risultati deve essere un equilibrio al cui centro ci siamo noi: non quello che pensano gli altri, non quello che detta la moda, non quello che vediamo nella pubblicità.

Ora: perché, invece, tendiamo a pensare che ci possano essere realmente scorciatoie facili per raggiungere un obiettivo come la ricchezza? E, siamo poi sicuri, che con quella raggiungiamo anche la felicità? Per esempio, come spiega questo articolo (in inglese), non è detto che la ricchezza possa essere un obiettivo soddisfacente (molte persone ricche non smettono di lavorare). Non sopporto invece l’idea che possa essere portata a esempio di riscatto sociale la vincita al gratta&vinci di un disoccupato: è una truffa, prima di tutti verso noi stessi se crediamo alla favoletta “del colpo di fortuna”. Non esiste, anche se tutto porterebbe a far credere il contrario. Non possiamo migliorare noi stessi e la nostra condizione se ci affidiamo al caso, se il nostro futuro lo immaginiamo come una sorpresa dell’uovo di Pasqua. La versa sorpresa non è diventare ricchi, ma scoprire di avere costruito con lenostre forze quello che volevamo.

Vi auguriamo una Pasqua piena di sorprese (vere)! Noi torniamo martedì, dopo le feste.

 

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Brexit, keep calm and…parliamone

L’esito del referendum del giugno 2016 in UK, che ha preso il nome di Brexit, ha sollecitato molte discussioni sul presente e sul futuro di tutte le persone straniere presenti sul territorio britannico, e sulle limitazioni e possibilità per coloro che vorranno andarci a studiare e lavorare in futuro.

Vale la pena di ricordare che l’esito di un referendum, in Italia come altrove, non è immediatamente operativo, ma va tradotto in leggi e regolamenti integrativi (o sostitutivi) di ciò che esiste già.

Nel caso della Brexit, termine creato dall’unione di Britain ed exit, il referendum ha dato l’avvio a una serie di atti che porteranno, in un tempo relativamente breve, ad un nuovo stato di cose nelle relazioni dell’antica Albione con il resto dell’UE.

L’uscita dall’Unione, anche se nessuno si aspettava che accadesse, è prevista e regolamentata dall’articolo 50 del Trattato sull’Unione europea. La procedura prevede che dalla data della notifica dello stato membro uscente (nel nostro caso il 29 marzo 2017) passino due anni. In questo periodo di tempo Regno Unito e UE dovranno negoziare un accordo che disciplini le modalità dell’uscita (aggiornamento: la data dell’uscita della Gran Bretagna dall’EU è stata prorogata dal 29 marzo 2019 al 31 ottobre 2019).

In pratica significa che si comincia ora a definire le condizioni che regoleranno i reciproci rapporti. L’accordo dovrà tenere conto di molti aspetti che riguardano le relazioni tra paesi: l’immigrazione, certo, ma anche le questioni commerciali, fiscali, giuridiche.

Per chi si trova già in UK, le condizioni non sono cambiate e si sta già parlando di mantenere immutati i diritti e le condizioni di cui si è goduto finora. Le autorità britanniche hanno dichiarato che intendono garantire il diritto di residenza permanente ai cittadini che siano legalmente residenti prima di una certa data, la cosiddetta cut-off date, che però è stata più volte posticipata.

Ma rimaniamo a quello che nell’immediato ci interessa di più: potremo ancora andare a lavorare o studiare in UK? E quanto sarà difficile? La risposta in generale è sì, solo le modalità potranno essere un po’ diverse e più complesse rispetto a quelle adottate finora. Spesso infatti non ci rendiamo conto di quali vantaggi ci garantisca il fatto di essere parte dell’UE.

Come succede già per altri paesi extra UE, mete di migrazioni da paesi con condizioni economiche svantaggiate, le limitazioni potrebbero essere relative soprattutto all’ingresso per motivi di lavoro. E’ probabile che si prevedano agevolazioni per l’immigrazione di persone qualificate, che conoscono la lingua del paese dove vogliono trasferirsi, piuttosto che per chi non ha specifiche professionalità e va un po’ allo sbaraglio sperando di cavarsela comunque.

Per quanto riguarda andare a studiare in UK invece non dobbiamo dimenticare che la formazione è anche e sempre più una fonte di ricchezza per chi la fornisce, e quindi è difficile che venga realmente ostacolato l’ingresso di studenti. Chiaramente stiamo facendo delle supposizioni di quelli che saranno gli scenari futuri, dato che di certo e deciso non c’è ancora molto.

Per il momento di certo sulla possibilità di studiare in UK c’è che per l’anno accademico 2017/2018 saranno garantiti per tutti gli studenti UE aiuti economici e sussidi come in precedenza. Restano inoltre immutate le possibilità di usufruire di finanziamenti del programma Erasmus+ a cui la Gran Bretagna aderisce indipendentemente dalla Brexit.

Sicuramente rimangono valide le considerazioni che facciamo di solito per chi pensa di andare all’estero per un periodo più o meno lungo. Prima di tutto, prepararsi per tempo e informarsi bene per quanto riguarda i documenti da presentare. Consiglio in particolare di non improvvisare, dato che le regole per l’immigrazione, escluso lo spazio europeo, cambiano anche molto rapidamente.

Se l’argomento vi interessa, vi consiglio queste due risorse ufficiali da seguire: la pagina dedicata alla Brexit dell’Ambasciata d’Italia, e la pagina ufficiale UK sull’immigrazione.

In conclusione, keep calm and good luck everybody!

