Vacanze di Natale: guida alla sopravvivenza

Il sogno di ogni studente sta per avverarsi: le vacanze di Natale sono ormai alle porte e insieme alla scuola in chiusura si prospettano lunghi pomeriggi di tempo libero tra famiglia e amici.

Il sogno dei bambini e dei ragazzi si trasforma, però, in una maratona per le mamme: piccoli adorabili ometti infestano la casa perchè le scuole sono chiuse e occorre pensare all’organizzazione delle loro giornate.

Come gli adulti, anche i più piccoli hanno diritto a qualche giorno per rigenerarsi, dimenticare gli impegni e ritrovare la carica.

Sono molte le occasioni per sfruttare al meglio le vacanze e non sprecare questo periodo prezioso “posteggiando”  i bambini davanti alla tv, al tablet o allo smartphone.

Sia che si tratti di un viaggio sia che si tratti di una semplice passeggiata sotto casa, i figli apprezzeranno il fatto di poter condividere con i genitori delle giornate all’insegna della spensieratezza, senza l’assillo dell’orologio o dei compiti.

Dimenticare la routine quotidiana e concentrarsi su attività che distolgano la mente e facciano ritrovare l’armonia.

Concedersi un viaggio, non necessariamente verso mete lontane, è un modo piacevole di  passare del tempo assieme e di condividere la scoperta di nuovi luoghi, nuovi cibi, nuovi modi di fare. Che sia una località di montagna, una città d’arte o il luogo cui vivono familiari o amici, l’importante è godersi il viaggio in totale spensieratezza.

Anche chi rimane in casa, però, ha tante altre possibilità di trascorrere delle belle vacanze in famiglia: passare un pomeriggio al cinema tutti assieme, cimentarsi ai fornelli, un giro ai mercatini di Natale, una visita ad un museo, ……

L’Informagiovani vi aiuta con una selezione di eventi nelle Marche, che potete consultare alla pagina Eventi di Natale.

facciamo festa

Facciamo festa!

Abbiamo deciso anche quest’anno di fare festa: “una festa molto particolare dove saranno invitati tutti: molti amici, molti nemici anche Panino” recitava una storica canzone di Elio e Le Storie Tese. La nostra festa non sappiamo se sarà come quella della canzone, ma sicuramente siete invitati tutti! E potete partecipare fin da adesso con il sondaggio che abbiamo messo nella pagina Facebook dell’evento.

Il mese di dicembre è, secondo noi, un mese particolare. Abbiamo come l’impressione di doverci o volerci guardare attorno: indietro, per vedere quel che siamo riusciti a fare durante l’anno; avanti, per cercare di progettare l’ano successivo o darci obiettivi e speranze; attorno, per verificare se i compagni di strada sono sempre quelli o son cambiati e renderci conto di quanto e come ci hanno aiutati per arrivare fin qui.

Il modo più bello, secondo noi, di fare il punto sulla situazione è quello di renderlo un momento conviviale e festoso. Tutto sommato, qualunque sia il nostro livello di soddisfazione per l’anno che si appresta ad arrivare alla conclusione, possiamo condividerlo con gli altri. Il confronto e la costruzione di relazioni (network direbbe qualcuno) nelle quali stiamo bene sono i punti fondamentali sui quali costruire la nostra vita professionale, e non solo, di questi tempi. Perché non farlo anche in un modo allegro e gioviale?

La festa che facciamo giovedì prossimo, 22 dicembre, alle 17 è il modo con il quale vogliamo condividere con tutti coloro di voi che ne hanno il piacere, la nostra soddisfazione per l’anno trascorso: ci sono stati momenti esaltanti, altri meno brillanti, abbiamo avuto problemi e qualche volta forse non siamo stati all’altezza. Capita.

E quindi facciamo festa perché, in qualche modo, ci sembra di aver provato a costruire qualcosa, a mettere insieme competenze, impegno e idee per mantenere un servizio che possa essere utile e apprezzato da tutti voi. Vi aspettiamo, allora, alla festa in cui potrete dirci anche voi se la pensate così. E per brindare insieme con un sorriso, comunque: cin cin!

corpo europeo di solidarietà

L’Europa investe nei giovani con il Corpo di solidarietà

L’istituzione, da parte della Commissione Europea, del Corpo europeo di solidarietà è l’iniziativa che si rivolge concretamente a due obiettivi fondamentali dell’Unione: la solidarietà tra popoli e cittadini, e la necessità di investire nei giovani e nella loro formazione.

Come si conciliano queste due grandi priorità in un’unica azione?
I giovani tra i 18 e i 30 anni possono candidarsi per far parte del nuovo Corpo europeo di solidarietà e avranno così la possibilità di essere inseriti in un progetto di volontariato o di tirocinio, o di svolgere un lavoro per un periodo da 2 a 12 mesi, nel proprio paese o all’estero.
I partecipanti potranno impegnarsi, a scelta, in un’ampia gamma di attività e settori tipo istruzione, assistenza sanitaria, integrazione sociale, assistenza nella distribuzione di prodotti alimentari, costruzione di strutture di ricovero o simili, accoglienza, assistenza e integrazione di migranti e rifugiati, protezione dell’ambiente e  prevenzione di catastrofi naturali (ma non solo).
In questo modo i giovani interessati avranno l’opportunità di dare un contributo concreto alla società e al cambiamento e al tempo stesso di acquisire un’esperienza pratica e competenze di grande valore per la loro vita personale e lavorativa.

Per partecipare è richiesta la cittadinanza europea o la residenza in uno dei paesi membri e, naturalmente, l’adesione alla missione del corpo di solidarietà, cioè costruire una società più inclusiva e rispondere ai problemi sociali, e ai principi che la ispirano. Sia i partecipanti che le organizzazioni che ne faranno parte hanno  come punto di riferimento i valori e i principi promossi dall’UE, come il rispetto per la dignità e diritti umani, e credono nella promozione di una società giusta ed equa nella quale predominino il pluralismo, la non discriminazione, la tolleranza, la giustizia, la solidarietà e l’uguaglianza.
Le attività di volontariato si svolgeranno in modo simile allo SVE – Servizio Volontario Europeo, con viaggio, vitto e alloggio finanziati. Le attività di tirocinio, apprendistato e lavoro saranno invece retribuite secondo la normativa del paese in cui l’attività si svolge.
Ogni giovane partecipante potrà gestire in ogni momento la propria disponibilità a partecipare al corpo di solidarietà, modificando i dati inseriti, e potrà accettare o rifiutare le offerte di collaborazione che gli verranno proposte.
Il corpo di solidarietà, per cui ci si può iscrivere in qualsiasi momento, è partito con i primi progetti a primavera del 2017.

