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Insegnare all’estero

Ogni tanto ci viene chiesto come si fa per insegnare all’estero: è una parola!

Dobbiamo fare prima di tutto alcune distinzioni, che riguardano il paese di destinazione, che cosa volete insegnare e in che tipo di scuola volete insegnare.

Per quanto riguarda le destinazioni, se parliamo di paesi europei si è arrivati, dopo molto lavoro di concertazione e allineamento, ad una certa uniformità (stati sovrani permettendo) dei percorsi di inserimento nella carriera professionale di insegnanti.

Consideriamo la scuola secondaria: in quasi tutti i paesi per insegnare si richiede un titolo di istruzione universitaria (laurea magistrale corrispondente al livello ISCED 7) nella materia da insegnare, con l’aggiunta di una formazione teorica di tipo pedagogico e didattico, e un periodo di prova pratica o tirocinio in servizio (in-school placement).
Sul sito Eurydice potete approfondire la questione.

Se volete andare a insegnare fuori dell’UE invece, ogni paese ha regole tutte sue, che vanno cercate nei siti ufficiali di quel paese specifico. In generale possiamo dire che sarà molto più difficile farsi riconoscere gli studi già fatti.

Per quanto riguarda la materia di insegnamento, ci sono canali molteplici e differenti in particolare per l’insegnamento della lingua italiana all’estero, mentre per le varie altre materie bisogna seguire il percorso previsto per i cittadini del paese scelto che vogliono diventare insegnanti (vedi sempre il sito Eurydice)

Vediamo quali sono le possibilità per l’insegnamento dell’italiano all’estero:

assistente di lingua italiana:
Si tratta di affiancare il docente di lingua italiana di ruolo per circa 12 ore alla settimana, in scuola di vario ordine e grado. La durata di questa esperienza corrisponde a quella dell’anno scolastico del paese di destinazione (questa esperienza si può fare in Belgio, Germania, Francia, Irlanda, Spagna e Regno Unito). Si accede a questo canale attraverso un bando che viene aperto dal MIUR ogni anno, di solito nei primi mesi, e possono Partecipare giovani under 30 con laurea magistrale/specialistica.

lettore universitario
Per fare il lettore presso le università all’estero invece bisogna passare il concorso triennale del Ministero degli Affari Esteri MAE/MIUR, ma è necessario essere già docenti di ruolo nella scuola secondaria in Italia ed avere una laurea in Lettere o Lingue Straniere.
In alcuni casi si può accedere a questa opportunità con incarico locale, per cui bisogna rivolgersi direttamente alle Università straniere.

insegnante negli Istituti Italiani di Cultura
Gli Istituti Italiani di Cultura sono sparsi nelle città di tutto il mondo e hanno il compito di promuovere e diffondere la cultura e la lingua italiana.
Per insegnare italiano all’estero presso questi istituti bisogna partecipare a concorsi pubblici indetti dagli istituti stessi, che dipendono dal Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale (MAECI).
Per insegnare all’estero in questo caso bisogna essere in possesso di una laurea magistrale in Lettere o Lingue e letterature straniere o simili con una votazione non inferiore a 110/110. E’ necessario anche avere una buona competenza nella lingua straniera del paese di destinazione, essere già assunti a tempo indeterminato nella scuola con almeno 3 anni di esperienza. Non per tutti, ecco.

docente supplente
Per insegnare italiano all’estero come supplente è necessario entrare in una specifica graduatoria, aggiornata ogni tre anni dal Ministero degli Affari E e della Cooperazione Internazionale (MAECI). Per essere inseriti nelle graduatorie è necessario possedere il titolo di studio richiesto per l’insegnamento della classe di concorso per cui si chiede l’inserimento, mentre l’abilitazione all’insegnamento è un requisito preferenziale, ma non necessario.

docente presso scuole ed enti privati o scuole di lingue
Naturalmente c’è anche la possibilità di insegnare italiano all’estero anche inviando il proprio curriculum e una candidatura spontanea a soggetti diversi da quelli elencati sopra, come scuole private italiane operanti all’estero e enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana.
Sul sito Italiana si trova l’elenco delle “Istituzioni scolastiche italiane all’estero” e i corsi che vengono attivati dai Consolati o altri soggetti
In questi casi la domanda va inviata direttamente all’indirizzo delle istituzioni che promuovono il corso dove vogliamo insegnare.

Insomma, sicuramente è una carriera che va pianificata con un po’ di anticipo e che richiede tempo per arrivare alla posizione desiderata, ma non è impossibile.

Buona fortuna!

Working Holiday in Canada

In Canada il Working Holiday Visa si chiama IEC – International Experience Canada, ed è una esperienza perfetta per chi vuole girare e conoscere questo grande paese.  In Canada il visto è valido per entrare nel paese, spostarsi e lavorare per diversi datori di lavoro in zone diverse, per un periodo di 6 mesi. Un mese prima della scadenza del visto, è possibile chiederne un altro come turisti, che permetterà di restare nel paese per altri 6 mesi (ma senza lavorare).

La richiesta del visto per il WH in Canada segue una procedura un po’ diversa da quella per il corrispondente visto australiano, ed è basata sulle pool of candidates. In pratica il candidato si inserisce in una sorta di lista dalla quale un datore di lavoro canadese può “pescarlo” e invitarlo a fare la vera e propria richiesta per il visto.

L’inserimento nella pool ha una durata predefinita, di solito di un anno. Alla fine dell’anno le pool vengono svuotate e se non si è ricevuto l’invito bisogna fare di nuovo la procedura di iscrizione.

I requisiti di base per partecipare sono la nazionalità e l’età compresa tra 18 e 35 anni. A non tutti i giovani è infatti permesso di ottenere questo tipo di visto, e la differenza è data dalla cittadinanza: per gli italiani è possibile, ecco perché ne stiamo parlando :-). Poi a seconda del tipo di lavoro per cui ci si offre ci possono essere altri requisiti secondari. Anche per il Canada la possibilità di utilizzare questo visto deriva dagli accordi con l’Italia, e il visto che si ottiene è un open work permit.

La procedura, illustrata brevemente qui, comincia con un breve questionario che assegna al candidato un personal reference code. Subito dopo si può procedere alla creazione di un account IRCC – Immigration, Refugees and Citizenship Canada. E’ il momento di caricare informazioni sul proprio profilo, anche professionale, per poter essere scelti da un datore di lavoro interessato (servirà un cv, o resumè).

Quando un datore di lavoro è interessato al nostro profilo, ci arriva una notifica via email, con una lettera allegata: da questo momento il candidato ha 10 giorni per avviare la procedura online della richiesta vera e propria di visto, e 20 giorni per completarla.

L’invito da parte dei datori di lavoro può avvenire secondo un preciso calendario di round of invitation (mandate di inviti), per cui in un anno in genere ci sono due o tre round. Dato che i visti assegnati per paese si esauriscono andando avanti con l’anno, una buona strategia è fare domanda all’inizio dell’anno, per essere pronti al primo round of invitation. Di solito il numero di visti assegnati all’Italia ogni anno è intorno ai mille, e nella pagina del calendario sono indicati i posti disponibili in tempo reale, e quando è previsto il successivo round of invitation.

Una volta accettato l’invito del datore di lavoro, questo ci invia un codice da inserire nella richiesta di visto, necessario a finalizzarla. A questo punto ci verrà richiesto di caricare tutti i documenti necessari (copia del passaporto, fototessera, eventuali esami medici e certificati penali) e di pagare il fee (di solito è il costo del visto e del permesso di lavoro, che si aggira intorno ai 230 dollari canadesi). Attenzione perché questo passaggio va fatto entro 20 giorni, quindi è bene preparare prima i documenti necessari (indicati sul sito).

A questo punto non resta che caricare i propri dati biometrici, secondo le istruzioni date, e attendere che tutta la documentazione venga controllata (ci vorranno fino a 56 giorni). Se tutto andrà bene e se verremo sorteggiati, saremo tra quelli che ricevono la POE – Port of Entry Letter, il documento che va portato con se al momento dell’arrivo in Canada. Solo arrivati sul posto infatti, si riceverà il vero e proprio visto per il Working Holiday.

