#iorestoacasa: e la scuola?

Di fronte all’emergenza sanitaria che ci vede tutti (o quasi) costretti alla reclusione in casa propria, la routine quotidiana delle persone ha subìto un netto cambiamento.

A parte le persone che, svolgendo attività essenziali, continuano a recarsi sul posto di lavoro e a mantenere gli stessi orari, gli altri sono stati chiamati a modificare poco o tanto il loro modo di lavorare e in generale di vivere.

E lo stesso vale anche per gli studenti che da un giorno all’altro hanno visto cambiare il mondo della scuola e la modalità didattica.

Con la sospensione dell’attività scolastica, infatti, sia i professori sia i ragazzi hanno dovuto mettere in campo la flessibilità necessaria ad affrontare situazioni difficili come l’attuale.

Ecco allora che le scuole, in modo particolare quelle superiori di primo e secondo grado, da diversi giorni hanno attivato modalità di didattica on line, che consentono di condividere videolezioni interattive, tenute dagli insegnanti direttamente da casa loro durante le quali spiegano e interrogano, e di scambiarsi il materiale didattico e la restituzione dei compiti svolti dai ragazzi.

Le nuove generazioni sono, infatti, prontissime a imparare dai contenuti digitali e pertanto stanno vivendo questa nuova modalità di didattica nella maggior parte dei casi con entusiasmo, interesse e curiosità.

Senza però negare l’importanza della relazione diretta insegnante/studente nella quale si insegna più quel che si è che quel che si dice.

Certo che questa nuova modalità di didattica ha creato preoccupazione e confusione tra i genitori che si sono sentiti chiedere dai figli da un giorno all’altro l’installazione di programmi e applicazioni necessari per seguire la didattica on line. E così i primi giorni di sospensione delle lezioni sono stati un po’ caotici per tutti, famiglie ma anche insegnanti.

Per fortuna molti docenti già usano strumenti che consentono di condividere videolezioni e compiti, il tutto è facilitato dalla mail di istituto che consente di gestire gruppi classe, materiali su drive, classi virtuali su classroom; per i ragazzi sono necessari pc/tablet o smarthphone, connessione a internet e microfono (altrimenti è possibile solo la chat) e webcam (facoltativa).

Certo per le famiglie coi ragazzi già alle superiori la situazione è meno complicata perché sono già abbastanza autonomi nel gestire i vari programmi e le difficoltà che si possono presentare nel loro utilizzo.

Per le famiglie coi ragazzi alla scuola di istruzione secondaria di primo grado ancora spesso sono i genitori chiamati a risolvere questo tipo di problemi e quindi questo genera ansia per la paura di non riuscire a stare dietro ai compiti assegnati. Ecco quindi che ogni giorno nei gruppi wapp dei genitori arrivano messaggi preoccupati sia per la mole dei compiti che per le difficoltà di utilizzo di certe applicazioni.

Credo che la scuola abbia dimostrato di saper gestire, anche se con comprensibili difficoltà iniziali, questa situazione cercando di continuare a portare avanti il programma. Questo è molto importante per tutti ma soprattutto per i futuri maturandi che altrimenti si sarebbero visti arrivare alla fatidica data dell’Esame di Stato con tante ansie in più.

Questa non deve essere solo una vacanza forzata: se gli insegnanti raggiungono i ragazzi per organizzare le prossime settimane, per condividere contenuti e proporre esercitazioni è un dovere esserci, anche e soprattutto perché il prossimo rientro non sia fonte di ansia o stress da recupero.

A fronte di queste difficoltà, comunque tutti, genitori e figli, ci stiamo adoperando per vivere al meglio questi cambiamenti.

Da genitore di figli in età scolare noto con gioia come siamo tutti, genitori e figli, solidarizzati per affrontare meglio la situazione aiutandoci a vicenda a risolvere i molteplici dubbi che questa situazione genera inevitabilmente.

I ragazzi tramite i loro gruppi wapp non solo si aiutano nei compiti ma si fanno anche compagnia raccontandosi come trascorrono le giornate. E i genitori con dubbi chiedono agli altri consigli.

Prima dicevamo incontratevi e mettete giù quei cellulari, parlatevi di persona, ora invece proprio questi strumenti, finora considerati quasi come il demonio, diventano la loro “salvezza” per trascorrere giornate intere a casa.

Allora continuiamo a comportarci in maniera responsabile: #iorestoacasa così #andratuttobene.

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