Per maggiori informazioni vedi il sito ufficiale o passa a trovarmi all’Informagiovani!

Animatore turistico: professionista delle vacanze

Cosa vi viene in mente quando sentite la parola animatore turistico? Trascorrere l’estate sulle più belle spiagge del mondo, spesati di tutto, guadagnando anche qualcosa?

Ebbene sì, questi sono i “vantaggi” di fare l’animatore turistico!

Ma chi è e cosa fa questa figura professionale?

L’animatore turistico è colui che per professione organizza il tempo libero di gruppi di turisti con attività ricreative, sportive e culturali presso villaggi turistici, grandi alberghi-vacanze, camping, residence, navi da crociera e grandi stabilimenti balneari.

In genere i luoghi di vacanza dove l’animatore turistico opera sono situati in località balneari o lacuali, ma non mancano le destinazioni montane.

Chi fa animazione turistica non ha quasi mai alle spalle una preparazione specifica, ma possiede, in genere, un bagaglio personale di esperienze sportive, culturali o di spettacolo alle quali si rifà nello svolgere le mansioni di animazione.

L’animatore turistico dovrà possedere buone capacità di adattamento, spirito di collaborazione e resistenza alle tensioni e allo stress, autocontrollo, nonché capacità organizzative.

Sono, inoltre, richieste una buona capacità comunicativa e una sensibilità che gli consenta di entrare in sintonia con le più diverse tipologie di turisti.

Completano il profilo un temperamento allegro, entusiasmo, spontaneità, creatività, fantasia e dinamismo.

Fondamentale ovviamente una grande disponibilità a spostarsi e viaggiare per lunghi periodi, e non ultima la conoscenza delle lingue straniere.

L’avvio alla professione come animatore è il primo gradino della carriera.

Dal profilo di animatore si può passare, dopo diverse stagioni di lavoro, al ruolo di capo animazione (responsabile dell’animazione e del relativo staff) e, nel giro di qualche anno, si può raggiungere la qualifica più alta di capo villaggio o direttore di villaggio.

Per diventare animatore occorre inviare un curriculum direttamente ai tour operator che reclutano tali figure oppure alle agenzie di animazione che per conto di tour operator, albergatori ed altri operatori turistici, gestiscono le attività di animazione.

Segue il sostenere prove e colloqui per la valutazione delle proprie capacità, competenze e motivazioni personali.

Le persone selezionate in genere partecipano ad un breve corso di formazione al termine del quale, se ritenuti idonei, si viene destinati ai vari villaggi.

Se pensi che potrebbe essere un’esperienza che fa per te, o semplicemente vuoi saperne di più, puoi partecipare a Professionisti delle vacanze, il format dell’Informagiovani dedicato a chi sta offrendo oppure cercando lavoro nel settore delle vacanze e del turismo per la stagione estiva.

Lavoro in Germania

Per fare in modo che una esperienza di lavoro all’estero sia positiva dal punto di vista professionale, è importante scegliere un paese che offre buone opportunità, e la Germania è uno di questi.
Con una popolazione di circa 80 milioni di abitanti, di cui quasi 7 sono stranieri, e un’età media in crescita come nella maggior parte dei paesi europei, la Germania, con una economia dinamica e in crescita, è aperta all’immigrazione di giovani lavoratori.
Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 25 anni è piuttosto basso (intorno all’8%) e il paese dispone di un sistema di formazione professionale piuttosto efficiente, che fornisce un percorso di inserimento lavorativo di molti dei ragazzi e ragazze che non intraprendono gli studi universitari.
Come ci è stato riferito dai consulenti Eures tedeschi che sono venuti nelle Marche da poco, al momento le offerte di lavoro si trovano distribuite su tutto il territorio nazionale, perciò si può scegliere se fare un’esperienza in una grande città o in un piccolo centro.

Tra i settori con più richiesta ci sono, come anche altrove, i professionisti del settore medico ospedaliero, ma anche autisti di camion (di tutti i tipi), macellai, panettieri, ingegneri edili e altre professionalità nel settore dell’edilizia, e personale alberghiero, sia nell’accoglienza che in sala e cucina.
In particolare sono ricercati lavoratori per le stagioni invernali, che vanno da novembre ad aprile, e sono quindi opportunità che può cogliere anche chi solitamente lavora per la stagione estiva, come spesso accade nella nostra regione.
Detto ciò, che caratteristiche bisogna avere per poter veramente riuscire a essere presi in considerazione e cogliere le molte opportunità disponibili?
Le due parole chiave da non dimenticare sono qualifiche e lingua tedesca.

Le qualifiche, sia che le abbiamo ottenute studiando che lavorando, sono indispensabili perché un datore di lavoro consideri la nostra candidatura: non c’è molto spazio per chi si improvvisa, e poter certificare le proprie competenze è indispensabile. Per ogni tipo di professione c’è un ente a cui rivolgersi per il riconoscimento delle proprie qualifiche.

Capitolo lingue: non lo ripeterò mai abbastanza, la conoscenza di un’altra lingua apre tante porte e moltiplica le opportunità nella vita, non solo nel lavoro. La conoscenza del tedesco, almeno a livello A2 del quadro europeo, è fondamentale perché un datore di lavoro possa pensare di inserirci nel suo staff: per quanto siamo bravi a gesticolare, la comunicazione all’interno di un gruppo di lavoro non può essere approssimativa e lenta. Chi conosce l’inglese è certamente facilitato, ma potrà usarlo nel lavoro solo in contesti multiculturali piuttosto specializzati, come uffici di multinazionali o enti di ricerca scientifica.
Una conoscenza base della lingua tedesca poi è più che necessaria per le attività di tutti i giorni: cercare una casa, fare la spesa, prendere il bus, trovare un medico. E non solo, serve a vivere al meglio il periodo che passeremo in Germania: approfittare degli impianti sportivi, partecipare a eventi e concerti, fare nuove conoscenze e, insomma, avere una vita sociale soddisfacente. Lo sforzo e l’investimento fatti per il trasferimento possono e dovrebbero essere sempre rivolti a un miglioramento delle condizioni di vita in generale.