I documenti che potrebbero essere richiesti durante il procedimento di application o appena arrivati sono diversi, quindi è sempre bene, prima di cominciare e per ogni fase del procedimento, leggere bene tutte le indicazioni, navigando su tutte le pagine relative alle modalità di domanda. Questo perché queste procedure cambiano, anche se di poco, abbastanza spesso. Se volete una panoramica delle domande e delle risposte più comuni, ecco dove trovarle, ordinate per argomento. Il sito offre anche un glossario di tutte le parole e espressioni usate, per maggiore chiarezza.

Sul sito ufficiale dell’immigrazione canadese si suggerisce anche, se si vuole, di utilizzare una RO, Recognized Organization, organizzazioni accreditate di supporto per chi vuole fare una esperienza di lavoro o studio in Canada.

 

 

working holiday australia

Working Holiday in Australia

Se hai scelto di tentare la fortuna Down Under sei tra le diverse migliaia di giovani che lo fanno ogni anno!

L’Australia è un paese che attira moltissimo i più giovani per il suo stile di vita rilassato e libero, in cui lo sport, spesso praticato sulle spiagge o in grandi spazi aperti, ha un ruolo di primo piano. L’Australia è in generale un paese sicuro per muoversi e riserva un’attenzione particolare ai giovani che si muovono lavorando. Ad esempio sul sito turistico ufficiale c’è una sezione a loro dedicata, con informazioni per la ricerca di lavori che si conciliano con il viaggiare, su itinerari da scoprire, posti in cui vivere, fare volontariato, e molto altro.

In Australia il visto Working Holiday Visa permette a giovani tra i 18 e i 31 anni (non compiuti al momento della domanda) di entrare nel paese, viverci, viaggiare, lavorare, e anche studiare (per un massimo di 17 settimane). Molti lo utilizzano prevalentemente per lavorare, così da avere più soldi da spendere durante il periodo in cui rimangono là, o per finanziarsi un corso di inglese, o semplicemente per guadagnare qualcosa e arricchire il cv.

Il WHV – Working Holiday Visa è perfetto per esplorare l’Australia, migliorare l’inglese e fare qualche esperienza di lavoro. Devi ricordare però che non è possibile lavorare con lo stesso datore di lavoro per più di 6 mesi. Il visto è valido in totale per 12 mesi, ed è rinnovabile per un altro anno nel caso in cui hai svolto un lavoro nel settore agricolo (nelle farm) per almeno 88 giorni, durante il primo anno di Working Holiday.

La richiesta del visto si fa online, registrandoti sul sito ufficiale dell’immigrazione del governo Australiano. Tra i visti dedicati a chi viaggia e lavora, quello per i giovani di nazionalità italiana (insieme ad un’altra ventina di nazionalità) è il subclass 417.

Per poter accedere alla procedura, devi avere i requisiti di età e nazionalità, registrarti e poi inserire i tuoi dati. Ricordati di avere a portata di mano il passaporto, che naturalmente deve essere valido, non scaduto, e il numero della carta di credito o carta prepagata, con un saldo di almeno 5000 dollari australiani più il costo del biglietto aereo di ritorno. Questo serve per essere sicuri di avere un fondo per mantenersi i primi tempi, oltre al necessario per rientrare nel paese d’origine prima dei 12 mesi in caso di necessità.

Tra le condizioni poste dal governo australiano per concedere questo tipo di visto ci sono le buone condizioni generali di salute, e non essere una minaccia per la stabilità sociale del paese, cioè non avere condanne penali.

Una volta inseriti tutti i dati e pagata la quota dovuta per il visto (intorno a 500 dollari australiani), per avere la risposta ci vuole da uno a due mesi. Dal momento in cui il dipartimento per l’immigrazione invia la risposta positiva, potrai prepararti per partire: prenotare il volo, un primo alloggio, fare l’assicurazione sanitaria privata e simili. In alcuni casi il dipartimento può inviare una mail con la richiesta di documentazione aggiuntiva (tipo esami medici o il certificato penale).

Una volta ricevuta la risposta positiva alla richiesta di visto, hai alcuni mesi di tempo per entrare nel paese, scaduti i quali bisogna ripetere da capo la procedura. I 12 mesi di durata del visto si contano a partire dal momento in cui si arriva in Australia.

Il secondo WHV lo puoi richiedere mentre sei in Australia, ma bisogna comunque mantenere il requisito di non aver compiuto i 31 anni. Insomma, ci sono diverse possibilità e c’è tempo per decidere di dedicarsi un anno e conoscere lo stile di vita Aussie!

Lavorare all’estero

Partire e andare a lavorare all’estero, quanti di noi ci hanno pensato, almeno una volta?

L’estrema facilità con cui possiamo muoverci, viaggiare e raggiungere ogni angolo d’Europa in poche ore può darci l’illusione di poterci trasferire in pochi giorni e cambiare vita da un mese all’altro.

Lavorare all’estero però non è così immediato e, se in Italia possiamo avere difficoltà di trovare un lavoro, lo stesso può succedere anche in un altro paese. Tra l’altro “l’estero” è una indicazione molto vaga, ogni paese ha i suoi problemi, i suoi punti di forza e le sue opportunità da offrire.

Tutto sta nel prepararsi adeguatamente, per non rischiare una delusione e la perdita di tempo, energie e spesso anche risorse economiche.
Sia che il progetto sia di trasferirsi per un periodo di tempo limitato (che comunque difficilmente potrà essere meno di sei mesi), sia che l’idea sia di lavorare all’estero per un periodo più lungo, ci sono alcuni aspetti fondamentali su cui bisogna ragionare prima.

Il primo aspetto su cui ragionare è la motivazione per cui si decide di voler partire.
Le motivazioni possono essere tante e diverse, ma non tutte sono buone, nel senso che non tutti i motivi che ci spingono a considerare questa opportunità sono un buon punto di partenza.
Se sto principalmente fuggendo da una realtà che non mi offre quello che cerco o di cui sono insoddisfatto, è probabile che troverò simili problemi anche nel luogo di destinazione.

Se invece cerco nuove opportunità e sfide, e sono pronto ad affrontare un percorso più o meno lungo, con curiosità, grinta ed entusiasmo, le possibilità che l’esperienza sia positiva, formativa e valida sono molto più alte.

Il secondo aspetto che va considerato è quello del profilo professionale: quali sono le qualifiche, le specializzazioni, le esperienze che posso offrire ad un possibile datore di lavoro? Anche se ci pare evidente, ci teniamo a sottolineare che non è più il tempo (se mai lo è stato) in cui si può partire senza avere nessuna competenza specifica e aspettarsi di trovare all’estero il “lavoro qualsiasi” che non si trova vicino casa.
E’ importante avere ben chiare quali sono le proprie capacità, conoscenze, competenze, che vanno anche certificate e in qualche modo dimostrate.
Non è che sia impossibile partire e cercare lavori semplici, che richiedono poca esperienza, ma bisogna mettere in conto, in questo caso, che ci potrebbero volere alcune settimane per trovare qualcosa. Inoltre la concorrenza, nei lavori di questo tipo, è molto alta, ed è composta in genere da persone abituate a lavorare molte più ore, per un compenso minore, e spesso con poche garanzie e tutele.

Il terzo aspetto, comunque molto importante, è la conoscenza di una lingua straniera. Questo è in genere un problema abbastanza grosso per noi italiani, che per (recente) tradizione diamo scarsa importanza all’apprendimento delle lingue straniere o lo facciamo in maniera superficiale. Spesso capita che abbiamo qualifiche o esperienze di livello alto, ma non possiamo utilizzarle perché non abbiamo un corrispondente livello di conoscenza della lingua straniera.
La conoscenza delle lingua del paese in cui voglio andare è fondamentale per poter interagire con i datori di lavoro, con i colleghi, con i clienti, con gli uffici dei vari enti con cui mi dovrò relazionare. Ma anche per capire i contenuti dei siti che userò prima della partenza e durante la permanenza, per la ricerca di un alloggio, per la spesa, la farmacia, per prendere un aereo, un bus, o per andare a cena fuori.
In molti paesi, e soprattutto in aziende grandi, una conoscenza intermedia dell’inglese, come punto di partenza, può essere sufficiente. Ma non possiamo aspettarci che sarà abbastanza, soprattutto se pensiamo di stabilirci nel paese o di restarci per diversi mesi. Anche per quanto riguarda le relazioni e il tempo libero è importante avere gli strumenti per interagire con gli altri.