La Buona Scuola Bis: cambiamenti in vista

Venerdì 7 aprile il Consiglio dei Ministri ha approvato gli otto decreti attuativi della legge sulla Buona Scuola (L. n. 107/2015) che andranno a regime dal 2018.

Una delle novità principali riguarda il sistema di formazione iniziale e di accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado.

Viene rivoluzionato il vecchio percorso, mandando in soffitta l’abilitazione all’insegnamento (Ssis prima e Tfa poi).

Per diventare docenti nella scuola secondaria di I e II grado, infatti, dopo la laurea occorrerà superare il concorso che consentirà l’accesso al nuovo percorso di formazione iniziale, tirocinio e inserimento nella funzione di docente, denominato «Fit».

Al concorso potranno accedere tutti i laureati, purché abbiano conseguito 24 crediti universitari in settori formativi psico-antropo-pedagogici o nelle metodologie didattiche.

I concorsi avranno cadenza biennale, il primo sarà nel 2018.

Chi lo supererà si inserirà in un percorso triennale immediatamente teorico-pratico (FIT)

Il primo anno sarà finalizzato al conseguimento del diploma di specializzazione.

Il secondo e il terzo anno serviranno per diventare docente, con una parte notevole di “esperienza diretta” in classe.

Il «Fit» è un contratto di lavoro a tutti gli effetti: sarà retribuito (il terzo anno in analogia a una supplenza annuale).

Al termine del «Fit» l’insegnante passa di ruolo: firmerà un incarico triennale, e sarà assegnato all’ambito territoriale presso il quale ha prestato servizio l’ultimo anno.

Per vedere effettivamente in cattedra i nuovi giovani professori bisognerà, però, attendere almeno il 2022.

Infatti il decreto prevede una fase transitoria per stabilizzare i precari abilitati di seconda e quelli di terza fascia con 36 mesi di servizio alle spalle.

Importanti novità sono state introdotte anche su altri temi fondamentali che trovate riportati sul sito del MIUR.

Quelle di più interesse per gli studenti riguardano la valutazione, gli Esami di Stato e le Prove INVALSI.

Nelle classi finali della secondaria di I e II grado la prova Invalsi è requisito per l’ammissione all’Esame, ma non influisce sul voto finale.

Le novità saranno applicate nel 2018 per l’Esame del primo ciclo e nel 2019 per la Maturità.

Il cv è un libretto delle istruzioni

Se c’è un lavoro che non smettiamo mai di fare è quello di aiutare le persone a scrivere al meglio il proprio cv. Questo documento, di cui tutti cominciamo a sentir parlare quando si avvicina l’età per lavorare, pare resistere nonostante la digitalizzazione ne abbia cambiato parecchio la sua funzione.

Il cv rimane, a mio modo di vedere, il documento con il quale ci presentiamo in una maniera completa e, soprattutto tecnica. Mi è venuto in mente che potremmo associarlo, per metafora, a un libretto delle istruzioni. Il cv è il libretto delle istruzioni della nostra sfera professionale: è lì che raccontiamo quali caratteristiche abbiamo, quali funzioni potremmo svolgere e anche, se siamo bravi, a quali bisogni sappiamo rispondere. Se ci fate caso i libretti delle istruzioni hanno tutti la stessa impostazione: c’è un indice, un glossario e quelli meglio redatti hanno spiegazioni semplici, chiare e veloci da leggere. Dentro questa generalizzazione ci sono poi anche casi estremi: i libretti istruzioni di Ikea sono senza istruzioni scritte, mentre se comprate un apparecchio meccanico tedesco il libretto delle istruzioni parte da almeno 300 pagine scritte.

Il nostro cv dovrebbe stare un po’ nel mezzo, senza disdegnare qualche passo nella creatività per attirare l’attenzione e concedendo qualcosa in più di scritto quando si raccontano progetti e attività interessanti. Fin qui il ragionamento non fa una piega. Poi l’altro giorno, dopo averla aiutata nella stesura del cv, parlo con una persona (a dir la verità con un senso pratico molto spicciolo, diciamo così) e mi chiede: ma tutte queste cose chi le legge? Interessano davvero?

Non so voi, ma in effetti personalmente non ho mai dato troppa attenzione ai libretti delle istruzioni. Mio malgrado perché poi mi sono trovato sempre in difficoltà e ci sono dovuto tornare successivamente, sprecando tempo ed energie. Ma questo non credo sia il comportamento più adottato dai datori di lavoro o da chiunque debba scegliere delle persone per ruoli di piccola o grande responsabilità. Le persone non sono un armadio dell’Ikea o una macchina tedesca: le “istruzioni” servono a capire meglio come, quella professionalità, ci può essere davvero utile.

Anche per questo motivo abbiamo scelto di dare il nostro contributo. Nella pagina che abbiamo chiamato “Fai con noi il tuo cv” (https://sviluppo.informagiovaniancona.com/cv) trovate alcuni modelli per il vostro cv: ci sono quelli semplici e quelli più complessi (da fare con apposite applicazioni web). Dateci un occhio e vedete se uno di quelli proposti può essere adatto a fare del vostro libretto delle istruzioni un documento attraente e interessante. In bocca al lupo!

Summer School: viaggiare, imparare, conoscere

Le Summer School, o scuole estive, sono scuole di breve durata organizzate da università, istituti e simili, che propongono un programma di attività formative (ma non solo) su un tema specifico.

Le Summer School sono in genere rivolte a studenti universitari, ma ce ne sono anche per studenti delle scuole secondarie. Per i professionisti la Summer School è perfetta per approfondire un aspetto del loro lavoro, confrontarsi con colleghi di altri paesi o imparare qualcosa di nuovo.