Per chi vuole cominciare a fare una ricerca delle offerte di lavoro disponibili, oltre al portale Eures, si possono consultare i siti tedeschi ufficiali dedicati al lavoro: www.arbeitsagentur.de (anche in inglese e francese) e jobboerse.arbeitsagentur.de (anche in italiano).
Volete sapere quanto guadagnereste facendo un determinato lavoro? C’è un sito anche per questo! www.nettolohn.de

Insomma, le informazioni non mancano, ma ci vuole determinazione, un po’ di tempo e buona volontà per realizzare un progetto di trasferimento.

Gluck und auf wiedersehen!

La formazione: dovere o diritto?

Quante volte i genitori di ragazzi under 18 ci chiedono cosa possano fare i loro figli se non intendono continuare gli studi?

La risposta è che occorre adempiere al diritto dovere di istruzione e formazione.

Alla base della normativa sul diritto dovere di istruzione e formazione c’è il desiderio che i giovani, terminata la scuola secondaria inferiore (ex scuola media), proseguano obbligatoriamente la propria formazione almeno fino ai 18 anni.

Occorre però distinguere tra obbligo scolastico e obbligo formativo.

L’obbligo scolastico indica l’obbligo di frequentare la scuola fino al compimento dei 16 anni di età. Di conseguenza, esso può essere assolto con la frequenza al biennio di scuola superiore.

L’obbligo formativo, invece, è il dovere, ma soprattutto il diritto di frequentare attività formative fino all’età di 18 anni.

È regolato dalla legge 144/99 art. 68 il cui obiettivo è quello di rendere i giovani capaci di definire consapevolmente il proprio progetto di vita e di muoversi nel mondo del lavoro.

Ogni giovane, potrà scegliere, sulla base dei propri interessi e delle capacità, uno dei seguenti percorsi:

– proseguire gli studi nel sistema dell’istruzione scolastica fino al conseguimento di un diploma;

– frequentare, dopo il primo biennio della scuola secondaria di 2° grado,  il sistema della formazione professionale attraverso un corso professionale gratuito di almeno due anni;

– iniziare il percorso di apprendistato, che prevede la formazione durante il periodo lavorativo, finalizzato a favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro attraverso l’acquisizione di un mestiere e/o di una professionalità specifica ed è finalizzato al conseguimento di una qualifica professionale.

Durante l’assolvimento dell’obbligo la scelta operata può essere modificata in quanto i tre sistemi sono considerati equivalenti e quindi è prevista la possibilità di passare da un percorso all’altro attraverso il riconoscimento dei crediti.

In questo periodo sono usciti dei corsi di formazione professionale gratuiti rivolti proprio ai ragazzi in età di obbligo formativo, finalizzati all’ottenimento di una qualifica triennale. Questi corsi si tengono in provincia di Pesaro Urbino e partiranno ad anno nuovo.

Natale senza stress

Da ieri 1 dicembre, è iniziato il countdown per Natale. La festività più attesa di tutto l’anno. Infatti le feste natalizie sono l’occasione per riunirsi con familiari ed amici, spesso si inizia a stare insieme dalla vigilia fino al giorno dell’Epifania. Non dimentichiamo la tradizione di scambiarsi qualche dono, perché no!? creato con il fai da te. Le decorazioni, le luci, lo shopping! Aggiungiamo la voglia di godersi un po’ di tempo libero, partecipando ad eventi culturali, turistici, magari organizzando una gita fuori porta.

Ecco che il Natale passa da una magica atmosfera al rischio di essere uno dei momenti più stressanti dell’anno. Solo con una buona organizzazione è possibile riuscire a sopravvivere godendosi le feste.

I preparativi devono iniziare per tempo in modo di non dover fare tutto all’ultimo momento e restare insoddisfatti dal risultato finale.

I primi giorni di dicembre possono essere dedicati agli addobbi, alla realizzazione dell’albero di Natale, alla ghirlanda per la porta, alle decorazioni in casa ed in ufficio. Tutto può essere acquistato con uno shoppping sfrenato, con attenzione alla solidarietà o autorealizzato con materiale di riciclo. Grazie ai video tutorial, chi ha un po’ di manualità e sa ritagliarsi un po’ di tempo può veramente creare di tutto, con una spesa anche molto contenuta.

I regali sono tanto piacevoli da scegliere quanto riceverli. Chi non vorrebbe far felice il proprio caro acquistando il regalo originale e desiderato?! Per questo è necessario fare un elenco di destinatari e di idee regalo, decidere se acquistare on line e ordinare in tempo i prodotti considerando i tempi di spedizione. Il top sarebbe unire l’utile al dilettevole, organizzare un viaggetto per cercare i regali magari tra deliziosi mercatini. Ma attenzione! Al fine di evitare spiacevoli sorprese, con un conto in rosso, è il caso di fissare un budget da gestire. In fondo ciò che conta è il pensiero!

Nel mese di dicembre mentre i preparativi scorrono veloci, numerose sono le occasioni per cene aziendali, feste con amici, apericena improvvisati, insomma l’agenda è fitta di impegni ma cercate di non perdere di vista il senso del Natale. Scegliete e proponete momenti magari meno formali ma con che possano essere motivo di gioia e relax dal resto degli impegni.

Infine organizzare pranzi e cene per le la Vigilia, Natale, Santo Stefano, ..non è facile e poco impegnativo specie se se gli invitati sono numerosi. Sono richieste un sacco di energie per decidere il menù, fare la spesa e preparare la casa e la tavola. Ma non siate perfezionisti! Gli invitati (se quelli giusti) apprezzeranno lo sforzo di condividere del tempo insieme in armonia familiare.

Seguendo almeno alcuni di questi suggerimenti dovreste arrivare al Natale con armonia, riuscendo a concedervi attività ricreative e di divertimento.

Ad Ancona quest’anno non mancano le innumerevoli iniziative che verranno inaugurate domani 3 dicembre con l’accensione dell’albero di Natale in Piazza Roma alle ore 17.00. Per non perdere eventi interessanti e suggestivi,  il Comune di Ancona ha realizzato uno spazio web ad hoc: www.auguriancona.it dove reperire tutte le informazioni del ricco programma. Con l’ausilio del calendario on line sarete in grado di organizzare al meglio la vostra partecipazione alle prossime iniziative natalizie.

 

Dopo il diploma, università o gap year?

La scelta di un percorso da seguire dopo il diploma è tra le più difficili, sia per le tante possibilità che per la complessità e variabilità del mondo del lavoro.