Dopo aver ragionato su tutto questo, da dove comincio?
E già, perché su internet c’è tutto, ma spesso si finisce per essere sommersi e confusi da tantissimi siti, non sempre affidabili e aggiornati.

Per i lavoratori che vogliono spostarsi per motivi di lavoro c’è Eures, la rete dei servizi per l’impiego a livello europeo. Eures è un portale con molte informazioni utili e aggiornate per chi vuole trasferirsi. C’è una sezione dedicata alle offerte pubblicate e ai cv dei candidati. Ma è anche una rete di consulenti sparsi per i paesi europei e disponibili a incontrare per una consulenza gratuita chi vuole progettare una esperienza di lavoro all’estero.

Per i più giovani esiste anche il progetto Your first Eures job, un programma pensato per aiutare chi ha tra 18 e 35 anni nel difficile percorso di ricerca di un lavoro o un tirocinio all’estero. Il programma offre non solo supporto e consulenza ma anche la possibilità di coprire alcune spese, come il riconoscimento dei titoli di studio o una formazione linguistica.

Niente paura però, perché esiste un programma gemello anche per gli adulti, e si chiama ReActivate!
Dato che il mercato del lavoro è diventato più dinamico e che il principio di libera circolazione delle persone in Europa lo permette, c’è un servizio anche per gli adulti che vogliono spostarsi per trovare migliori opportunità di carriera.

Se il progetto è quello di un lavoro stagionale all’estero, questi consigli sono utili e ne trovate altri qui.

In questo momento in cui il Covid sta cambiando velocemente le regole di libero movimento in Europa, verificate sempre la possibilità di poter entrare nel paese che vi interessa, con il portale Re-open EU .

Se vuoi parlarne con noi per capire da dove iniziare e come rivolgerti a questi servizi, contattaci per una appuntamento!

Come trovare offerte di lavoro sul portale Eures

Che sia per un lavoro stagionale o un lavoro a lungo termine, se cercate un lavoro all’estero il portale Eures vi sarà utile in diversi modi.

La funzione più utilizzata è sicuramente la pagina dedicata alla ricerca di lavoro attraverso gli annunci.
Vediamo come funziona e come usare al meglio la maschera di ricerca, per trovare proprio quello che state cercando. Dato che le offerte disponibili sono in genere alcuni milioni, è davvero essenziale sapere come scovare quelle che ci potrebbero interessare.

A sinistra, nella pagina Trova un lavoro, nella sezione Candidati alla ricerca di un impiego, ci sono una serie di box che permettono di restringere la ricerca. Potete scegliere in quali paesi cercare, e anche in quale regione specifica del paese scelto, per chi ha già le idee chiare su dove vuole andare.  Si può restringere la ricerca anche per tipo di contratto ricercato (tempo pieno, parziale, flessibile) e a seconda del livello di istruzione.

Tra le condizioni si può indicare se la posizione ricercata è nell’ambito del lavoro sociale, o quanta esperienza si può offrire (da nessuna a più di cinque anni).

Nel box “Tipo di posizione” si può anche scegliere, se è questo l’obiettivo, l’opzione lavoro stagionale. Il lavoro stagionale può essere estivo o invernale, ed è più facile trovare offerte se si inserisce la parola seasonal anche nella sezione centrale, come parola chiave. Le parole chiave sono importantissime e se ne possono inserire diverse, che riguardano la professione ma anche la lingua conosciuta, i benefit desiderati o altri parametri. Per le parole chiave utilizzate l’inglese o la lingua del paese che vi interessa.

Molto importante è il box laterale nel quale si può scegliere di visualizzare le offerte con contrassegno Eures: sono quelle che sono state pubblicate sotto la supervisione di un consulente Eures, che quindi fa una serie di verifiche sull’azienda. Sono sicuramente in numero ridotto, ma quelle da considerare per prime per chi cerca qualcosa di certificato e affidabile.

Una volta inserite tutte le specifiche della posizione desiderata, si può salvare il profilo di ricerca, così da non doverlo rifare ogni volta. Questa funzione è molto utile soprattutto se considerate che una buona ricerca vi impegnerà per un periodo di diversi giorni o settimane.
Il portale vi da altre due possibilità, per rendere la ricerca più efficiente: ci si può registrare con una email e ricevere le offerte interessanti (secondo il profilo salvato) che di volta in volta vengono caricate e pubblicate, così da non perdere occasioni e non dover ricordare di verificare ogni settimana le nuove offerte.

Sempre nella sezione verde Candidati alla ricerca di un impiego c’è anche la voce Il mio cv. Significa che potete inserire i vostri dati e le informazioni relative al vostro profilo professionale, creando il vostro cv nel database del portale Eures. In questo modo un datore di lavoro che cerca un collaboratore con le vostre caratteristiche vi potrà trovare facendo una ricerca nella sezione a loro dedicata.

Molto spesso le offerte sono pubblicate nella lingua del paese di destinazione: questo però non deve scoraggiare chi è alla ricerca. Non è detto, infatti, che il datore del lavoro sia interessato solo a lavoratori madrelingua. Una volta iscritti al portale, si ha anche la possibilità di leggere le offerte in traduzione, semplicemente cliccando su un tasto predisposto sotto il testo dell’offerta.

Insomma, per trovare qualcosa adatto a voi bisogna prima di tutto saper cercare! Non dimenticate inoltre che i consulenti Eures, sparsi sul territorio europeo e quindi anche non lontano da voi, sono disponibili a supportarvi nella ricerca.

summer school studenti

Summer School per studenti

Le Summer School, o scuole estive, sono programmi offerti da università e simili istituti di formazione superiore o accademica che durante l’estate accolgono persone esterne e le invitano a partecipare alle loro attività formative dedicate a temi specifici.

Le Summer School, che possono durare una, due o sei settimane, sono spesso rivolte a studenti universitari, come abbiamo visto qui, ma ce ne sono molte anche per studenti delle ultime classi delle scuole secondarie. E’ il caso dei corsi di lingua e cultura del paese di svolgimento o corsi teorico-pratici. In tutti i casi ci sono spazi e tempi per attività ricreative collaterali, come giochi, attività di team building, sport particolari, escursioni o altro.

Le summer school per studenti possono essere dedicate a presentare i programmi dell’università a possibili futuri studenti, e far sperimentare alcune attività e ambiti di studio esemplificativi. Ma spesso sono anche brevi campi di formazione e scambio, di pratica e approfondimento su un tema specifico, ad esempio molti si concentrano su aspetti o applicazioni delle nuove tecnologie.

Le Summer School aperte a partecipanti internazionali sono molto spesso in lingua inglese, ed quindi per partecipare è richiesta una conoscenza della lingua almeno di livello B2. I programmi aperti non solo a studenti universitari richiedono spesso di aver compiuto 18 anni per poter partecipare.

Partecipare a una Summer School è un’ottima occasione di usare una parte delle vacanze per immergersi in un argomento che ci appassiona, frequentare una università straniera e vedere com’è dal vivo, esercitare una lingua straniera, fare nuove amicizie e creare contatti interessanti, conoscere nuove culture e città nuove.

I costi di partecipazione variano da scuola a scuola, e cercando con attenzione e per tempo è possibile trovare programmi molto interessanti e gratuiti! Per i partecipanti sono previsti anche vitto e alloggio a carico dell’organizzazione promotrice, mentre i costi di viaggio sono a carico dei partecipanti.

Un’esperienza di questo tipo è perfetta per unire più vantaggi: esplorare una piccola parte di Europa, una cultura diversa, fare un viaggio e partecipare ad attività interessanti e divertenti, usare finalmente l’inglese imparato a scuola, arricchirsi e divertirsi in modi diversi dal solito.