Le Summer School possono essere di tre tipi:

  • corsi specialistici (di solito per gli addetti e professionisti di un settore)
  • corsi di lingua e cultura del paese in cui si svolgono (ce ne sono anche online)
  • corsi teorico-pratici.

Gli argomenti proposti sono molto vari e vanno dalle nuove tecnologie alle lingue straniere, da temi di attualità alla cucina o nuovi territori e culture.

La durata di una Summer School può andare da una a quattro o sei settimane, e vengono offerte anche attività collaterali, come escursioni a luoghi di interesse, giochi, attività sportive o simili.

Partecipare a corso di questo tipo è una occasione unica per utilizzare al meglio una parte del periodo estivo. Si può praticare una lingua straniera, conoscere persone di altre nazionalità interessate alle stesse cose, prendere contatti, fare nuove amicizie, visitare zone e città sconosciute.

Per gli studenti universitari, inoltre, è una ottima opportunità per approfondire con esperti un argomento specifico legato all’ambito di studi. Poi si può conoscere da vicino una università straniera, che magari ci potrebbe interessare per una specializzazione o un master futuro. Alcuni corsi riconoscono anche dei crediti formativi, utili al curriculum di studi.

I costi di partecipazione possono variare molto, a seconda della durata, dell’organizzatore e del programma: ce ne sono anche di gratuiti, basta muoversi per tempo.

Ecco un sito da cui cominciare, scegliendo per esempio il tema o il paese di interesse, e il periodo che vogliamo dedicare a questa esperienza. Ogni portale che raggruppa e promuove le summer school ha una maschera di ricerca che ci permette di cercare per argomento, per durata o impostando altri parametri.

Importante è ricordare che programmare con molto anticipo (a partire da febbraio o marzo) un’attività per l’estate ci permette di scegliere meglio e di cogliere qualche buona occasione!

voucher

Voucher aboliti ma sopravvivono

I voucher o buoni lavoro sono ormai da un po’ di tempo oggetto di particolare attenzione e notizia in continua evoluzione.

Ripercorrendo velocemente le tappe fondamentali, i voucher sono stati introdotti dalla legge Biagi nel 2003 allo scopo principale di far emergere il lavoro sommerso. Inizialmente rivolti a disoccupati di lunga durata studenti, pensionati, casalinghe utilizzabili per una particolare tipologia di lavori ad esempio: piccoli lavori domestici, lezioni private, pulizia di edifici. Poi negli anni  è stato legittimato l’uso per quasi tutti i tipi di lavoro, infatti nel 2012 la legge Fornero ha escluso qualsiasi vincolo nell’impiego del voucher.

Il Jobs Act 2015 ha previsto l’innalzamento del limite economico massimo annuo di compenso percepibile da cinque mila a sette mila euro netti  (due mila euro per committente), con il divieto di utilizzo nell’esecuzione di appalti e con obbligo di tracciabilità.

In parole semplici il voucher viene  acquistato dal datore di lavoro ad un valore di 10 € e alla riscossione il lavoratore percepisce 7,50 €, la differenza si concretizza in contributi.

Inoltre con il Job Acts è stata confermata la possibilità, per i percettori di prestazioni integrative del salario o di sostegno al reddito, di effettuare prestazioni di lavoro accessorio, in tutti i settori produttivi, compresi gli enti locali, nel limite complessivo di 3.000 euro (lordo 4.000 euro) di compenso per anno.

La liberalizzazione nell’utilizzo dei voucher ha portato sicuramente ad una emersione del lavoro nero ma anche a molti abusi. Infatti molti datori di lavoro attivavano il buono solo quando scattavano i controlli, in modo che il lavoratore risultava in regola in quel momento e quindi con un solo buono venivano retribuite molte ore di lavoro.

Ecco che a marzo 2017 nel decreto legge n.25, pubblicato a tempo di record in Gazzetta Ufficiale, vengono aboliti i voucher, quindi dal 17 marzo è vietato l’acquisto dei voucher.

Quelli già acquistati possono essere utilizzati fino al 31 dicembre 2017.

Come specificato nella nota del sito Inps, è attivo il servizio on line per attivazione, riscossione e rimborso dei voucher fino a fine anno.

Colpo di coda finale, ripristinata l’emissione dei voucher baby sitting, con una nota dell’INPS emessa ieri,  30 marzo 2017, a seguito  di una risposta affermativa ricevuta dal Ministero del Lavoro e dal Dipartimento Politiche per la Famiglia.

L’Istituto comunica di aver modificato la procedura in modo da consentire l’emissione dei voucher baby sitting – contributo asilo nido visto che non è stata prevista l’introduzione di strumenti alternativi per l’erogazione del beneficio dopo l’abrogazione dei voucher.

Quindi resta la possibilità per la madre lavoratrice, al termine del periodo di congedo di maternità, per gli undici mesi successivi e in alternativa al congedo parentale, di scegliere la corresponsione di voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting o per gli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati.

Contributo prorogato per il 2017 e 2018 che continuerà con la stessa modalità dei voucher corrisposti in modalità telematica, secondo le istruzioni fornite dall’INPS con la circolare n. 75/2016, che contiene anche la procedura da seguire per l’utilizzo telematico dei buoni lavoro.

Per ulteriori aggiornamenti dedicheremo spazi ad hoc nel nostro blog visto il tema caldo.