Il quinto anno di scuola secondaria è l’ultimo nel quale, di fatto, abbiamo la vita organizzata e un percorso abbastanza predefinito e standard da seguire. Sia che abbiamo scelto un liceo, che una scuola professionale o tecnica, le nostre giornate scorrono in un alternarsi di ore scolastiche e tempo libero, occupato da uscite con gli amici, sport e studio.
Ma dopo, che si fa? L’improvvisa libertà da una routine sempre uguale e le numerose scelte che potenzialmente potremmo fare sono per alcuni un trampolino di lancio verso un percorso che hanno sempre immaginato (universitario o lavorativo). Per altri invece è come trovarsi in fondo a una strada e da nessuna parte, con davanti un vasto orizzonte ma senza indicazioni su come raggiungerlo.
I dati sull’occupazione indicano la necessità di specializzarsi in qualche cosa per poter avere maggiori e migliori opportunità lavorative, per cui spesso non basta un diploma. Nel migliore dei casi, la scuola che ho appena concluso mi ha fornito una preparazione di base, indispensabile per entrare a far parte della comunità di cittadini adulti in grado di interpretare la realtà che mi circonda, di collegare fatti e dati, di ragionare con la mia testa, di informarmi su quello che mi interessa e di conoscere i miei diritti e doveri.

Molti studenti che termineranno gli studi tra pochi mesi non sanno bene che fare dopo, e vorrebbero avere un po’ di tempo in più per poter decidere. Questo tempo è quello che in molti paesi si chiama gap year, un anno di riflessione e di esperienza che mi aiuterà a capire che cosa voglio fare nel prossimo futuro e che cosa voglio diventare.
Per esperienza si intende qualsiasi attività mi possa aiutare a capire cosa mi interessa, e si può pensare anche, per chi si sente abbastanza curioso e intraprendente, di farla all’estero.
Ecco alcune idee da considerare, che non comportano un grosso investimento di denaro (ma di impegno e entusiasmo sì!).

Partire per un volontariato con il Corpo europeo di solidarietà: si tratta di una attività finanziata dall’UE, aperta a ragazzi e ragazze tra i 18 e i 30 anni che vogliono dedicare alcuni mesi del loro tempo (tra 2 e 12) a un settore di loro interesse tra quelli disponibili (ambiente, cittadinanza, diritti umani, politiche giovanili, inclusione sociale, comunicazione, infanzia, cultura e molti altri) in un altro paese o anche in Italia. L’impegno è di circa 25-30 ore alla settimana, e si ha a disposizione un alloggio, un posto dove mangiare o una somma per provvedere da soli, una piccola paghetta mensile, e una serie di persone di riferimento e supporto per qualsiasi necessità.

Fare un Working Holiday: se l’Europa ha confini troppo stretti per te, e vorresti provare uno stile di vita d’oltreoceano, una idea da considerare è l’esperienza del Working Holiday. Australia, Nuova Zelanda e Canada offrono a giovani cittadini italiani la possibilità di soggiornare per un periodo di un anno in questi paesi, con un visto che permette di lavorare e viaggiare per conoscere il paese. La conoscenza a livello almeno intermedio della lingua costituisce un vantaggio nella richiesta del visto.

Fare Woofing: per chi ama la vita all’aperto, il contatto con la natura ed è curioso di entrare in contatto con altre culture, il circuito di woofer permette di trovare vitto e alloggio presso fattorie e produttori in molti paesi del mondo. In cambio di alcune ore di lavoro, si ottiene vitto, alloggio e la possibilità di incontrare persone di paesi e stili di vita diversi.
Questa breve lista non esaurisce le possibilità esistenti, se avete esigenze o idee diverse passate a trovarci o scrivete a europa@informagiovaniancona.com per avere informazioni e consigli.
L’importante è non sedersi e non scoraggiarsi!

Lavorare all’estero come “au pair”

Lavorare come “au pair” o “alla pari” significa vivere presso una famiglia straniera, aiutando ad accudire i bambini e a sbrigare leggere faccende domestiche in cambio di vitto, alloggio e una piccola retribuzione, variabile da nazione a nazione.

L’au pair  costituisce una categoria specifica che non è né quella di studente né quella di lavoratore. Infatti i programmi alla pari sono considerati progetti di scambio culturale per l’apprendimento e/o il perfezionamento di una lingua straniera.

Sono allo stesso tempo anche un’opportunità di crescita personale.

La ricerca della famiglia viene fatta generalmente tramite un’agenzia con sede in Italia.

Chi, invece, ha una buona padronanza della lingua straniera può rivolgersi direttamente all’agenzia nel Paese di destinazione oppure tramite internet per i paesi in cui esistono siti ad hoc.

Rivolgendosi ad un’agenzia i rischi di incappare in una famiglia “sbagliata” sono minori perché le famiglie ospitanti vengono selezionate e comunque si ha la garanzia di essere ricollocati presso un’altra famiglia nel caso la prima risultasse inadeguata.

La durata del soggiorno varia da 6 a 12 mesi (eventualmente prorogabili per ulteriori 12 mesi) e dipende sia dalla disponibilitá dell’au-pair e della famiglia sia dalle regole in merito del paese ospitante.

Le famiglie richiedono, in genere, un soggiorno minimo di sei mesi, ma anche nove o dodici, con partenza all’inizio dell’anno scolastico o a gennaio.

Anche gli orari di lavoro possono variare in base al paese ospitante. L´Au pair dovrebbe lavorare un massimo di 30 ore a settimana (ad eccezione degli USA, dove l’au pair puó raggiungere un massimo di 45 ore settimanali).

Ogni Au pair ha diritto di norma a 1 – 2 giorni liberi a settimana (in alcuni paesi almeno un giorno libero deve essere la domenica) ed in alcuni casi avranno anche il diritto di avere libero almeno un week-end al mese.

Durante i loro giorni liberi e le loro vacanze, gli Au pair dovrebbero essere invitati dalla famiglia ospitante a partecipare alle loro attivitá. Inoltre durante il periodo di vacanza i ragazzi alla pari sono liberi di rimanere presso la propria famiglia ospitante continuando a ricevere la solita somma di denaro, cosí come vitto e alloggio.

Di norma gli au pair frequentano un corso di lingua nel paese ospitante per migliorare le proprie competenze in materia e conoscere nuove persone.