Si tratta inoltre di una esperienza internazionale che aiuta ad aprire la mente, e che ha sempre più valore in un mondo globalizzato, sicuramente più complesso ma che offre anche tante possibilità per dedicarci proprio quello che ci piace. Una Summer School infatti può avere un valore orientativo, se ci fa capire che quel settore di studi è proprio quello che ci interessa, o ce ne fa scoprire di nuovi. E poi può costituire la base per lo sviluppo della futura vita professionale, e una voce da aggiungere al CV!

Ecco alcuni siti con offerte di Summer School rivolte anche a studenti delle scuole secondarie:

 

tirocini estero febbraio

Tirocini all’estero di febbraio

State per laurearvi e credete che una esperienza di tirocinio all’estero sarebbe ideale? Siete ancora studenti ed è il momento di organizzare il vostro periodo di stage curricolare, ma non sapete da dove cominciare?
Ecco le nostre proposte del mese per aiutarvi a trovare l’opportunità che avete sognato!

Per studenti universitari – EAC European Astronaut Centre– Colonia (DE)
Durata: da 3 a 6 mesi, a partire dal 1 ottobre 2019
Requisiti: studi attinenti al settore e al dipartimento scelto (Spaceship EAC, Space Medicine Team, Space Training Team, EAC Communication Office)
Retribuzione: previsto un rimborso spese di 600 euro
Scadenza: 28 febbraio

Per studenti e neolaureati – BEI Banca Europea degli Investimenti – Lussemburgo
Durata: 5/6 mesi, fino a 12
Requisiti: essere studenti o neolaureati in materie economico-finanziarie, buona conoscenza dell’inglese o del francese
Retribuzione: prevista, più spese di viaggio coperte
Scadenza: scadenze varie tra il 20 e il 24 febbraio (vedi le varie offerte) 
La Banca Europea degli Investimenti offre anche un programma di Summer jobs for students della durata di 2/4 settimane tra luglio e settembre. Le candidature vanno inviate tra metà febbraio e metà marzo.

Tirocini per neolaureati – Consiglio dell’Unione europea – Bruxelles (Belgio)
Durata: 5 mesi
Requisiti: laurea in legge, relazioni internazionali, scienze politiche, economia (ma ci sono posizioni anche per altri tipi di laurea), buona conoscenza dell’inglese o del francese
Retribuzione: 1176 euro al mese, con rimborso delle spese di viaggio Scadenza: 15 marzo

Volontariato/tirocinio – Interreg project partner at AVITEM – Marsiglia (Francia)
Durata: 4/5 mesi a partire da marzo 2019
Requisiti: 18-30 anni, passione ed esperienza nella comunicazione, conoscenza dell’inglese e del francese
Retribuzione: 26 euro al giorno
Scadenza: non indicata

Tirocinio per laureati – JRC – Sealing system automation, Nuclear Security and Safeguards Department – Ispra (Italia)
Durata: 5 mesi
Requisiti: laurea magistrale in ingegneria elettronica o equivalente, conoscenza dell’inglese a livello B2 e del linguaggio di programmazione C/C++ o C#
Retribuzione: prevista (25% di quella di un dipendente di grado AD5/1)
Scadenza: 28 febbraio

Tirocini per laureati – ENISA EU Agency for Network and Information Security – Atene (Grecia)
Durata: dai 3 ai 12 mesi
Requisiti: laurea nel settore scelto tra Network Information Security, Administration and Support, buona conoscenza dell’inglese
Retribuzione: 1100 euro mensili
Scadenza: 18 giugno 2020

Tirocinio per laureati o studenti – EUROPOL – La Hague (Francia)
Durata: dai 3 ai 6 mesi

Requisiti: laurea in archivistica, storia o scienze dell’informazione, buona conoscenza dell’inglese e del Pacchetto Office
Retribuzione: 808 euro mensili
Scadenza: 24 febbraio 2019

Tirocinio per studenti – Azienda meccanica, con ESPA – Dungannon (Irlanda del Nord)
Durata: 6 mesi, con inizio entro i prossimi 3 mesi
Requisiti: essere studenti di ingegneria meccanica con un minimo di esperienza in heavy equipment design, buona conoscenza dell’inglese
Retribuzione: previsto alloggio con utenze pagate e trasporto locale
Scadenza: al più presto

Non hai trovato quello che cercavi? Contattaci al 346 0042917, via email a europa@informagiovaniancona.com, o vieni a trovarci per una consulenza gratuita personalizzata con Eurodesk Ancona!

Sostegno finanziario per formazione post laurea all’estero

La formazione è, e dovrebbe essere, continua, lo diciamo sempre, e specializzarsi è una buona mossa per migliorare la possibilità di ottenere un buon lavoro. Ma non sempre è facile seguire questo percorso di miglioramento personale e professionale, spesso a causa dei costi da sostenere.

Per favorire la formazione post laurea dei giovani marchigiani e potenziare le loro competenze, la Regione Marche ha deciso di destinare dei fondi, di cui il 50% viene da fondi europei, al sostegno finanziario di quelli che vogliono frequentare un master o un corso di perfezionamento post laurea (inclusi i percorsi AFAM – Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica), anche presso università all’estero.
E’ infatti attivo un bando per l’assegnazione di questi fondi a giovani laureati under 36, residenti nelle Marche da almeno sei mesi, e che sono al momento disoccupati o inoccupati.

Vediamo come funziona il bando nel dettaglio.
La Regione indica dei settori prioritari di interesse (ma si può fare domanda anche per altri) che sono: moda, legno, agroalimentare, turismo e beni culturali, green economy, distretto del mare, meccanica,
domotica e assisted living, biotecnologie, internazionalizzazione, salvaguardia e valorizzazione del
paesaggio e del territorio.
Il contributo, o voucher, che si può richiedere è pari all’80% del costo di iscrizione del master o del corso che volete frequentare: questo significa che se per iscrivervi al master ci vogliono 5000 euro, il massimo che vi potrà essere finanziato è 4000 euro, e non sono previsti vitto, alloggio e altri costi relativi.
E’ possibile la copertura del 100% del costo di iscrizione se il vostro ISEE è inferiore a 21.000 euro.
Fin qui, tutto molto bene, direi.

Attenzione però, che il finanziamento vi verrà riconosciuto, con un versamento unico, solo dopo la conclusione del master o del corso e il conseguimento del titolo previsto, per cui dovrete prima sostenere tutte le spese autonomamente. Finito il corso e sostenuto l’esame finale, avete 15 giorni di tempo per presentare alla Regione i documenti che lo certificano, per poter poi ottenere il contributo.

Vediamo come si fa domanda, perché qui cominciano le difficoltà.
Intanto la domanda va presentata a iscrizione già effettuata, e, nel caso di iscrizione a master all’estero, dovrete presentare un documento che dimostra che avete già pagato l’iscrizione.
L’inizio del master o del corso deve essere entro 90 giorni dalla vostra richiesta di voucher (attenzione quindi nel caso di corsi, soprattutto all’estero, che aprono le iscrizioni con buon anticipo), e la durata prevista è di un anno.
L’assegnazione del contributo non è automatica, ma viene fatta una valutazione della vostra domanda, che dovrà raggiungere un punteggio di almeno 60 su 100: ottengono più punti le domande che dimostrano la coerenza del percorso di studi scelto con la formazione già fatta e gli obiettivi professionali che si vogliono raggiungere. A parità di punteggio vengono favorite le donne e gli over 30.
Se volete fare domanda per un corso o un master all’estero, tenete presente che dovrete presentare una traduzione asseverata o giurata del percorso di studi scelto, a meno che la lingua usata nei documenti non sia l’inglese o il francese.
Avrete la risposta della valutazione della vostra domanda entro 30 giorni dall’invio, che deve essere fatto online attraverso la piattaforma SIFORM (se non l’avete mai usata, avrete bisogno di un po’ di pazienza per ottenere l’accesso: dovrete andare di persona in uno degli uffici indicati con un documento di identità, per farvi “riconoscere” e ottenere un codice personale).

Questo è naturalmente un riassunto delle istruzioni per poter fare domanda, ricordatevi di leggere attentamente il bando e, per eventuali domande e dubbi, potete rivolgervi a noi (possiamo aiutarvi a capire cosa c’è scritto) o alle referenti regionali del bando (per tutto quello che non c’è scritto o non è chiaramente specificato) di cui trovate i nomi e i contatti nel bando stesso.