Unione Europea

Europa: 60 anni e tutta la vita davanti

Proprio in questi giorni festeggiamo i 60 anni dell’Europa unita, di cui diamo spesso per scontato i risultati e i vantaggi, concentrandoci sui limiti e sulle criticità. Dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale, i principali paesi europei coinvolti si sono convinti che bisognava condividere ciò per cui si era combattuto fino a quel momento, a cominciare dal carbone e l’acciaio, e inaugurare un modo diverso di risolvere le conflittualità e i contrasti, per favorire la crescita e il benessere di tutti, naturalmente con reciproco vantaggio.

La ricorrenza è la firma dei trattati di Roma, il 25 marzo del 1957, da parte dei leader dei paesi fondatori (tra cui, vale la pena ricordarlo, l’Italia), i primi documenti ad aprire la strada a tutti gli accordi poi sottoscritti dai paesi membri, per raggiungere insieme degli obiettivi concordati e condivisi.

Si è cominciato con l’istituzione di un mercato comune in cui persone, beni, servizi e capitali potessero circolare liberamente: in un periodo di grande povertà e fame diffusa, qual’era il secondo dopoguerra, questa apertura ha creato le condizioni per la prosperità e la stabilità nei paesi che via via hanno aderito all’Unione.
Sulla base di questi accordi e dei valori comuni l’Unione è cresciuta includendo sempre più paesi, e ha assicurato a 500 milioni di cittadini un crescente benessere economico e sociale. Dato che siamo a fine marzo, il mese convenzionalmente dedicato ai discorsi sulla parità di genere, è utile ricordare anche che l’Europa è un precursore e un promotore dell’uguaglianza di genere e vanta un tasso di occupazione femminile crescente.

Oggi l’UE è un luogo in cui i cittadini possono esprimere liberamente la propria diversità culturale, possono viaggiare, studiare e lavorare al di là delle frontiere nazionali, cioè ovunque vengano loro offerte migliori condizioni di vita e sviluppo professionale. A 30 anni dall’istituzione di questo programma, sono 9 milioni i giovani europei che, con l’Erasmus, hanno beneficiato di soggiorni studio e scambi professionali, migliorando così le possibilità di ottenere un posto di lavoro di qualità, e le proprie condizioni di vita.
Insieme alle celebrazioni per questi 60 anni pace (anche se la pace non è solo assenza di guerra) si sta avviando un processo di consultazione e revisione delle strategie da adottare per affrontare le numerose nuove sfide e difficoltà. Dopo le celebrazioni per l’anniversario, la Commissione presenterà una serie di documenti di riflessione su questioni cruciali per l’Europa (lo sviluppo della dimensione sociale dell’Europa; l’approfondimento dell’unione economica e monetaria; la gestione della globalizzazione; il futuro della difesa dell’Europa; il futuro delle finanze dell’UE), anche in vista delle prossime elezioni del Parlamento europeo del giugno 2019.

Oggi, ad esempio, un terzo del budget europeo viene speso per la coesione economica e sociale, ma è chiaro che questo impegno non basta ancora, e non basta solo questo, per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati in termini di lotta alla povertà, integrazione, creazione di (buoni) posti di lavoro e maggiori investimenti, per non parlare di tutta la parte riguardante la sostenibilità, anche ambientale, dell’economia dell’UE.

Insomma, il percorso intrapreso, mai facile, è ancora lungo e pieno di ostacoli e difficoltà da superare, ma dato che molti problemi sono comuni, lavorare insieme per soluzioni comuni e condivise può dare risultati migliori che chiudersi in un isolamento che ci rende solo più deboli.
Vi lascio con un breve test sull’UE, solo per ricordarci che spesso ne parliamo senza saperne granché, ma che migliorare si può, e in modo semplice!

Culturability: spazi di innovazione sociale

Culturability è il bando nazionale lanciato dalla Fondazione Unipolis per sostenere progetti culturali ad alto impatto sociale di rigenerazione e riattivazione di spazi.

Il bando è promosso con la collaborazione della Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane (DG AAP) del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, e la partnership di Avanzi/Make a Cube e Fondazione Fitzcarraldo.

Il punto di partenza è la cultura come leva di sviluppo sostenibile.

Infatti i progetti che risulteranno vincitori non solo saranno sostenibili a livello economico, ma anche capaci di promuovere posti di lavoro.

Il bando sostiene, quindi, progetti innovativi in ambito culturale e creativo ad alto impatto sociale, per recuperare e dare nuova vita a spazi, edifici, ex siti industriali, abbandonati o in fase di transizione.

La rigenerazione e il riuso di spazi a partire dalla cultura e dalla creatività è un tema di rilevante attualità, che, tuttavia, risente ancora di limiti importanti: la difficoltà di coordinamento, di sostenibilità delle iniziative nel lungo periodo e di collaborazione con le istituzioni pubbliche.

L’obiettivo è proprio stimolare una riflessione su questi temi e sviluppare un impegno concreto sul territorio nella promozione e nel sostegno di iniziative culturali che abbiano come scopo la crescita delle comunità, con un metodo all’insegna della collaborazione.

Gli ingredienti richiesti dal bando sono cultura, innovazione e coesione sociale, collaborazione, sostenibilità economica, occupazione giovanile.

Possono partecipare alla call organizzazioni no profit, imprese cooperative e private operanti in campo culturale, team informali e reti di partenariato fra organizzazioni; l’unico limite è il requisito anagrafico: l’organo di gestione o il capofila devono essere composti da UNDER 35.

Fondazione Unipolis mette a disposizione risorse per complessivi 400 mila euro, articolate in contributi di natura economica per lo sviluppo dei progetti selezionati, erogazione di servizi di formazione e accompagnamento per il potenziamento dei team proponenti, rimborsi spese per partecipare alle attività di supporto.