Per diventare “au pair” occorre avere tra i 17 e 30 anni (anche se nella maggior parte dei paesi, l’età minima è fissata a 18 anni e la massima a 27),  essere celibi o nubili e senza figli,  avere una conoscenza almeno basilare della lingua del paese ospitante e ovviamente avere esperienza nell’accudimento dei bambini.

Il possesso della patente di guida e il fatto di essere non fumatori sono considerati requisiti preferenziali.

La famiglia ospitante, infine, deve essere una famiglia (ma può essere anche una madre o un padre single) disposta ad ospitare un ragazzo straniero rendendolo parte della stessa, avere almeno un figlio minorenne e avere una stanza libera a disposizione dell’au pair. 

scrivere quello che non ti aspetti

Scrivere quello che (non) ti aspetti

Come si fa a scrivere un libro? Nell’era del self publishing la domanda potrebbe sembrare quasi retorica. Chiunque oggi può scrivere un libro, indipendentemente dai contenuti che decide di esprimere. Ma l’arte di scrivere non è questa. Mettere insieme le parole per costruire una storia che abbia un senso non è un’operazione meramente meccanica. Lo scopriamo un po’ tutti prima o poi nella vita: che sia una lettera per l’amata nella stagione dei primi amori, oppure il tema del compito in classe o ancora la tesi di laurea o il report per il tuo capo al lavoro, c’è un momento (più o meno lungo) in cui rimaniamo fermi  e indecisi davanti al foglio (video) bianco (c’è proprio una sindrome che si chiama così e che attanaglia gran parte degli scrittori).

Per scrivere qualcosa che sia (piacevolmente) leggibile sono necessari tanti elementi: l’idea di una storia che sia credibile, quella per protagonisti e personaggi della stessa che siano ben definiti, lo sviluppo di un plot che sia avvincente per il lettore, la proprietà di linguaggio, la capacità di scrivere con termini appropriati, uno stile narrativo. E poi chissà quante e quali altre cose che al momento nemmeno mi vengono in mente. Insomma, scrivere è un’operazione che sta a metà tra la creatività, l’arte e la tecnica. Ma, soprattutto, elemento fondamentale, di ogni buon scrittore è quella che viene chiamata l’urgenza di scrivere, di raccontare, di condividere con altri una storia. Una specie di sacro fuoco che a un certo punto sale dal profondo dell’anima fino alle mani che scrivono con la penna o sulla tastiera; non ci può essere una buona storia, e quindi un buon libro, se chi la racconta non è percorso da un desiderio implacabile di raccontare quello che sente. E, badate bene, dovrebbe essere lo stesso impetuoso stimolo che anima il giornalista che racconta la cronaca, così come lo scrittore di fantasy. In altre parole l’ultimo pubblicista di cronaca locale ha qualcosa in comune con JK Rowling.

Quindi, se è vero che tutti possiamo scrivere un libro, è altrettanto vero che solo alcuni riescono a esprimere davvero qualcosa di coinvolgente. Ed è proprio quelli che cerchiamo e che invitiamo nella nostra rassegna NOIleggiamo, un appuntamento pensato per promuovere chi nella scrittura ci mette del proprio e vuole condividerlo con gli altri; ma anche per chi ama leggere ed è curioso di conoscere storie e scrittori nuovi (che magari un giorno saranno pure famosi).

Il prossimo sabato 3 dicembre, alle 18, sarà la volta di Massimo Cesaroni che presenterà il suo libro “Quello che non ti aspetti“. Un drammatico inseguimento, una notte di tempesta, un’auto fuori controllo, una scelta difficile: cosa unisce tutti questi fatti che si snodano in luoghi e momenti diversi? Lo scopriremo insieme all’autore che, con Rodolfo Bersaglia, illustrerà il suo lavoro. L’incontro è a ingresso gratuito ma i posti sono limitati. Non dimenticate di prenotare il vostro posto, vi aspettiamo!

 

lavoro europa

Lavoro in Europa, per te c’è Eures

Andare a fare un’esperienza di lavoro all’estero è sicuramente consigliabile e in Europa Eures è il servizio pubblico e gratuito che supporta i lavoratori interessati a questa opportunità.

Eures – European Employment Services – è la rete europea dei servizi per l’impiego coordinata dalla Commissione europea attraverso il quale si mette in pratica il principio della libera circolazione dei lavoratori all’interno dello spazio economico europeo e si promuove l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Vediamo in che modo questa rete di esperti, sparsi sul territorio e in comunicazione tra loro, può fornirci aiuto se stiamo pensando di metterci alla prova in un contesto lavorativo diverso da quello che conosciamo. Rivolgendomi a uno dei consulenti Eures, e consultando il sito, posso ottenere informazioni e consigli sul paese o i paesi che mi interessano, sul mercato del lavoro relativo ad un determinato settore, sulla legislazione in materia di lavoro e i contratti di lavoro.

Sul sito di Eures troviamo già pronte molte informazioni sulle condizioni di vita e lavoro nei vari paesi europei, che sono importanti da conoscere per arrivare preparati a vivere al meglio la nostra esperienza e che ci facilitano molti passaggi necessari al trasferimento, sia esso temporaneo o di lunga durata.

Una delle sezioni più importanti del sito è senz’altro quella della banca dati delle offerte di lavoro: Eures offre la possibilità a chi cerca lavoro di utilizzarla per la ricerca di un’offerta interessante mentre i datori di lavoro possono pubblicare le proprie offerte per trovare personale anche al di fuori dei confini del paese in cui hanno sede.

I lavoratori possono inoltre inserire il proprio cv in una banca dati consultabile dalle aziende: sia per i lavoratori che per le aziende è prevista la registrazione al portale prima dell’utilizzo, in modo da monitorare un uso appropriato degli strumenti offerti.
Si possono anche contattare consulenti nei paesi o nelle città di interesse, per informazioni aggiornate e dettagliate sulla situazione locale. Alcuni di loro sono addirittura disponibili in chat in orari e giorni specifici.

La rete Eures svolge le proprie attività in collaborazione con i centri per l’impiego dei Paesi dello Spazio economico europeo, la Svizzera e con altre istituzioni pubbliche locali e nazionali. In Italia fanno parte di questa rete 66 consulenti e circa 300 assistenti, dislocati sul territorio nazionale.
Tra le attività promosse da Eures ci sono anche eventi informativi sulle opportunità di vita e lavoro nei vari paesi, e sempre più spesso anche giornate di vero e proprio reclutamento, durante le quali è possibile incontrare consulenti Eures di altri paesi e affrontare un primo colloquio di lavoro per verificare le effettive opportunità per il proprio profilo professionale.