I fondi disponibili per i master all’estero (contributo massimo di 8000 euro) copriranno circa 20 richieste, e quelli destinati ai corsi di perfezionamento all’estero (contributo massimo 3000 euro) qualcuna in più.

Il bando scade alla fine del 2019 e, nonostante sia aperto dal 2017, al momento ci hanno detto che non sono state assegnate molte borse, quindi avete ancora buone possibilità di ottenere un finanziamento.

E’ evidente che l’intento, pure molto valido, alla base della decisione di aprire questo bando, si scontra con difficoltà pratiche non solo legate alla presentazione della documentazione ma anche con la necessità, di fatto, di avere già disponibili i fondi per cui si fa domanda.
A maggio la possibilità di richiedere questi voucher è stata aperta anche per la partecipazione a summer school e corsi post laurea che durassero meno di 120 ore, ma non abbiamo maggiori dettagli oltre al comunicato.

Se volete iscrivervi ad un master o un corso di perfezionamento per cui non avete tutti i soldi che vi servono, un consiglio che possiamo darvi per cominciare è quello di fare crowdfunding tra parenti e amici: dovrete essere motivati e convincenti per raccogliere quello che vi serve, ma sempre meglio tentare!

Credits www.pexels.com

Au pair, come funziona?

Partire come au pair è un sogno di molte ragazze: è infatti un’ottima soluzione per fare una esperienza all’estero (spesso in un paese anglosassone, dove è molto diffusa come abitudine) e migliorare la conoscenza dell’inglese, senza dover investire molti soldi e con la convenienza di avere una famiglia di appoggio, e quindi una sistemazione sicura ed economica.

Inoltre è una esperienza piacevole e divertente, durante la quale si stringono importanti legami affettivi e amicizie che possono durare a lungo.

Attenzione però, perché scegliere con leggerezza la famiglia che vi ospiterà, senza informarvi bene prima di tutte condizioni che regolano questo tipo di lavoro, risulta spesso in una esperienza deludente, quando non addirittura negativa.

La prima cosa da sapere sull’au pair è che si tratta di una esperienza di scambio culturale regolamentata in ambito europeo dall’Accordo di Strasburgo. Nel documento si definiscono diritti e doveri dell’au pair ma anche della famiglia ospitante, e si raccomanda concordare insieme prima della partenza tutti i dettagli e di includerli nell’accordo scritto.

In breve, l’au pair è detta anche ragazza alla pari, cioè una persona giovane (di solito tra 17 e 27 anni), che si occupa principalmente dei bambini della famiglia, per esempio aiutandoli a prepararsi per andare a scuola, accompagnandoli in palestra o alle attività pomeridiane, stando con loro nelle ore in cui i genitori sono al lavoro o escono per una serata.

L’au pair si occupa anche di piccoli lavori domestici e della pulizia della propria stanza. Può essere impegnata per poche ore a settimana (15 o 20) o per più tempo (25 o 30 ore, ma mai più di 40), e ha diritto ad almeno un giorno libero a settimana, serate libere e tempo per poter frequentare un corso di lingua. Tutto questo va concordato prima di partire in base alle esigenze sia dell’au pair che della famiglia.

Il grande vantaggio di partire come au pair è quello di avere alloggio e vitto pagati, oltre a ricevere una piccola paga settimanale, il pocket money, a seconda delle ore di impegno concordate. Inoltre si fa parte della famiglia a pieno titolo, quindi si partecipa alle vacanze con loro, e a tutte le attività del tempo libero.

Anche per questo la scelta della famiglia è importante, e nel momento in cui ci si vuole proporre come au pair sarà importante dare una descrizione di se’ più completa possibile, descrivendo i propri gusti, le abitudini, che cosa ci piace e cosa ci interessa. Un buon matching, cioè l’accoppiamento au pair/famiglia, è determinato non solo dalla reciproca disponibilità del periodo e della durata dell’esperienza, ma anche dall’affinità di gusti e di interessi per una migliore riuscita dello scambio culturale.

Per questo sarà importante sapere se avete intolleranze o abitudini alimentari particolari, se siete abituate ad avere animali in casa, se nel tempo libero preferite andare allo stadio, a teatro, al cinema, in palestra, se vi piacciono le attività sportive all’aria aperta o preferite visitare palazzi e musei.

Due ultime note per chi sta pensando di partire per questa bella avventura. In genere come au pair sono richieste ragazze, ma ci sono rari casi in cui vengono accettati anche ragazzi (per tutti è richiesto un minimo di esperienza con bambini, e una conoscenza almeno base della lingua del paese di destinazione). I fumatori non sono graditi, per ovvi motivi, come au pair: se avete questa brutta abitudine, sfruttate questa come una buona occasione per smettere una volta per tutte, non ve ne pentirete!

E quindi, da dove cominciare per partire come au pair? In generale consiglio di rivolgersi ad agenzie accreditate e specializzate, che si occuperanno di seguire tutta la parte di definizione della vostra candidatura e di ricerca della famiglia adatta. L’utilizzo di portali internet in cui registrarsi e trovare contatti lo consiglio solo se siete già molto autonome e avete esperienza di vita all’estero, in quanto è più difficile essere certe delle informazioni che ci si scambiano e valutare tutti gli aspetti da concordare prima della partenza.

Scambi giovanili internazionali scambi giovanili Erasmusplus Eurodesk Ancona

Scambi giovanili internazionali, cosa sono?

Prima di raccontarvi qualche dettaglio tecnico, vorrei dirvi la cosa più importante sugli scambi giovanili internazionali, e cioè che sono una delle esperienze più entusiasmanti e formative che potete fare già dai 15 anni, e che sono possibili grazie al programma europeo Erasmus+ , sotto il capitolo Gioventù (sotto il quale si trovano molte attività di tipo non formale cioè che non rientrano nei percorsi di istruzione scolastica o universitaria).

Gli scambi giovanili internazionali vi permettono di trascorrere un breve periodo di tempo in un paese europeo in compagnia di altri ragazzi e ragazze di più paesi, di divertirvi insieme scoprendo ciò che vi differenzia ma soprattutto, sorprendentemente, quanto siete uguali: stessi problemi, paure, e passioni!

Gli scambi possono durare da 5 a 21 giorni ma di solito si tratta di una settimana, che vola via in un attimo tra laboratori artistici, videomaking, teatro, musica, dibattiti, interviste, giochi di ruolo, serate internazionali e molto altro. Tutte queste attività sono gestite principalmente dall’associazione che ospita, ma il vostro contributo è fondamentale: si fa tutto insieme.

Ogni scambio giovanile ha un titolo e si concentra su un tema. I temi sono scelti tra i valori o principi dell’Unione europea (crescita sostenibile, parità di genere, pace e giustizia, contrasto al razzismo, ambiente, inclusione sociale, partecipazione attiva dei giovani).
Durante lo scambio ci si confronta con gli altri sui temi scelti, e si sviluppano piccoli progetti, attraverso le attività creative, divertenti ma anche formative (si parla infatti di educazione non formale) organizzate e preparate nel periodo precedente allo scambio vero e proprio.

Ad ogni scambio partecipano piccoli gruppi di ragazzi e ragazze provenienti dai paesi partner del progetto di scambio, e ogni gruppo parte accompagnato da uno youth leader, cioè qualcuno con qualche anno in più che magari ha un po’ di esperienza di viaggi e di animazione educativa.

So già che domande vi state facendo e a cui non abbiamo ancora risposto.

Dove alloggerò durante lo scambio?
Gli scambi giovanili internazionali hanno lo scopo di farvi conoscere coetanei di altri paesi e di darvi il modo di diventare amici: quale modo migliore se non quello di farvi passare più tempo possibile insieme, condividendo spazi, cibo, divertimenti, progetti? Gli scambi si svolgono di solito presso strutture che possono accogliere tra i 30 e i 40 ragazzi, dotate di stanze multiple o dormitori, spazi comuni per mangiare e fare le attività: possono essere ostelli, campeggi, campus scolastici, alberghi, o simili.

Quali requisiti devo avere per partecipare?
Non ci sono requisiti tipo conoscenze o titoli di studio, ma solo l’età richiesta e la voglia di mettersi un po’ in gioco, di partecipare e di conoscere gli altri.