In aggiunta ai 5 progetti beneficiari del contributo di Unipolis, verranno selezionati altri 2 progetti ai quali sarà attribuita una “menzione speciale” e assegnato un contributo di 10 mila euro ciascuno.

Il bando rimane aperto fino al 13 aprile 2017.

voucher

Donare il sangue non è solo altruismo

La prima volta che ho donato il sangue non me la dimenticherò facilmente. Così come non dimentico come ci sono arrivato a fare questo gesto. Sono un donatore “tardivo” perché ho iniziato a donare il sangue solo in età adulta avanzata. Sono stato (e in buona parte sono ancora ora) terrorizzato dagli ambienti sanitari: ospedali, cliniche e ambulatori mi creano disagio al solo pensiero. Per mia fortuna l’ospedale mi ha visto, oltre che alla nascita, solo poche volte nell’arco della mia vita (a contarle bastano le dita di una mano). Per cui recarmi in questi posti per me è stata sempre una piccola sofferenza, anche quando non ero io il diretto interessato. E non vi sto a raccontare poi il mio rapporto con aghi e siringhe, anche perché, lo so, cadrei nel ridicolo.

Questa premessa è solo per dire che conosco bene e sono perfettamente consapevole della paura (la vogliamo chiamare così?) di chi vorrebbe ma non riesce a superare questa debolezza per diventare un donatore di sangue. So anche che è un gesto semplice, semplicissimo ma molto difficile da fare se non si è convinti per primi. Non nego che mi ci sono voluti anni prima di donare il sangue e l’ho fatto solo quando ho deciso da solo, quando non è stato qualcuno ad accompagnarmi o a sostenermi. Al mio cervello c’è voluto un po’ di tempo (forse troppo) per metabolizzare l’idea, capire quanto fosse importante, decidere che era davvero stupido non farlo. La mia parte razionale ha dovuto superare la paura dell’ago, il sudore freddo del primo “pic” e il timore (infondato) di eventuali conseguenze fisiche.

Al mio cuore invece è bastato un attimo, dopo averlo fatto la prima volta, per capire che questo gesto è davvero bello e coinvolgente. Ricordo che dopo la prima donazione ero sollevato, lieve e felice così come non mi capitava da quando ero piccolo e segnavo il gol per vincere la partita. Sono stato davvero bene, in tutti i sensi. Ora, troverete un sacco di gente e un sacco di racconti che vi parleranno di come donare sangue sia un gesto che salva la vita di un altro essere umano, che sia solidarietà concreta, che risponde a un bisogno mai soddisfatto come è quello del sangue (serve alle trasfusioni ma anche per interventi chirurgici e terapie di alcune malattie). Ma la verità è che donare il sangue non solo altruismo. Farlo è un gesto che risponde per primo e, forse, soprattutto, al nostro bisogno di sentirci persone migliori, di essere capaci di un piccolo gesto “eroico”, di farci sentire “numeri 1”. Beh, diventate donatori di sangue e poi mi direte se son davvero queste le sensazioni.

PS: se sono stato convincente e volete diventare donatori il primo passo è quello di rivolgervi, per esempio, al centro AVIS più vicino a voi

lingue inglese imparare

Tandem linguistico

Si dice che per imparare una lingua straniera non ci sia niente di meglio che trovarsi un partner madrelingua: certo, ma è una parola! Poi magari siamo già impegnati, e comunque la cosa è complicata.

Possiamo senz’altro trovare una soluzione semplice, come il tandem linguistico: un amico o una amica vanno benissimo, a patto che riusciamo ad incontrarci ogni tanto per due chiacchiere vis à vis.

Il tandem linguistico consiste proprio in questo, incontrarsi di persona per parlare del più e del meno, o di argomenti che ci interessano, con un madrelingua della lingua che vogliamo imparare, e che invece vuole imparare la nostra lingua madre.

Il tandem si basa su questo scambio, sul fatto che due persone mettano a disposizione un po’ del proprio tempo (e di pazienza!) per aiutare l’altro a imparare la propria lingua madre. Un principio di base del tandem linguistico è l’autoapprendimento, cioè la capacità e la volontà di imparare qualcosa da soli, con mezzi autonomi.

I vantaggi sono diversi, come è facile immaginare: si possono imparare espressioni colloquiali, di uso comune; si è molto più stimolati a imparare con di fronte una persona come noi, che sta affrontando anche lei le difficoltà di imparare una nuova lingua.

Inoltre il tandem è divertente, ci permette di conoscere persone diverse, che ci possono far conoscere nuove idee e modi di vedere, esperienze diverse da quelle che ci possono raccontare i nostri amici e conoscenti. E poi si può fare al bar o al parco, al mare, a cena o passeggiando per negozi. Infine, last but not least, è praticamente gratis.

Ora, come si possono trovare persone madrelingua nella mia città, senza attraversare l’oceano o la Manica? Ci sono alcune possibilità, anche in una città come Ancona che al momento non è esattamente una metropoli multiculturale. Molte iniziative riguardano la lingua inglese, ma si possono trovare contatti anche per altre lingue.

Da qualche anno esiste un gruppo che si chiama Ancona Language Exchange costituito da persone di varia provenienza che si organizzano per fare assieme attività varie (cene, aperitivi, gite, sport e altro) e sfruttare queste occasioni per esercitare varie lingue, in particolare l’inglese.