Ultimo ma non meno importante, ci si può rivolgere ai consulenti Eures per partecipare ai programmi di supporto alla mobilità per lavoratori YfEj – Your first Eures job (per under 35) e ReActivate (per over 35).

Tredici anni, il tempo delle scelte

La terza meda rappresenta un anno cruciale per uno studente, in quanto dovrà non solo sostenere gli esami ma anche iniziare a valutare la scelta della scuola superiore.

Si tratta di una decisione molto importante, perché questo determinerà poi il destino professionale di ciascuno.

Gennaio e febbraio sono in genere i mesi in cui si tengono le iscrizioni e spesso molti studenti arrivano all’ultimo momento senza avere le idee chiare su quale sia la scuola più adatta a loro.

Per questo motivo le scuole si stanno già muovendo con l’orientamento per le classi terze della scuola secondaria di primo grado così che gli studenti riescano ad avere un’idea di cosa studieranno e quali sono gli sbocchi lavorativi di licei, istituti tecnici e istituti professionali.

Nelle scuole superiori infatti sono già iniziati gli open day per orientare la scelta dei genitori (sempre più confusi) sul futuro dei figli (sempre più smarriti). A questi si aggiungono già in molte scuole l’iniziativa studente le “lezioni aperte” ovvero la possibilità, da parte dei futuri “primini”, di assistere a normali lezioni accanto agli studenti più grandi.

Nonostante tutte queste iniziative di orientamento, tuttavia non tutti riescono ad effettuare la scelta giusta e così molti si ritrovano in una scuola che non rispecchia le loro attitudini, li rende svogliati e poco propensi a continuare gli studi.

Per una scelta consapevole, occorre innanzitutto conoscere l’organizzazione del sistema scolastico che dal settembre 2010 prevede: 6 licei, gli istituti tecnici suddivisi in 2 settori con 11 indirizzi e gli istituti professionali suddivisi in 2settori con 6 indirizzi.

I licei  non offrono una specifica preparazione professionale, ma  ampliano l’ orizzonte culturale  e soprattutto  insegnano un metodo di studio , fondamentale per continuare a studiare all’università.  Gli istituti tecnici e professionali permettono di apprendere un mestiere  o  una professione  ed entrare prima nel  mercato del lavoro.

Nella scelta certamente non va trascurato l’aspetto soggettivo, quindi tenere conto degli interessi e delle abilità del/la ragazzo/a in quanto impegnarsi in una cosa per cui si è portati sicuramente renderà più semplice il cammino.

Altri aspetti che possono influenzare la scelta sono la volontà dei genitori e anche le amicizie.

Di certo occorre dare ascolto alla propria famiglia ma senza dimenticare che la scelta finale deve essere del ragazzo.

Allo stesso modo cercare di non farsi influenzare dagli amici o compagni di classe per paura di non trovarne di nuovi.

A conclusione ricordatevi che per il prossimo a.s.  le iscrizioni on line possono essere presentate dal 16 gennaio 2017 al 6 febbraio 2017.

sociale

Biglietto o abbonamento bus a portata di un click

Quante volte vi sarà capitato di non avere a disposizione l’auto e quindi dover prendere l’autobus ad Ancona e dintorni. Ma prima di partire, all’ultimo minuto, vi siete accorti di non aver acquistato il biglietto o aver finito il carnet comprato qualche tempo fa. Il tempo è poco non potete andare in edicola o tabaccheria, magari non avete i soldi in moneta per acquistare il biglietto una volta saliti sul bus.

Il rischio è di perdere l’autobus o viaggiare incorrendo in una salata multa (speriamo non scegliate l’opzione di viaggiare senza biglietto)!

Da qualche mese tutto questo è possibile evitarlo grazie a Conerobus che ha attivato un nuovo servizioInvia un sms e Sali a bordo”. 

Nell’era digitale per usufruire del servizio non è necessario neanche scaricare una App o iscriversi a un sito internet, basta inviare un SMS al numero 4880883 con testo “ATMA”, scritto sia in maiuscolo che in minuscolo. Dopo pochi istanti si riceve un SMS di risposta. Si sale sul bus facendo attenzione a conservare l’SMS che va esibito in fase di controllo. In tal modo si acquista un biglietto urbano al costo di 1,50€, importo scalato dal conto e/o credito telefonico, a cui si aggiunge sempre il costo dell’ SMS che varia a seconda del proprio operatore telefonico. Il biglietto ha validità 100 minuti dalla ricezione dell’SMS.

Se invece state pianificando il vostro tragitto e non vi è comodo andare in rivendita per acquistare il biglietto, potete ricorrere all’app “MyCicero” scaricabile gratuitamente.

È prevista la possibilità di cercare gli orari e le fermate vicine indicando un indirizzo di partenza e di arrivo. Dall’apposita sezione ‘Trasporto’ – ‘Biglietteria’, oppure direttamente dalla soluzione di viaggio scelta acquistate il biglietto.

Si paga contestualmente all’acquisto con Carta di Credito (circuiti Visa e Mastercard), con Bemoov, Satispay oppure utilizzando un borsellino ricaricabile.

Il biglietto acquistato viene scaricato all’interno dell’app nella sezione Trasporto e va obliterato prima di salire a bordo, premendo il bottone ‘Attiva’ nella app oppure inquadrando il Qrcode presente all’ingresso del bus o al suo interno.

Infine anche chi usufruisce dell’abbonamento può risparmiare tempo comprandolo on line. Infatti è possibile acquistare tutti i tipi di abbonamenti, ordinari e studenti, urbano ed extraurbano di durata da 30 giorni a 360 giorni, dal sito Conerobus.

Se sei uno studente nella procedura d’acquisto dovrai obbligatoriamente compilare anche l’autocertificazione on-line, condizione vincolante al buon fine della transazione. Se sei al tuo primo abbonamento puoi caricare i tuoi dati anagrafici e procedere all’acquisto. Riceverai a casa la tessera, alla quale dovrai inserire la tua foto, unitamente all’abbonamento.

L’abbonamento verrà spedito con posta prioritaria all’indirizzo da te indicato nella tessera entro sette gorni. Durante l’attesa è possibile utilizzare la ricevuta di pagamento on-line, spedita immediatamente all’indirizzo e-mail fornito.