Quanto costa?
Che ci crediate o no, vitto, alloggio, assicurazione, viaggio ed attività sono finanziate dal programma Erasmus+!

Tra gli obiettivi del programma c’è quello di dare ai giovani la possibilità di sentirsi europei, vicini e simili a ragazzi e ragazze di altri paesi. E farvi vedere di persona quanto è bello avere amici di paesi diversi, e quante paure in meno si hanno una volta che si è sperimentato che si può sopravvivere lontano dalle solite cose, e che diverso non è uguale a cattivo. Provate!
Mettete in conto qualche decina di euro per piccole spese personali, e per una piccola quota che spesso vi viene richiesta dall’organizzazione italiana di invio, che si occuperà di informarvi su tutti i documenti necessari e i dettagli dello scambio, terrà i contatti con chi vi ospiterà, e insomma farà da supporto alla vostra partecipazione. Per la riuscita di uno scambio c’è tanto lavoro da fare, e si comincia mesi prima.

Ultime note importanti: gli scambi giovanili internazionali si svolgono durante tutto l’anno e non solo in estate, e per partire potete organizzarvi anche come gruppo informale (a patto che almeno uno dei partecipanti sia maggiorenne).

Per sapere quali sono le prossime scadenze per candidarsi (o come gruppo in partenza presso associazioni straniere, o come gruppo che accoglie in Italia) guardate il sito Erasmus+, settore Gioventù, mobilità individuale.
Per chi vuole invece provare a candidarsi per scambi già organizzati e finanziati, vi invito a iscrivervi al nostro gruppo FB Scambi Giovanili Ancona e a seguire il Portale dei giovani italiano, alla sezione Erasmus+/Scambi di giovani.

Per qualsiasi cosa non abbiamo spiegato qui, passate un giorno a trovarci e ne parleremo di persona 🙂

Tirocini aprile 2018 Eurodesk Ancona

Tirocini all’estero di aprile

Anche questo mese è pronta la lista di proposte di tirocini all’estero per studenti e laureati, in settori molto vari ma con scadenze per candidarsi molto vicine, non pensateci troppo!

Per laureati – Programma tirocini settori vari presso Fusion for Energy – Francia, Spagna, Germania
Durata: da 4 a 9 mesi a partire da ottobre
Requisiti: laurea in ingegneria, fisica, giurisprudenza, comunicazione, gestione risorse umane, finanza; ottima conoscenza dell’inglese
Retribuzione: 1000 euro al mese e rimborso spese di viaggio
Scadenza: metà maggio

Per laureandi e laureati – Internship in Gender Equality and Leadership – Redscope Consulting – Bruxelles
Durata: Aprile-giugno o settembre-dicembre 2018
Requisiti: conoscenza dell’inglese scritto e orale, del pacchetto Office, Google drive e social media
Retribuzione: previsto un rimborso spese mensile
Scadenza: non indicata

Per diplomati o laureati – Roverway Assistant Internship presso World Association of Girl Guides and Girl Scouts (WAGGGS) – Bruxelles e Olanda
Durata: 6 mesi a partire da fine aprile
Requisiti: esperienza di volontariato internazionale e in organizzazione eventi, buona conoscenza dell’inglese
Retribuzione: 1000 euro al mese
Scadenza: 15 aprile

Per laureati o laureandi – Marine Litter Solutions Intern – presso PlasticsEurope – Bruxelles
Durata: 6 mesi
Requisiti: laurea o studi in Scienze del mare, chimica o simili; ottima conoscenza dell’inglese
Retribuzione: prevista
Scadenza: 13 aprile

Per studenti o laureati – Translation Internship – MoGi Group – Dublino, o da remoto
Durata: 6 mesi
Requisiti: studi attinenti, conoscenza del pacchetto Office e CAT tools, buona conoscenza dell’inglese
Retribuzione: non specificata
Scadenza: non specificata

Per chi non avesse trovato quello che cercava, vi ricordo che potete inviarmi una email con una richiesta specifica (indicando il vostro titolo di studio, conoscenza della lingua, obiettivo, attività desiderata, paese di preferenza) a europa@informagiovaniancona.com.

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Lavoro stagionale all’estero

Partire per fare un lavoretto stagionale all’estero per l’estate, in quanti ci avete pensato?
Questa però è una delle occasioni in cui davvero tra il dire è il fare c’è di mezzo il mare!

Vediamo di darvi alcuni consigli per pianificare la vostra ricerca, senza perdervi tra decine di siti, offerte poco chiare e o vere e proprie truffe.

Prima di tutto bisogna ricordarsi che prima vi muovete, e maggiori sono le possibilità di scelta tra più offerte adatte al vostro profilo, oltre al fatto che avete più tempo per informarvi bene.
La maggior parte delle aziende che assume personale stagionale comincia reclutare a febbraio e marzo (reclutare significa raccogliere cv, fare colloqui, proporre contratti e trovare un accordo con i lavoratori, che poi potranno cominciare a lavorare nei mesi successivi). Più vi avvicinate all’estate e più le offerte sono relative a emergenze da coprire, o a posizioni poco pagate e meno appetibili.

Un buon punto da cui partire è il portale Eures – il portale europeo della mobilità professionale. Tra le funzionalità del portale c’è la sezione “Trova un lavoro”: da qui si possono fare ricerche tra le offerte di lavoro pubblicate. Si può selezionare per paese di interesse, tipo di contratto (temporaneo o permanente), e altri parametri. Fondamentale è inserire sempre una parola chiave, possibilmente relativa alla figura professionale ricercata e nella lingua nella quale si lavorerà. Per il lavoro stagionale infatti spesso le offerte non sono scritte nella lingua del paese di lavoro, ma in quella richiesta dal datore di lavoro, di solito in base alle esigenze della clientela con la quale si avrà a che fare. Ad esempio si possono trovare molte offerte per le località turistiche spagnole o greche scritte nelle lingue dei turisti che le frequentano (tedesco, inglese, ecc).
Questo dato ci introduce ad un argomento di fondamentale importanza, la conoscenza delle lingue! E’ indispensabile conoscere almeno al livello B2 una lingua straniera, per poterla utilizzare efficacemente per un lavoro, oltre che per cavarsela per le esigenze personali, altrimenti è inutile sprecare tempo nella ricerca. Spesso non importa se la conoscenza non è certificata, ma bisogna essere in grado di dimostrarla.

Parliamo anche di un anche di un altro aspetto: dove si trova la maggior parte dei lavori di tipo stagionale? Se pensiamo alla stagione estiva, sicuramente molte offerte riguarderanno Portogallo, Grecia, Spagna, Cipro e altri luoghi classici balneari. Ma anche nei paesi scandinavi, in Irlanda, o in Svizzera (ad esempio Lugano), ci sono località dove in estate l’afflusso di turisti e visitatori è notevole e quindi c’è molta richiesta di personale stagionale.
Una volta individuate delle offerte interessanti, è opportuno verificare che siano dettagliate e chiare, per poi contattare il referente per eventuali domande e l’invio del cv. Un aspetto da non trascurare è la scelta della zona o della città dove andare a lavorare: scegliere un posto dove il costo della vita è molto alto ci mette a rischio di non riuscire a gestire bene spese ed entrate, soprattutto all’inizio. Il portale Eures offre anche una sezione dedicata a informazioni sulle condizioni di vita e lavoro nei vari paesi, meglio dare un’occhiata prima di buttarsi!

Una breve parentesi sulla preparazione del cv, soprattutto per i paesi anglosassoni e scandinavi: è bene ricordarsi che il cv deve essere chiaro, sintetico e ordinato, e non deve contenere informazioni considerate sensibili (età, nazionalità, sesso, situazione personale) che potrebbero essere usate per discriminare il lavoratore. La foto va inserita nel caso di lavori che prevedono il contatto con il pubblico, altrimenti in genere no.