Un’altra risorsa da non sottovalutare sono gli studenti Erasmus che frequentano l’Università Politecnica delle Marche. Probabilmente molti non sanno (purtroppo, perché sono una grande ricchezza sotto vari punti di vista) che due volte all’anno arrivano ad Ancona circa sessanta studenti che vengono letteralmente da tutto il mondo, e che in genere rimangono qui circa 6 mesi. L’associazione studentesca ESAN, che raccoglie studenti locali  partiti per l’Erasmus e tornati, organizza per e con loro una serie di attività, per facilitare e velocizzare l’apprendimento dell’italiano, aiutarli in tutte le piccole necessità di chi non conosce la città e i servizi disponibili, e naturalmente per divertirsi insieme. Tra le attività organizzate ci sono i tandem linguistici, organizzati periodicamente in vari locali del centro.
L’associazione è comunque un buon punto di partenza per farsi mettere in contatto con qualche studente madrelingua, per poter chiedere una eventuale disponibilità al tandem.

Si può anche tentare di trovare qualche contatto per un tandem linguistico su portali dedicati, come Conversation Exchange, My Language Exchange, Tandem.net, Open Language Exchange.

Per chi ha disponibilità di un divano o un letto in più, c’è la possibilità di ospitare attraverso il couchsurfing. Anche questa è una idea per incontrare persone madrelingua e migliorare la conoscenza di una lingua straniera.

Bene, a questo punto non ci resta che scegliere la lingua che ci interessa, e buon tandem!

Tutto a posto

Questo blog scrive di solito di argomenti che riguardano i giovani e la loro autonomia. Oggi, invece, lo utilizziamo per una piccola comunicazione di servizio. Vogliamo rassicurare tutti, dopo l’incidente di ieri, che all’Informagiovani è tutto a posto. L’allarme antincendio di ieri è scattato per un piccolo focolaio all’interno delle condotte dell’aria che ha prodotto tutto il fumo che poi ha invaso i locali. Stamattina sono state fatte le verifiche necessarie ed è stato pulito il condotto dell’aria nel quale si è prodotto l’incidente; è stato verificato anche il sistema antincendio (che, come ci si è accorti, funziona bene).

All’interno dei locali non si registra nessun danno ai materiali e tanto meno alle persone (i locali erano vuoti al momento dell’incidente). L’Informagiovani è tornato operativo (stamattina era chiuso per una giornata di formazione degli operatori) e già da oggi pomeriggio riprende le sue attività normali. Compresi gli eventi, primo fra tutti la “Giornata mondiale dell’acqua” che celebreremo qui mercoledì pomeriggio.

Vorremmo ringraziare tutti coloro che si sono adoperati perché il tutto si risolvesse nel migliore dei modi, il personale tecnico e chi è intervenuto tempestivamente al momento dell’accaduto. E anche tutti coloro che, in diversi modi, si sono preoccupati delle nostre sorti. Come detto, tutto bene. Vi aspettiamo qui con la solita accoglienza e i servizi di sempre. A presto!

 

Giornata mondiale dell’acqua

La Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day) è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, risultato della conferenza di Rio la prima conferenza mondiale dei capi di Stato sull’ambiente (Summit della Terra).

In quell’occasione fu inserita in Agenda 21 (la serie di attività che le Nazioni Unite prevedevano di fare in tema ambientale nel XXI secolo) anche a giornata mondiale dell’acqua che venne fissata nel 22 marzo.  L’intento fu quello di evidenziare l’importanza dell’acqua e la necessità di preservarla e renderla accessibile a tutti. L’acqua è un elemento determinante per la nostra sopravvivenza, ma spesso ne facciamo un uso e un abuso con una considerazione del tutto egoistica. Sono circa 50 milioni, secondo l’Unicef, le persone nel mondo che non hanno accesso all’acqua potabile, mentre noi l’abbiamo perfino nel gabinetto e la utilizziamo senza pensarci troppo.

Al di là di qualsiasi considerazione caritatevole sarebbe importante capire che, oltre all’uso, dovremmo averne rispetto come bene universale non solo con riguardo al suo consumo per fini personali, ma anche a come la “gestiamo” pensando all’inquinamento e alle alterazioni che ne compromettono le sue qualità.

Quest’anno la giornata mondiale dell’acqua verrà ricordata in maniera particolare anche ad Ancona, ed in particolare presso il nostro Informagiovani. Multiservizi SPA in collaborazione con Università Politecnica delle Marche e Fosforo, organizza una giornata dedicata alla “sperimentazione” per conoscere meglio questo elemento naturale essenziale per la nostra vita: workshop, giochi, esperienze pratiche e approfondimenti per imparare a trattare bene, rispettare e non sprecare l’acqua.

Nella sala dell’Informagiovani sarà possibile partecipare a tre laboratori, della durata di circa 20 minuti ciascuno: uno sarà dedicato ad una attività didattica sulla presenza delle microplastiche nelle creme e nei prodotti di bellezza che finiscono in acqua quando ci laviamo e sarà a cura del cura del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università Politecnica delle Marche. Il secondo ha cme titolo “Il Sommelier dell’Acqua” e aiuterà a riconoscere le proprietà delle varie acque in circolazione: assaporando il gusto dell’acqua saremo capaci di giudicare le varie proprietà (questo laboratorio didattico sarà a cura di Fosforo: la festa della scienza).
Il terzo dei laboratori è “H20 Splash” in cui protagonista con l’acqua sarà la fisica; divertenti incursioni nel mondo del liquido più famoso al mondo con esperimenti e dimostrazioni scientifiche (anche questo a cura di Fosforo: la festa della scienza)

L’ingresso a tutte le iniziative che si svolgeranno presso la sala dell’Informagiovani di Ancona in Piazza Roma (underground) sono libere e gratuite previa prenotazione attraverso uno dei moduli che trovate in questa pagina. Vi aspettiamo!

tirocini estero primavera

Tirocini all’estero di primavera

In tanti siete alla ricerca di una possibilità di mettere alla prova ciò che avete studiato o state studiando, magari attraverso un tirocinio da svolgere in un paese estero, per ottimizzare il tempo investito e migliorare anche la conoscenza di una lingua straniera.
Va ricordato che il livello di conoscenza della lingua che potete dimostrare prima della partenza è determinante per poter accedere a un tirocinio di qualità, che sia legato il più possibile al vostro percorso di studi e vi permetta una forte interazione con altre persone anche in contesti complessi.
Ecco quali sono le opportunità per cui dovete fare domanda al più presto.