Il pagamento avviene, esclusivamente, con carta di credito (VISA o MASTERCARD) e non sono previsti costi aggiuntivi, spese di spedizione sono a carico della Conerobus S.p.A. Per qualsiasi dubbio o disguido è possibile contattare la Conerobus.

Per viaggiare con serenità bastano veramente pochi click prima di avere a portata di mano un biglietto o abbonamento!

Un’esperienza in Canada nel 2017

Buone notizie per chi ha intenzione di andare a lavorare in Canada nel 2017: il governo canadese ha dichiarato che saranno 300.000 i lavoratori stranieri accolti per il prossimo anno.

E’ quindi confermato per il 2017 lo stesso numero di permessi per lavoro già previsti per il 2016, che era già superiore a quello degli anni precedenti. Questa decisione del Ministero dell’immigrazione, dei rifugiati e della cittadinanza si spiega nella strategia di crescita economica del paese, che riconosce nell’immigrazione un fattore di innovazione e incremento della classe media in Canada.

Naturalmente, come spesso ricordiamo, nei paesi dove l’accesso è controllato e la gestione dell’immigrazione è inclusa in un piano organico di crescita economica e sociale, bisogna seguire una procedura appositamente predisposta e rispondere a determinati requisiti per poter entrare nel paese e svolgere un’attività. Ognuno può verificare quali sono le opportunità che può cogliere in Canada attraverso una rapida valutazione di pochi dati essenziali (paese di provenienza, età, motivazione della richiesta di visto, periodo di permanenza).

Sono favoriti, come è facile intuire, i richiedenti con formazione o esperienza lavorativa specifica, soprattutto nei settori strategici (ad es. tecnici e scientifici) o in quelli dove c’è carenza di personale (ad es. il settore sanitario).
I visti per lavoro possono essere di due tipi: l’open work permit, che ci permette di lavorare per chiunque in Canada (ammesso che il datore di lavoro sia in regola con i suoi obblighi) e l’employer-specific work permit, che invece ci vincola ad uno specifico datore di lavoro per un periodo ben determinato.

A coloro che richiedono un visto per lavoro, il Canada offre informazioni sulle modalità di ricerca del lavoro nel paese, sui canali da utilizzare, su come preparare la candidatura e su come acquisire o migliorare la conoscenza della lingua, in vista del trasferimento.

Per i più giovani c’è inoltre la possibilità di ottenere un visto partecipando al programma Vacanza Lavoro in Canada /International Experience Canada (ne abbiamo parlato anche l’anno scorso, vedendo nel dettaglio la procedura per candidarsi). Questo tipo di visto permette di lavorare e spostarsi liberamente in Canada per un periodo di un anno, abbastanza per apprezzare lo stile di vita e le attrazioni del paese.

Per i giovani provenienti dall’Italia sono previsti 1000 visti per il 2017, e nel gruppo dei registrati, dal quale verranno estratti quelli che possono ottenere un visto, ad oggi ci sono solo 650 candidati: è il momento buono per programmare la tua esperienza nel paese dei boschi d’acero!

Il lavoro a bordo delle navi da crociera

Lavorare a bordo delle navi da crociera è un po’ come lavorare in una piccola città dotata di tutti i comfort e servizi; significa scoprire e conoscere usi e costumi e incontrare nuove persone oltre che viaggiare.

Molti giovani sognano di intraprendere un lavoro in mare e in particolare sulle navi da crociera, ma pochi sanno cosa comporta realmente questo tipo di lavoro.

Le mansioni lavorative su una nave da crociera sono tante e comprendono molteplici figure professionali per coprire un numero enorme di posizioni in svariati settori.

I settori sono: intrattenimento, cura personale, lavori sul ponte e nella sala macchine, assistenza, servizi e ospitalità, staff di bordo, meccanico, elettrotecnico ecc.

Per poter lavorare a bordo di una nave da crociera è necessario conseguire il libretto di navigazione ed iscriversi come gente di mare negli uffici marittimi.

Per quanto riguarda i requisiti specifici o tecnici, dipende dalla figura che si andrà a ricoprire, ma è sicuramente indispensabile la conoscenza delle lingue straniere: inglese e un’altra lingua a scelta tra francese, tedesco, spagnolo.

Per determinate figure professionali può essere richiesta una qualifica o un titolo di studio specifico (es. chef, musicisti, personale medico ecc..) oppure un brevetto di istruttore per le attività sportive.

Costa Crociere, in partnership con le principali province italiane e il Fondo sociale europeo,  organizza ogni anno dei percorsi formativi gratuiti riguardanti figure specifiche.

In questo momento, per la regione Marche, sono aperti tre bandi rivolti a disoccupati e/o inoccupati in possesso di diploma e con conoscenza di almeno due lingue straniere.

Due bandi scadono il 16 novembre e sono rivolti a formare le figure di: Tour escort ed Entertainment Technician. Il terzo bando, che scade il 23 novembre, è volto a formare la figura professionale di Photo Operator.

Il Tour Escort è la figura addetta alla programmazione e vendita delle escursioni a terra ed è impegnata come accompagnatore durante le escursioni stesse.

L’Entertainment Technician è la figura che opera bordo in qualità di tecnico audio – suono -luci.

Il Photo Operator è la figura che opera all’interno del photo shop e cura la realizzazione dei servizi fotografici per i croceristi.

Tutti e tre i corsi sono organizzati in collaborazione con il Centro per l’Impiego di Pesaro.

valore persona

Quanto vale una persona

Quanto vale una persona? Quanto vale una competenza? E un talento? Chiariamo: non in termini filosofici, sociali o psicologici. Intendo dire quanto vale in euro (dollari, yen, ecc.). Non si tratta di mercificare l’essere umano ma di capire in maniera obiettiva, anche se un po’ fredda, il valore di una persona. D’accordo, le persone hanno tutte un valore intrinseco legato alla dignità, al riconoscimento dei diritti, alle relazioni che hanno con gli altri. Ma siccome poi viviamo in un mondo che è fatto anche (per qualcuno “soprattutto”) di economia penso possa essere utile e interessante provare a capire quanto valgono le persone oggi.

Se prendiamo a riferimento i contratti di lavoro, rispondere a questa domanda è relativamente semplice: settore, mansione, inquadramento; per ogni posizione c’è una cifra (o un range di queste) che ne determinano il valore. Dal mio punto di vista però i contratti di lavoro non sono lo strumento più adatto per valorizzare le persone, per due ordini di motivi. Il primo è che molti di questi non riescono a intercettare professionalità e competenze che sono nate negli ultimi anni e, più in generale, non sono in grado di cogliere l’evoluzione di questa epoca; il secondo è che, a mio modo di vedere, stabiliscono il prezzo di una prestazione (a volte solo del posto in quella scrivania) ma non il valore di una persona.