Ora, come fare a raggiungere i datori di lavoro che ci interessano non solo attraverso le offerte, ma magari nel momento in cui sono interessati a incontrare e valutare candidati? Un sistema che sta funzionando sempre più è quello degli European job days online. Sono in pratica delle fiere del lavoro online, a cui ci si può iscrivere per partecipare, e poter entrare in contatto con i recruiters delle aziende che cercano personale stagionale da diversi paesi. Stando comodamente a casa tua puoi scegliere quale azienda contattare, vedere le loro offerte di lavoro e spesso è possibile sostenere un primo colloquio conoscitivo.

Fatevi da subito una idea del periodo che volete trascorrere all’estero, per non rimanere spiazzati alla domanda: quando potresti partire?
Assicuratevi infine di avere un documento di identità a posto, cioè non scaduto, la tessera sanitaria e altri eventuali documenti che potrebbero esservi utili.

In questo momento in cui il Covid sta cambiando velocemente le regole di libero movimento in Europa, verificate sempre la possibilità di poter entrare nel paese che vi interessa, con il portale Re-open EU .
Buona ricerca!

professioni sanitarie irlanda UK 2018

Informazioni e recruitment per le professioni sanitarie

Tra le professionalità più ricercate in paesi verso cui molti giovani vorrebbero emigrare, come UK e Germania, ci sono tutte quelle legate al settore sanitario e assistenziale.

Il generale innalzamento dell’età media e l’aspettativa di vita sempre più lunga che interessano soprattutto i paesi occidentali comportano una crescente necessità di personale dedicato all’assistenza di persone anziane con varie patologie. Questo significa che per chi sta studiando nel settore sanitario o ha già una preparazione professionale ha buone opportunità di lavoro in vari paesi.

I servizi per il lavoro del Regno Unito, ad esempio, segnalano nella shortage occupation list ufficiale (cioè un elenco di professioni per le quali nel paese non si trovano lavoratori) proprio le professioni sanitarie, cioè i medici con varie specialità, gli addetti all’assistenza alla persona a tutto tondo e gli infermieri. Diversamente dall’Italia, sia le strutture pubbliche che quelle private assumono personale prevalentemente rivolgendosi ad agenzie specializzate nella selezione di personale sanitario.

Gli studenti e i laureati delle università italiane, in questo ed altri settori, sono molto apprezzati per la loro preparazione, e ogni anno diverse agenzie da vari paesi europei girano le città universitarie e partecipano a fiere ed eventi specifici per conoscere potenziali candidati da assumere.

Ed è proprio con questo scopo che abbiamo organizzato, per venerdì 23 marzo, un evento di informazione e reclutamento dedicato agli studenti, ai laureandi e ai neolaureati delle Facoltà sanitarie dell’Università Politecnica di Ancona, in collaborazione con l’agenzia Jark Recruitment Belfast.

Le posizioni offerte sono in Irlanda del Nord e UK e riguardano infermieri, fisioterapisti, ostetriche e altre specializzazioni mediche, ma anche OSS e addetti all’assistenza alla persona.

L’agenzia offre anche la possibilità agli studenti di svolgere un tirocinio estivo retribuito come care assistant, della durata di due mesi, un’ottima opportunità per migliorare il livello di conoscenza dell’inglese, sperimentare un contesto lavorativo nuovo, fare un’esperienza professionale e umana formativa.

L’evento si terrà qui all’Informagiovani di Ancona, la partecipazione è gratuita e qui c’è il form per iscriversi e assicurarsi un posto in sala, a presto!

ielts

Il test IELTS

Se sei uno studente universitario sai già più o meno di cosa si tratta, se invece lo hai solo sentito nominare, beh, vale veramente la pena di sapere cos’è e come funziona. Le sempre maggiori possibilità di mobilità all’estero va di pari passo con la conoscenza delle lingue straniere e con la possibilità di dimostrarla in maniera chiara e univoca.

L’IELTS è infatti un test di verifica della conoscenza della lingua inglese, forse il più conosciuto e richiesto a livello internazionale. Sostenere un test IELTS è indispensabile per poter studiare presso le università di lingua inglese, per ottenere borse di studio per l’estero, ma anche per accedere a opportunità di lavoro sia in Italia che fuori. Il test IELTS può essere sostenuto anche da minorenni, basta che un genitore compili il modulo di consenso apposito.

Il test IELTS inoltre è tra quelli accettati da molti governi poter fare richiesta di un visto di immigrazione: parliamo ad esempio del Canada, dell’Australia, della Nuova Zelanda.
Al momento, come abbiamo già visto, per i cittadini italiani (ed europei) non è richiesto un visto per andare a lavorare o studiare in UK.

La caratteristica dell’IELTS è quella di non essere una vera e propria certificazione, ma di determinare la conoscenza dell’inglese del candidato nel momento in cui si sostiene il test. Per questo motivo il test si considera valido per due anni (anche se è sempre l’istituzione richiedente a deciderlo), dopo i quali è spesso necessario ripeterlo se si ha necessità di certificare o dimostrare la propria conoscenza dell’inglese.

Per questo stesso motivo il test IELTS ha un valore di verso a seconda del punteggio che si ottiene: più l’università, o l’azienda, è prestigiosa e selettiva, e più alto dovrà essere il punteggio ottenuto. I punteggi vanno dal massimo di 9 al minimo di 3,5.

Il test IELTS valuta la conoscenza della lingua nelle quattro aree di competenza dell’ascolto, lettura, scrittura e conversazione. Ha due versioni, a seconda dell’uso che se ne deve fare: una è l’IELTS General Training e l’altra è l’IELTS Academic, specifico per l’accesso a istituzioni universitarie e più in generale per usi accademici.

Infine, come ci si iscrive, come si sostiene il test e quanto costa?
Mentre la preparazione può anche essere svolta autonomamente e gratuitamente (ci sono numerose risorse online per prepararsi), il test si svolge lo stesso giorno in tutto il mondo, in sedi accreditate presso il British Council (l’ente britannico per le relazioni culturali), con modalità standardizzate.

Anche Ancona ha più di un test center, e il test può essere sostenuto circa ogni mese. La prenotazione va fatta online almeno un mese in anticipo, e comporta il pagamento della quota di circa 234 euro. Ci sono anche diverse scuole di lingue che sono test center accreditati, e in qual caso il costo del test potrebbe essere compreso in quello che avete sostenuto per un corso di preparazione.

Ora, se vuoi certificare o dimostrare la tua conoscenza dell’inglese, l’IELTS ti garantisce un riconoscimento a livello internazionale!

Università all’estero, come si fa?

C’è chi ci pensa già mentre studia al liceo, e chi lo decide dopo la triennale: studiare presso una università all’estero, che sogno!

Magari hai conosciuto qualcuno che ha trascorso un periodo studiando all’estero con una borsa Erasmus, e ti è venuta voglia di provare a fare anche tu un anno o due di università in un altro paese.
Oppure vorresti specializzarti in un settore molto specifico e il corso che ti interessa è offerto solo da poche università nel mondo.

In tutti questi casi, il consiglio è quello di informarsi e muoversi con molto anticipo rispetto all’inizio dell’anno accademico, almeno sei mesi prima. Questa strategia è fondamentale per assicurarsi di aver scelto un corso che risponde alle nostre aspettative, per non avere sorprese sulla procedura di iscrizione ed ammissione, ma anche per poter sfruttare le eventuali possibilità di fare domanda per borse o agevolazioni offerte agli studenti internazionali.

L’indicazione di attivarsi per tempo vale tanto per la scelta di università europee che extra-europee, (per le quali va anche verificata la possibilità e le tempistiche per ricevere un visto per studio) dato che l’ammissione di studenti stranieri è prevista praticamente ovunque, ma è subordinata alla verifica dei requisiti e dei titoli adeguati.

Un capitolo importantissimo e per cui va fatto un discorso a parte è la certificazione linguistica richiesta, o comunque il livello di conoscenza della lingua in cui verranno tenute lezioni ed esami. Per le università anglosassoni e per quelle che offrono corsi in inglese spesso viene richiesto il test IELTS con un determinato punteggio. Molte università americane, ma non solo, richiedono invece il test Toefl. Per ogni lingua c’è una certificazione riconosciuta a livello internazionale che va conseguita entro determinate scadenze, per poter essere ammessi a frequentare l’università.