Per laureati o laureandi in materie economiche – azienda settore logistica – Seeboden (Austria)
Tirocinio segnalato dal consulente EURES del CIOF di Macerata (scarica l’allegato), nell’ambito del programma Your first Eures job (e quindi con possibilità di usufruire dell’assegno di relocation) per candidati con buona conoscenza dell’inglese e conoscenze di base nel settore della contabilità.
Prevista una retribuzione di circa € 1050
Scadenza: 31 marzo

Per studenti che devono svolgere un tirocinio obbligatorioSegretariato Generale del Consiglio UE – Bruxelles
L’SGC (il Segretariato Generale) offre ogni anno circa 20 tirocini non retribuiti, destinati agli studenti universitari del terzo, quarto o quinto anno che devono svolgere un periodo di formazione obbligatorio nel quadro del loro corso di studio. E’ richiesta buona conoscenza di inglese e francese.
I tirocini, che possono durare da uno a cinque mesi, si svolgono in due diversi periodi: dal 1 febbraio al 30 giugno e dal 1 settembre al 31 gennaio (scadenza per la candidatura 1 aprile).

Per neolaureati – Tirocini presso l’International Atomic Energy Agency  IAEA – Vienna
Durata: dai 3 ai 12 mesi
Requisiti: laurea in ingegneria, medicina o simili; buona padronanza dell’inglese e possibilmente di un’altra delle lingue ufficiali dell’ IAEA (arabo, cinese, russo, francese, spagnolo); capacità di adattamento e interazione in un contesto multiculturale; buone capacità comunicative e di lavoro in gruppo.
E’ previsto un rimborso spese di € 500
Scadenza: 21 e 31 marzo 2017

Per laureati – Tirocini per traduttori presso il Parlamento Europeo – Lussemburgo
Durata: 3 mesi a partire da ottobre 2017
Requisiti: perfetta conoscenza di una delle lingue ufficiali dell’Unione europea o della lingua ufficiale di uno dei paesi candidati, e una conoscenza approfondita di altre due lingue ufficiali dell’Unione europea.
E’ prevista una borsa di studio di circa € 1200 mensili.
Scadenza: apertura candidature il 15 marzo
N.B. – è possibile accedere a tirocini di formazione per traduttori per coloro che siano in possesso di un diploma di scuola superiore e delle conoscenze linguistiche sopra indicate. In questo caso i tirocini durano da 1 a 3 mesi e la borsa di studio prevista è di € 300 circa.

Per laureati o studenti – Tirocini presso QED meeting organizer – Bruxelles
Durata: 6 mesi a partire da fine aprile 2017
Requisiti: ottima conoscenza di inglese e francese, studi nel settore del management, capacità di lavorare e comunicare efficacemente in ambiente multiculturale, spirito d’iniziativa.
E’ previsto l’inquadramento con Contrat d’immersion professionelle secondo la legislazione belga.
Scadenza: al più presto

Se non hai trovato quello che cercavi, passa a trovarci per un consiglio personalizzato!

Professionisti delle vacanze: secondo appuntamento!

Tutto pronto per il secondo appuntamento di Professionisti delle vacanze, il format dell’Informagiovani di Ancona pensato per far incontrare i potenziali professionisti delle vacanze con gli operatori del settore.

Durante l’incontro avrete modo di conoscere da vicino 4 agenzie di animazione e la loro offerta per la stagione estiva.

Ciascuna agenzia, infatti, presenterà le figure ricercate e le proprie attività e rimarrà a vostra disposizione per chiarire tutti i vostri dubbi e le vostre curiosità.

Alla fine della presentazione, i partecipanti potranno sostenere i colloqui di selezione con tutte o solo con alcune delle 4 agenzie.

Per partecipare ai colloqui occorre avere un c.v. con foto da lasciare alle agenzie.

Se no lo avete o semplicemente volete qualche consiglio su come migliorarlo, potete rivolgervi all’Informagiovani.

Le figure ricercate sono non solo quelle strettamente attinenti all’animazione turistica ma anche figure di altri tipo. Quali? Lo scoprirete giovedì.

Gli aspiranti professionisti delle vacanze dovranno possedere il requisito della maggiore età entro giugno 2017.

L’appuntamento è per giovedì 16 marzo all’Informagiovani.

L’incontro è gratuito ma è necessario iscriversi a questo link.

Questione di opinioni

La tecnologia in generale e quella digitale in particolare ha un difetto (tra gli altri potrebbe dire qualcuno) che è anche un handicap per il suo sviluppo ulteriore (non è mai abbastanza!). Il difetto è questo: essere, tendenzialmente, ripetitiva e ciclica. Mi spiego meglio: le macchine apprendono attraverso un processo matematico, estremamente e rigidamente logico. Uno o zero, positivo o negativo, vero o falso, bianco o nero. E con questo principio poi apprendono tutto il resto (in maniera vertiginosamente veloce).