La mia idea è che invece ci sia la possibilità di affermare in che modo e misura una persona (un gruppo di persone, quelle che qualcuno chiama risorse umane) contribuisce a creare valore per un’azienda, per un mercato. In altre parole: scegliere o avere al proprio interno certi collaboratori anziché altri può davvero significare fare la differenza nel proprio settore per un’impresa. Se questo fosse vero (e tra poco vi dirò anche chi lo ha dimostrato con uno studio scientifico), la conseguenza più immediata è che una selezione del personale fatta con criteri che premiano il merito, la capacità e le reali competenze di chi lavoro diventa essenziale. Vi state facendo anche voi la stessa domanda? La mia è: come selezionano il personale la maggior parte delle aziende? La risposta che forse condividiamo è “per conoscenza” (termine a cui possiamo dare una vasta gamma di interpretazioni). Sicuramente è un metodo efficace per i tratti della fiducia, della relazione, dell’empatia ma molto meno per l’efficienza. Per avere una spiegazione scientifica di quanto affermo, potete leggere l’articolo apparso qualche tempo fa su Lavoce.info e che spiega la questione grazie al rendimento effettivo delle competenze alfanumeriche: in pratica l’analisi illustra come ci sia una relazione molto stretta tra il rendimento delle competenze umane e la crescita di un sistema.  Se volete è una buona e istruttiva lettura anche per il week end.

JPO, il programma per lavorare con le Nazioni Unite

Il Programma JPO – Junior Professional Officers è una iniziativa promossa dal governo italiano e dalle Nazioni Unite per permettere a giovani italiani di lavorare per un periodo di due anni presso una delle agenzie o delle organizzazioni internazionali del sistema ONU, e avviarsi così ad una carriera di tipo internazionale.

Ma quali sono queste agenzie, e di che cosa si occupano? Attualmente le Agenzie specializzate che compongono la grande famiglia delle Nazioni Unite sono quindici e si occupano di questioni molto diverse tra loro: tra quelle più note ci sono l’UNESCO (Organizzazione per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), la FAO (Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura), la WHO (Organizzazione Mondiale per la Sanità) o la Banca Mondiale.
In Italia il programma JPO è anche conosciuto come Programma Giovani Funzionari delle Organizzazioni Internazionali, e il bando per partecipare viene aperto ogni anno in questo periodo.
Possono candidarsi giovani italiani con massimo 30 anni (33 se laureati in medicina), con un titolo di studio universitario e ottima conoscenza dell’inglese e, naturalmente, dell’italiano.
Il programma ha due obiettivi fondamentali: da una parte favorisce le attività di cooperazione tecnica delle organizzazioni internazionali grazie all’apporto di giovani professionisti. Allo stesso tempo consente a giovani qualificati interessati alle carriere internazionali di acquisire esperienze professionali rilevanti e altamente formative che nel futuro ne potrebbero favorire il reclutamento da parte delle organizzazioni stesse o comunque in ambito internazionale.

Se hai i requisiti indicati e una carriera in giro per il mondo è proprio quello che stai cercando, il JPO potrebbe essere il primo passo verso la realizzazione del tuo sogno professionale.

Le candidature vanno inviate online attraverso il portale predisposto, entro il 6 dicembre 2016 alle ore 15:00 (ora locale italiana): in bocca al lupo!

sociale

Referendum costituzionale: modalità per votare

Domenica 4 dicembre si terrà il referendum sulla riforma costituzionale in Italia. Le operazioni di voto per il referendum costituzionale si svolgeranno dalle ore 7 alle ore 23, a seguire lo scrutinio.

In tale occasione gli italiani sono chiamati a votare un referendum costituzionale per approvare o respingere la riforma della costituzione.

Ricordiamo che per la validità del referendum costituzionale confermativo non è previsto dalla legge un quorum di validità. A differenza che per il referendum abrogativo, non si richiede, che alla votazione partecipi la maggioranza degli aventi diritto al voto. L’esito è valido indipendentemente dalla percentuale di partecipazione degli elettori.

Vediamo nel dettaglio quale il quesito che troveremo stampato sulla scheda:

Approvate il testo della legge costituzionale concernente «Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione» approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?

Per poter votare al referendum l’elettore deve presentarsi al seggio con la sua tessera elettorale e con un documento di riconoscimento al fine di essere identificato.

La tessera elettorale è il documento che consente l’esercizio del diritto di voto, questa viene rilasciata al momento dell’iscrizione nelle liste elettorali del Comune.

Per il rilascio delle tessere elettorali, dei duplicati, di una nuova tessera qualora siano esauriti gli spazi, è necessario rivolgersi al personale dell’Ufficio Elettorale, magari qualche giorno prima del referendum, nonostante anche il giorno stesso saranno previste aperture straordinarie.

La legge prevede che possano votare in Italia fuori del comune di residenza solo alcune categorie di elettori. Quelli ricoverati in ospedali e case di cura, militari, naviganti e tutti coloro che prestano servizio al seggio, cioè i componenti dell’Ufficio elettorale di sezione, le Forze dell’ordine e i rappresentanti di partito e di comitato promotore del referendum, designati dai partiti e dai comitati stessi.

Chi non rientra in tali categorie può votare nel seggio di iscrizione elettorale del comune di residenza, usufruendo di agevolazioni tariffarie per viaggi in treno, aereo o nave (ad esempio tutti gli studenti fuori sede).

Gli elettori residenti all’estero hanno la possibilità di venire a votare in Italia. Anche chi si trovi temporaneamente all’estero (periodo minimo di tre mesi), per motivi di lavoro, studio o cure mediche ha la facoltà esercitare il diritto di voto per corrispondenza nella circoscrizione estero previa espressa opzione. Tutte le casistiche sono consultabili sul sito del Ministero dell’Interno. Ma per il referendum costituzionale del 4 dicembre l’indicazione della scelta doveva pervenire al comune d’iscrizione nelle liste elettorali entro il giorno 8 ottobre 2016 (con possibilità di revoca entro lo stesso termine).

Votare è un diritto, reperire le informazioni utili in tempo, permette di esercitarlo!