Insomma, il sogno di studiare in una università all’estero è realizzabile, ma bisogna mettersi all’opera coi giusti tempi e una buona dose di determinazione.
Per renderti più facile la parte di orientamento iniziale tra la mole non indifferente di informazioni che potresti trovare navigando sul web, abbiamo organizzato un incontro con degli esperti, libero e gratuito per tutti gli interessati, non mancare!

Assistenti di lingua italiana all’estero 2018

Andiamo spesso all’estero per imparare o perfezionare una lingua straniera, ma avete mai pensato che ci sono anche centinaia di migliaia di persone che studiano proprio l’italiano?
Da ricerche e statistiche degli ultimi anni sembra infatti che l’italiano sia tra le lingue più studiate al mondo (circa la quinta in classifica), grazie al fatto che (ancora) l’Italia è un paese a cui si associano percezioni positive e l’eccellenza in diversi campi, come quello dell’arte, del paesaggio, della cultura, del cibo, del vino e del calcio.

Tra le numerose scuole in cui si studia l’italiano ci sono gli istituti di vario ordine e grado che, in accordo con il governo italiano, accolgono giovani italiani come lettori a supporto degli insegnanti di ruolo. Lo scopo di inviare giovani laureati presso le scuole in cui si insegna la nostra lingua è la promozione e la conoscenza della lingua e della cultura italiana nel mondo, grazie al contributo e alla presenza di suoi “rappresentanti”.
Anche per l’anno 2018/2019, come in passato , è uscito il bando del Miur – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per la selezione di questi nostri rappresentanti, gli assistenti di lingua italiana all’estero.

Il bando è aperto a giovani under 30 che si sono laureati dopo il 1 gennaio 2016 e i paesi di destinazione sono Austria, Germania, Spagna Regno Unito, Irlanda, Francia e Belgio. Le tipologie di lauree ammesse per partecipare sono quelle legate al settore umanistico e devono essere specialistiche o magistrali (l’elenco delle numerose lauree ammesse è incluso nel bando).

I posti disponibili, di cui al momento non si sa il numero preciso, sono più di 180 nei paesi di lingua francese, circa 60 per quelli di lingua tedesca, più qualche decina per i paesi di lingua inglese e spagnola.
L’attività di assistente comporta, di solito, un impegno di circa 12 ore settimanali, a fronte di un compenso che varia a seconda del paese e della regione in cui si presta il servizio, ma che è tra gli 800 e 1000 euro.
I paesi ospitanti assicurano per gli assistenti l’assistenza sanitaria, mentre le spese di viaggio e di soggiorno all’estero sono a carico degli assistenti stessi.
Si può fare domanda entro il 4 marzo, online al link dedicato, esprimendo una sola preferenza per il paese e per la regione in cui si vorrebbe andare (le specifiche per ogni paese sono indicate nell’allegato B del bando).

E allora, ve la sentite di portare la nostra bella lingua italiana a spasso per l’Europa? Buon viaggio!

Tirocini all’estero di dicembre

Avete messo tra i buoni propositi del 2018 quello di fare un tirocinio all’estero? Bene! Allora è il momento di cercare una buona opportunità e prepararsi per sfruttare al massimo questa esperienza e l’investimento di tempo, energie (e di qualche risorsa finanziaria). Anche per questo mese vi proponiamo una raccolta di offerte da considerare.

E se non trovate quello che state cercando, scrivetemi a europa@informagiovaniancona.com indicando il vostro profilo, gli studi fatti, il campo e il paese di interesse, vi darò indicazioni per una ricerca mirata.

Per studenti o laureati – internship presso la Human Rights Unit dell’UNICEF – Ginevra (Svizzera)
Durata: 3 mesi con inizio l’8 gennaio 2018
Requisiti: preparazione accademica in Diritto internazionale, scienze sociali, relazioni internazionali, Diritti umani o settori affini, ottima conoscenza della lingua inglese, interesse nel settore dei diritti dei minori, capacità di lavorare in autonomia rispettando i tempi dati
Retribuzione: non prevista
Scadenza: 12 dicembre 2017

Per diplomati o studenti universitari – tirocinio presso The Do School – Berlino (Germania)
Durata: almeno 4 mesi
Requisiti: buona conoscenza del pacchetto Office, capacità di comunicazione, di problem solving, di lavoro di squadra e di coordinamento, interesse per il mondo dell’imprenditoria, delle startup e delle NGO.
Retribuzione: non indicata
Scadenza: non indicata

Per laureati, settori vari – 7 tirocini presso l’EMSA European Maritime Safety Agency – Lisbona (Portogallo)
Durata: da 3 a 6 mesi (tra il 1 marzo e il 31 agosto 2018)
Requisiti: laurea attinente al dipartimento di assegnazione, buona conoscenza dell’inglese scritto e orale
Retribuzione: 934.51 euro mensili
Scadenza: 15 dicembre

Per laureati, dipartimenti vari – tirocini presso ACER – Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia – Lubiana (Slovenia)
Durata: 6 mesi (con inizio a marzo o a settembre)
Requisiti: laurea attinente al dipartimento di assegnazione, livello B2 della seconda lingua
Retribuzione: 500 euro mensili
Scadenza: non c’è scadenza per la candidatura

Per laureati in materie economiche – tirocini presso Biosikula France – Nizza (Francia)
Durata: 3 mesi
Requisiti: laurea in economia, marketing o simili, livello C1 di francese, conoscenza del pacchetto Office e patente B
Retribuzione: 400 euro mensili (possibilità di beneficiare del supporto del programma YfEJ – Your first Eures job)

KA229, la novità 2018 di Erasmus+ per le scuole

Partecipare ad attività formative in collaborazione con coetanei di altri paesi è una esperienza sempre più ricercata dai giovani e consigliata per il loro sviluppo personale e professionale. Avere la possibilità di confrontarsi con altre culture aiuta gli studenti ad entrare a far parte della dimensione europea e internazionale della società di oggi e ancora più di domani.

Una delle indicazioni di quest’anno per quanto riguarda il programma Erasmus+ per le scuole è incentivare e valorizzare al massimo le esperienze di mobilità degli studenti, sfruttando le nuove possibilità offerte dal programma, come è stato sottolineato anche all’Infoday con l’Agenzia INDIRE a cui abbiamo partecipato.

Due sono le grandi novità per il 2018 che interessano direttamente il mondo della scuola:

l’aumento considerevole di budget per la scuola, che comporta una maggiore possibilità di vedere il proprio progetto finanziato (il budget totale è aumentato di 200 milioni di euro rispetto al 2017, pari a un incremento dell’8%)

– l’azione KA229, pensata per favorire le scuole (dal livello prescolare alla secondaria) che vogliono progettare direttamente attività di mobilità per studenti e staff e avviare o potenziare il processo di innovazione e internazionalizzazione del proprio istituto. La progettazione e la costruzione del budget sono infatti semplificate per questa azione, per permettere alle scuole di costruire piccoli progetti basati sulle esigenze rilevate e sulle necessità effettive della scuola stessa.
Ogni scuola gestirà il proprio budget, stabilito il un massimo di 16.500 euro all’anno, per maggiore semplicità della realizzazione del progetto anche sotto questo aspetto.
I progetti presentati sotto questa azione possono comprendere da 2 a 6 scuole (e solo scuole, non altri soggetti), e possono prevedere mobilità brevi (fino a due mesi) e lunghe (da 2 a 12 mesi) per studenti e/o insegnanti.

Alle priorità generali per il settore scuola (ridurre l’abbandono scolastico, migliorare il raggiungimento di competenze di base, rafforzare la qualità nell’educazione e nella cura della prima infanzia, e migliorare la professionalità dell’insegnamento) si aggiunge per il 2018 particolare attenzione ai progetti rivolti all’apprendimento e agli ambienti digitali, alla promozione dell’integrazione sociale (soprattutto di rifugiati e migranti) e del multilinguismo.

La scadenza per presentare questo tipo di progetti è unica per il 2018, ed è il 21 marzo alle ore 12.

Per cominciare a pensare al vostro progetto, qui trovate la call Erasmus+ 2018 e indicazioni dell’Agenzia INDIRE per sviluppare al meglio la vostra idea: in bocca al lupo a tutte le scuole!