La questione è che non sempre, per noi umani, una sequenza vero/falso è “educativa”. Per intenderci non è detto che, per esempio, quando sbagliamo, vogliamo la volta successiva cambiare comportamento e viceversa. Faccio un esempio che aiuta anche a capire dove voglio arrivare. Se oggi compro un libro giallo non è detto che vorrò leggere libri gialli per il resto della mia vita solo perché il primo che ho letto mi è piaciuto. Potrei voler cambiare per una serie di motivi (o anche solo uno) che non dipendono dalla verifica logica della precedente esperienza. Anche voi adesso, come me, state pensando a quello che accade con i logaritmi di Amazon? 🙂

Ma la questione è valida anche quando navighiamo senza acquistare nulla, ma semplicemente stiamo leggendo i post sui social network o “googoliamo” alla ricerca di qualcosa che ci interessa. Dall’altra parte una macchina analizza il nostro comportamento cercando poi di prevedere o suggerirci il futuro. Se da una parte questo ci aiuta a trovare più facilmente quello che cerchiamo ed essere vicini agli “amici” che maggiormente apprezziamo, dall’altra limita un po’ troppo il nostro orizzonte. Questa costrizione è stata chiamata bolla: viviamo, cioè, all’interno di un contesto limitato dai logaritmi che studiano il nostro comportamento e che ci costringono sostanzialmente a trovare sempre e soltanto conferma alle nostre opinioni, a rafforzare le nostre convinzioni, inasprire i nostri pregiudizi.

Voi direte che, però, su Facebook è molto presente la polemica, la discussione aspra ed anche il forte contrasto; che, insomma, quella è una specie di piazza in cui ognuno può dire quello che vuole. In realtà però anche il contrasto di opinioni, se mal post, ci fa rimanere nella stessa bolla. “Studi psicologici hanno dimostrato che le persone manifestano un “pregiudizio di conferma”: significa che se hanno un’opinione su una certa tematica, questa loro convinzione sarà rafforzata dalle argomentazioni faziose provenienti da entrambe le parti del dibattitoscrive Tyler Cowen in un interessante articolo riportato da Il Post.

Come facciamo ad uscire da questa bolla? Nello stesso articolo Tyler propone una soluzione: “Bryan Caplan della George Mason University ha elaborato quello che chiama “il test di Turing ideologico”. Il test di Turing originale serve a verificare se le risposte date da un computer sono indistinguibili da quelle di un essere umano. L’obiettivo di un test di Turing ideologico è vedere se siete in grado di scrivere l’argomentazione di un sostenitore di Trump o Clinton, o comunque di un punto di vista contrario al vostro, in un modo che risulti indistinguibile da quello dei loro veri sostenitori.” E voi, sareste in grado si sostenere una posizione a voi contrario per mettere alla prova la vostra capacità critica?

8 marzo donne

Un nuovo 8 marzo

É di nuovo la festa della donna, e un po’ di noia assale tutti al pensiero delle solite frasi, delle solite mimose, delle solite serate organizzate con la scusa di questa ricorrenza.
Noia, ma sempre più anche fastidio, dal momento che negli ultimi anni e mesi sembra di assistere ad un crescendo globale di discriminazioni e violenze (verbali, fisiche e sociali) nei confronti delle donne.

A tutto ciò il mondo femminile sta reagendo, e il 2017 è cominciato con le manifestazioni del 21 gennaio (675 in tutto il mondo, di cui 3 anche in Italia) che hanno preso il via negli USA in risposta ai comportamenti e alle parole sessisti e irrispettosi del nuovo presidente Trump.

Ma non è certo l’ennesimo uomo al potere con idee razziste e modi arroganti l’unico motivo che sta facendo muovere migliaia di donne in tanti paesi: c’è un nuovo femminismo, che ha come obiettivo la promozione delle condizioni sociali e lavorative di tutte le donne, di qualsiasi nazionalità e provenienza. Un movimento internazionale, che presta occhi e orecchie alla condizione delle donne all’interno delle numerose questioni di rilevanza globale che in questo momento tutti gli Stati sono chiamati ad affrontare: dai conflitti e la povertà estrema di alcune aree del mondo e le conseguenti migrazioni, alla tratta di esseri umani, dalle nuove schiavitù alle condizioni di lavoro discriminatorie.

Questo nuovo femminismo si differenzia dal precedente, che proponeva alle donne di auto-promuovere le proprie condizioni di vita facendosi avanti nell’ambito familiare, sociale e lavorativo, ma che non è applicabile a un grandissimo numero di persone che non hanno le risorse personali e gli appoggi adeguati per farlo.
I nuovi movimenti sorti nei vari paesi aspirano al cambiamento in un contesto più ampio e si rivolgono a tutte le forme di violenza contro le donne, chiedono il riconoscimento dei diritti in campo lavorativo e retributivo, nel settore sanitario e riproduttivo (libertà di decidere del proprio corpo, diritto all’aborto), per quanto riguarda l’orientamento sessuale (lotta all’omofobia) e la provenienza (lotta alle politiche migratorie xenofobe).
Sarebbe quindi il momento di guardarsi intorno e cominciare tutti (e tutte) a considerare questo argomento e a vivere l’8 marzo in modo diverso, andando oltre il racconto e l’esposizione delle storie di violenza fisica, come troppo spesso si è fatto, e a volte anche in modi controproducenti alla causa (purtroppo ne abbiamo esempi anche vicini) continuando a diffondere stereotipi senza fondamento nella realtà dei fatti e dei numeri.

Che questo 8 marzo sia solo il primo giorno di una nuova vita di convivenza pacifica e rispettosa dei bisogni, dei diritti e delle libertà di ognuno in quanto essere umano: è un augurio, un sogno realizzabile, ma solamente con il contributo di tutti.